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- L'azienda si estende su 15 ettari di boschi e prati, supportando oltre 30 essenze di flora spontanea per mantenere gli ecosistemi locali.
- L'adozione del pascolo razionale Voisin ha migliorato la salute dei prati e degli animali, garantendo un latte di qualità superiore.
- La produzione di sidro di mele, con l'obiettivo di utilizzare mele coltivate in azienda, rappresenta una risorsa preziosa per la sostenibilità aziendale.
Nel cuore dell’Alta Langa, a Mombarcaro, si trova un’azienda agricola che rappresenta un esempio di sostenibilità e innovazione nel settore agricolo. Pascoli di Amaltea, gestita da Arianna Marengo e Alessandro Boasso, è un’impresa che si distingue per l’applicazione dei principi dell’agricoltura rigenerativa. Questo approccio, che mira a minimizzare l’impatto ambientale e a restituire al terreno gli elementi nutritivi necessari, viene applicato non solo alle colture, ma anche ai pascoli. L’azienda produce formaggi, miele e sidro di mele, valorizzando le risorse locali e promuovendo la biodiversità.
La storia e la filosofia di Pascoli di Amaltea
La storia di Pascoli di Amaltea inizia nel 2007, quando Alessandro Boasso, diplomato geometra e con un’esperienza nel settore vinicolo, decide di trasferirsi a Mombarcaro. Qui, in un territorio di circa 700 metri di altitudine, acquista una cascina in pietra e inizia a dedicarsi all’agricoltura biologica. Nel 2013, Arianna Marengo, con un background in Economia dell’Ambiente e un’esperienza lavorativa presso Slow Food, si unisce a lui. Insieme, decidono di trasformare la loro passione per l’agricoltura in un progetto concreto, ampliando il gregge e creando un caseificio.
Un momento cruciale per l’azienda è stato l’incontro con le tecniche di agricoltura rigenerativa, che hanno portato a un cambiamento significativo nel modo di gestire i pascoli. L’adozione del pascolo razionale Voisin ha permesso di migliorare la salute dei prati e degli animali, garantendo un latte di qualità superiore. Questo metodo prevede la rotazione degli animali su parcelle specifiche, consentendo alle aree di pascolo di rigenerarsi naturalmente.
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Produzione sostenibile e valorizzazione delle risorse locali
L’azienda si estende su 15 ettari di boschi e prati stabili, dove coesistono oltre 30 essenze di flora spontanea. Questa biodiversità è fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi locali e viene supportata dall’attività degli insetti impollinatori. Pascoli di Amaltea produce formaggi a latte crudo, utilizzando fermenti spontanei e rispettando i ritmi naturali delle stagioni. Tra i prodotti spiccano la tuma e la sua variante imburnia, che viene conservata sottovuoto per essere consumata anche in inverno.
La produzione di sidro di mele è un’altra attività chiave dell’azienda. I meli, piantati per fornire ombra agli animali, rappresentano una risorsa preziosa. Attualmente, il sidro viene prodotto con mele provenienti dalla Val Bronda, ma l’obiettivo è utilizzare in futuro le mele coltivate direttamente in azienda. Inoltre, l’incremento degli apiari contribuisce alla vitalità dei prati e delle fioriture, producendo un miele millefiori di alta qualità.
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Conclusioni: un modello di agricoltura sostenibile
Pascoli di Amaltea rappresenta un modello di agricoltura sostenibile che coniuga tradizione e innovazione. La scelta di adottare tecniche rigenerative ha permesso di migliorare la qualità dei prodotti e di garantire un impatto positivo sull’ambiente. L’azienda è diventata un punto di riferimento per chi cerca prodotti genuini e di alta qualità, e offre la possibilità di degustazioni guidate direttamente in loco.
In agricoltura, una nozione di base importante è il concetto di rotazione delle colture, che consiste nell’alternare diverse colture su uno stesso terreno per migliorare la fertilità del suolo e ridurre la diffusione di parassiti e malattie. Questo principio si applica anche ai pascoli, come dimostra l’adozione del pascolo razionale Voisin da parte di Pascoli di Amaltea.
Un aspetto avanzato dell’agricoltura rigenerativa è l’integrazione di sistemi agroforestali, che combinano colture arboree con colture erbacee o allevamenti. Questa pratica non solo migliora la biodiversità, ma contribuisce anche a sequestrare il carbonio, mitigando gli effetti del cambiamento climatico. Riflettere su queste tecniche ci invita a considerare l’agricoltura non solo come un’attività produttiva, ma come un’opportunità per rigenerare il nostro ambiente e promuovere un futuro sostenibile.