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- Nel 2023 sono stati persi 72,5 chilometri quadrati di suolo, pari all'area di Torino, Bologna e Firenze messe insieme.
- Il 70% delle nuove aree urbanizzate nasce in comuni urbani, contravvenendo i regolamenti comunitari.
- I parchi fotovoltaici hanno occupato 421 ettari nel 2023, un aumento del 60% rispetto all'anno precedente.
- Il consumo di suolo genera un costo annuale di oltre 400 milioni di euro per la ridotta capacità di assorbimento delle acque.
Il dibattito sul consumo del suolo in Italia sottolinea una delle questioni più cruciali dei nostri giorni, caratterizzata da significative ripercussioni ambientali ed economiche. Secondo quanto riportato dal Rapporto ISPRA 2024, durante il corso del 2023 sono andati perduti ben 72,5 chilometri quadrati di superficie terrestre, comparabile all’intera area coperta dagli edifici cittadini aggregati di Torino, Bologna e Firenze. Il fenomeno corrisponde a una riduzione giornaliera di 20 ettari circa ed è motivo crescente d’inquietudine nonostante un lieve rallentamento rispetto agli anni passati. La questione appare particolarmente grave nelle aree settentrionali del Paese come il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia dove le attività espansive dell’urbanizzazione e delle infrastrutture risultano prevalenti.
Il documento rileva inoltre che circa il 70% delle nuove aree utilizzate sorge nei comuni urbani in netta violazione degli scopi previsti dal regolamento comunitario volto a eliminare la scomparsa netta degli spazi naturali esistenti. Le trasformazioni implicano nuovi cantieri edilizi, affermandosi insieme a moderne costruzioni e numerosi piazzali asfaltati, con conseguente detrimento della disponibilità degli ambienti verdi. Soltanto una frazione inferiore al 33% della popolazione che vive in città riesce a raggiungere camminando uno spazio verde con un’estensione minima di mezzo ettaro entro un raggio di 300 metri. Tale situazione complica ancora di più la qualità della vita cittadina.
Il Fotovoltaico e il Consumo di Suolo Agricolo
L’impatto dei parchi fotovoltaici sul consumo di terra costituisce un elemento rilevante: nel corso del 2023 questi impianti hanno occupato intorno ai 421 ettari, registrando così una crescita pari al 60% rispetto all’anno precedente. Tale tendenza risulta particolarmente pronunciata nelle regioni settentrionali d’Italia, con il Veneto al primo posto seguito da Piemonte e Sicilia. Globalmente, i pannelli solari coprono ora circa 18.000 ettari sul territorio nazionale. Sebbene le energie rinnovabili offerte dal fotovoltaico siano generalmente considerate positive, l’espansione dei loro campi sui terreni ad uso agricolo solleva interrogativi riguardanti la perdita delle terre fertili e una potenziale diminuzione della produzione alimentare. Secondo quanto riportato dall’Ismea, risulta che ben il 51% delle superfici interessate dai parchi solari si collochi in aree rurali dedicate all’agricoltura intensiva; questo comporta conseguenze economiche notevoli in termini produttivi. Anche se trasformare terreni coltivabili per destinarli all’uso dei pannelli solari non produce effetti irreversibili come quelli provocati dall’edilizia intensiva permanente (cementificazione), pone comunque interrogativi sulla futura sostenibilità delle attività agricole.
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Implicazioni Economiche e Ambientali del Consumo di Suolo
Il deterioramento del terreno comporta effetti economici ed ecologici significativi ed estesi. La riduzione della capacità del suolo nell’assorbimento delle acque, chiamata effetto spugna ridotto, rappresenta una spesa annuale che supera i 400 milioni di euro. Questo problema aggrava il pericolo idrogeologico e danneggia servizi ecosistemici cruciali come la regolazione delle condizioni climatiche e la coltivazione agricola. Nel periodo dal 2006 al 2023 l’onere economico derivante dal consumo del suolo in Italia si stima tra i 7 ed i 9 miliardi di euro ogni anno; mentre la perdita in termini di capitale naturale varia da circa 19 a oltre 25 miliardi.
Tra le regioni più impattate figurano Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia con crescite rilevanti nel consumo di terra; contrariamente Valle d’Aosta e Liguria mostrano espansioni modeste sotto quota cinquanta ettari ciascuna. località come Trieste o comuni come Bareggio e Massa Fermana sono reputati benestanti grazie a pratiche territorialmente eco-sostenibili. L’importanza di gestire adeguatamente le risorse naturali e il territorio è fondamentale per evitare futuri rischi e assicurare uno sviluppo sostenibile.
Verso un Futuro Sostenibile: Sfide e Opportunità
L’espansione delle aree urbane abbinata all’aumento del consumo del territorio richiedono azioni risolute ed armonizzate sia a livello nazionale che locale. È imperativo implementare strategie efficaci per limitare il degrado del terreno, favorire il riciclo urbano ed economico, oltre a proteggere i servizi ecologici esistenti. La sinergia tra enti quali ISPRA e SNPA segna un progresso rilevante verso lo sviluppo di un Osservatorio nazionale dei terreni agrari e rurali per analizzare attentamente le modalità d’utilizzo del territorio in Italia.
Concludendo, affrontare l’impatto umano sul consumo territoriale costituisce una sfida complessa richiedente soluzioni sistematiche ed ecologiche. La difesa degli appezzamenti coltivabili assieme alla promozione delle energie verdi deve andare all’unisono con la tutela ambientale complessiva. Solo tramite l’amministrazione consapevole dei mezzi naturali riusciremo ad assicurare alle generazioni future condizioni sostenibili.
Un concetto chiave nell’agricoltura correlato al tema della conservazione dei terreni riguarda la rotazione delle colture: questa tecnica migliora la conservazione della fertilità del suolo riducendo i rischi legati all’erosione. Se questa metodologia viene attuata in modo adeguato, si potrebbe assistere a una diminuzione della necessità di espandere le aree agricole in nuovi territori.
L’agroforestazione rappresenta una nozione evoluta di agricoltura; è un sistema che armonizza alberi e cespugli con coltivazioni agricole e aree destinate al pascolo. Non solo tale metodologia arricchisce la biodiversità e potenzia la tenacità del terreno, ma presenta anche opportunità per la generazione di energia sostenibile mediante biomassa.
Contemplando tali pratiche si può percepire quanto sia fondamentale adottare metodi agricoli sostenibili capaci di rispettare ed esaltare il terreno quale risorsa cruciale. Un uso ponderato ed innovativo dello spazio territoriale è indispensabile per fronteggiare il consumo esagerato dei suoli e assicurarci così un avvenire florido delle nostre società.