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- Solo il 20% delle precipitazioni utili in Basilicata viene conservato.
- Nel Metapontino, solo 16.000 ettari su 70.000 beneficiano di irrigazione.
- Fabbisogno idrico insoddisfatto di 80 milioni di metri cubi annui.
- Bando con 86 milioni di euro, l'80% al Sud per l'irrigazione.
- Aumento di quasi 2,5 gradi delle temperature massime in Piemonte.
L’emergenza idrica in Basilicata: un grido d’allarme dal settore agricolo
La Basilicata, regione meridionale italiana dotata teoricamente di abbondanti risorse idriche, sta vivendo una crisi idrica che impatta severamente l’attività agricola e zootecnica. Malgrado la presenza di invasi artificiali con una capacità teorica di un miliardo di metri cubi e riserve idriche sotterranee valutate in oltre 250 milioni di tonnellate, la trascuratezza delle strutture ha diminuito drasticamente l’usufruibilità di questa risorsa essenziale.
La situazione appare paradossale: soltanto il *20% delle precipitazioni utili viene conservato e utilizzato per diversi scopi, mentre l’80% si disperde, provocando significativi danni economici alle comunità locali e, soprattutto, alle filiere agroalimentare e zootecnica. Nel Metapontino, un’area di 70.000 ettari gestita dal Consorzio di Bonifica Regionale, solo 16.000 ettari beneficiano di sistemi irrigui funzionanti. Il fabbisogno idrico di 80 milioni di metri cubi annui non viene soddisfatto, generando perdite considerevoli per i produttori agricoli e gli allevatori, che sono tuttora in attesa di compensazioni per i danni patiti e della riduzione dei contributi consortili per i servizi non forniti.

Richieste e proposte per una gestione efficiente delle risorse idriche
In risposta a questa situazione critica, le associazioni di produttori agricoli hanno sottoposto una serie di richieste alle autorità competenti, fra cui:
Dichiarazione dello stato di emergenza a favore dei produttori agricoli, con conseguente abbattimento dei canoni consortili per le annate 2024 e 2025.
Riqualificazione dell’intero assetto infrastrutturale per l’incanalamento e la distribuzione delle acque ad uso irriguo. Ripristino dell’operatività dell’Ente di Bacino della Basilicata.
Rinnovamento della direzione del Consorzio di Bonifica tramite la rimozione degli attuali vertici amministrativi. Approvazione di una nuova normativa sul Consorzio di Bonifica che dia maggiore importanza al ruolo degli enti territoriali e degli utenti.
Definizione di scadenze precise e celeri per la gestione e la divisione delle risorse idriche, assicurando da subito un quantitativo idrico pari almeno ad 85 milioni di metri cubi per la stagione agricola in corso.
Predisposizione e realizzazione di un programma sistematico di lungo periodo finalizzato a prevenire future criticità idriche.
L’assessore alle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari, Carmine Cicala, ha incontrato i rappresentanti delle categorie, riconoscendo l’importanza della collaborazione e della condivisione delle decisioni. Tuttavia, la situazione della Diga del Rendina rimane precaria, in attesa del via libera del Ministero dell’Ambiente.
Il ruolo dell’ANBI e della CIA per un’agricoltura sostenibile
L’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) hanno lanciato l’allarme sulla crisi idrica al Sud, sottolineando la necessità di interventi urgenti per modernizzare le reti irrigue e ridurre gli sprechi. Donato Distefano, vicepresidente nazionale ANBI e direttore regionale CIA-Agricoltori, ha evidenziato l’importanza del bando di selezione per la progettazione strategica nel settore irriguo, con una dotazione finanziaria di circa 86 milioni di euro, di cui l’*80% destinato al Sud Italia.
La CIA preme per l’attuazione del Piano Nazionale Dighe, con dighe distribuite sul territorio nazionale per promuovere una nuova mentalità orientata all’accumulo e alla gestione razionale dell’acqua. Vi sono 400 progetti già presentati, alcuni dei quali riguardano anche la Basilicata, per la quale è urgente attivare e cantierizzare alcune opere. Un importante programma di adeguamento finalizzato a gestire bene una risorsa strategica nella Basilicata, ottimizzare i sistemi di accumulo (con una capacità di invasamento di circa 800 milioni di metri cubi) e accelerare la realizzazione dei Contratti di fiume, foce e di paesaggio.
Verso una strategia di resilienza: superare l’emergenza e pianificare il futuro
La crisi idrica non è solo un problema contingente, ma una sfida strutturale che richiede una visione a lungo termine e un cambio di paradigma nella gestione delle risorse idriche. Il Piemonte, ad esempio, sta subendo un cambiamento climatico più netto rispetto alla media nazionale, con un aumento di quasi 2,5 gradi delle temperature massime e di circa 1,5 gradi delle minime negli ultimi 60 anni.
L’articolo 167 del Codice dell’Ambiente stabilisce che, in periodi di siccità, l’uso agricolo dell’acqua ha priorità dopo il consumo umano. Tuttavia, è fondamentale garantire il deflusso ecologico per preservare gli ecosistemi acquatici. La Commissione europea, nell’ambito della Strategia Comune di Attuazione della Direttiva 2000/60/CE, sottolinea l’importanza di rispettare il deflusso ecologico come limite dei prelievi sostenibili.
Il Decreto Siccità del 2023 concede alle Autorità di bacino distrettuali la facoltà di rimodulare le sperimentazioni sul deflusso ecologico, ma è necessario superare la logica dell’emergenza e adottare una governance integrata che tenga conto delle diverse esigenze e dei diversi usi dell’acqua. La Cabina di regia per la crisi idrica, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha il compito di indirizzare, coordinare e monitorare le azioni per il contenimento e il contrasto della crisi idrica.
Un Futuro Idrico Sostenibile: Innovazione e Consapevolezza per l’Agricoltura Lucana
La situazione in Basilicata, come in molte altre regioni italiane, richiede un approccio olistico e lungimirante. Non possiamo più permetterci di navigare a vista, reagendo solo alle emergenze. È necessario investire in infrastrutture moderne, efficienti e sostenibili, promuovere pratiche agricole innovative che riducano il consumo di acqua e sensibilizzare tutti gli attori coinvolti sull’importanza di una gestione responsabile delle risorse idriche. Solo così potremo garantire un futuro idrico sostenibile per l’agricoltura lucana e per le future generazioni.
Amici agricoltori, parliamoci chiaro: l’acqua è il sangue della nostra terra. Senza acqua, non c’è vita, non c’è raccolto, non c’è futuro. Una nozione base di agricoltura che dobbiamo sempre tenere a mente è l’importanza della _rotazione delle colture_. Alternare colture che richiedono molta acqua con altre che ne richiedono meno può aiutare a preservare le risorse idriche del suolo e a ridurre la dipendenza dall’irrigazione.
Ma non fermiamoci alle basi. L’agricoltura moderna ci offre strumenti avanzati per ottimizzare l’uso dell’acqua. Pensiamo all’_irrigazione di precisione_, che utilizza sensori e tecnologie avanzate per fornire acqua solo dove e quando è necessario, riducendo al minimo gli sprechi. Oppure alle tecniche di _agricoltura conservativa_*, che mirano a preservare la fertilità del suolo e a ridurre l’evaporazione dell’acqua.
La crisi idrica è una sfida complessa, ma non insormontabile. Con l’impegno di tutti, con l’innovazione e con una maggiore consapevolezza, possiamo trasformare questa crisi in un’opportunità per costruire un’agricoltura più sostenibile, resiliente e prospera. Riflettiamoci, e agiamo di conseguenza.