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- Alta adesione allo sciopero: Amadori 100%, Apofruit 100%, Agrintesa 90%.
- Richiesta di aumento salariale di 210 euro in tre anni.
- Proteste in diverse province: 800 lavoratori a Padova, 15.000 in Romagna.
Lunedì 1° luglio 2024, le segreterie provinciali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno indetto uno sciopero nazionale di categoria, seguito dalla rottura delle trattative con Agci-Agrital, Fedagripesca Confcooperative e Legacoop-Agroalimentare per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro dei dipendenti delle Cooperative e dei Consorzi Agricoli. I lavoratori del settore si sono ritrovati in presidio a Cesena, sotto la sede di Confcooperative, chiedendo un rinnovo del contratto e un salario dignitoso, tenendo conto dell’aumento dell’inflazione e della riduzione del potere d’acquisto.
La partecipazione allo sciopero è stata alta nelle grandi cooperative della provincia di Forlì-Cesena: Amadori 100%, Apofruit 100%, Cafar Martini 100%, Agrintesa 90%, Copra 100%, CAC 70%, Orogel 100%, Magema 100%, Caviro 80%, Cevico 80%. Questi dati non sono stati ignorati, come ricordato dai segretari generali Lorenzo Biondi (Flai-Cgil), Roberto Cangini (Fai-Cisl), Alessandro Scarponi (Uila-Uil Cesena) e Alessandro Bandini (Uila-Uil Forlì) dal palco del presidio in Via dell’Arrigoni, davanti a 2.000 lavoratori e lavoratrici in sciopero. I sindacati hanno ribadito l’urgenza di un aumento dello stipendio per i lavoratori delle cooperative e dei consorzi agricoli, sottolineando che il contratto spetta loro di diritto.
Sciopero dopo rottura trattative per rinnovo del CCNL Cooperative e Consorzi Agricoli
Nella stessa giornata, un altro presidio si è tenuto davanti alla sede della Società Cooperativa Agricola Ortoromi di Borgoricco, una delle principali realtà nazionali nel mercato delle insalate di prima e quarta gamma con sede in provincia di Salerno. La protesta è stata organizzata dai sindacati confederali dopo cinque mesi di trattative con le parti datoriali, che non hanno portato a nulla. Lo sciopero ha coinvolto circa 800 lavoratori nella provincia di Padova, di cui circa 300/400 lavorano nello stabilimento di Borgoricco e altri 200/300 dipendenti in provincia di Salerno.
Giovanni Acco della Flai-Cgil Padova, Enrico Marchi della Fai-Cisl Padova Rovigo e Miriam Florian della Uila-Uil Venezia Padova hanno dichiarato che le distanze sugli aumenti salariali sono abissali. I sindacati hanno chiesto un incremento delle retribuzioni di 210 euro in tre anni, mentre le controparti erano disposte a concedere poco più della metà. Le cifre proposte non arrivano a compensare la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, eroso dall’inflazione degli ultimi anni. Durante la pandemia, i lavoratori erano considerati fondamentali per garantire il cibo sulle tavole delle famiglie, ma ora non vedono riconosciuta la loro dignità e professionalità.
Lavoratori Apofruit in sciopero: “Chiediamo un contratto dignitoso e di qualità”
I lavoratori dei principali consorzi e cooperative agricole locali, tra cui quelli dell’Apofruit di Longiano, hanno partecipato a uno sciopero massiccio, con lo stabilimento che è rimasto chiuso. La rottura del tavolo contrattuale a Roma è stata percepita come un duro schiaffo morale al riconoscimento del loro lavoro e ruolo nell’agroalimentare. I lavoratori hanno dichiarato di sentirsi calpestati nella loro dignità e di non meritare questa ingratitudine, soprattutto dopo essere stati sempre presenti durante la pandemia per garantire il cibo agli italiani.
Le paghe, già dimezzate a causa della crisi del 2022 e 2023, non coprivano le spese di gas, luce e benzina. Con l’alluvione e il Decreto Agricoltura 2024, le aziende delle province alluvionate (Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna) hanno ottenuto un biennio di agevolazioni contributive pari al 68%, traducendosi in un risparmio sul costo del lavoro. Tuttavia, i lavoratori chiedono un contratto dignitoso e di qualità che premi i loro sacrifici con una buona retribuzione, altrimenti saranno costretti a migrare verso altre realtà lavorative meglio remunerate e con migliori tutele.
Mancato rinnovo del contratto per 15mila lavoratori romagnoli: sciopero e protesta davanti a Legacoop
La protesta per il rinnovo del contratto nazionale delle cooperative e dei consorzi agricoli ha coinvolto oltre 15.000 lavoratori in Romagna. I sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno manifestato di fronte alla sede di Legacoop Romagna in via Villa Glori, con una seconda delegazione davanti all’ingresso di via Faentina 106 a Ravenna. L’iniziativa è stata accompagnata dalla proclamazione di uno sciopero di categoria per l’intera giornata di lavoro, seguito dalla rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale delle cooperative e dei consorzi agricoli, scaduto il 31 dicembre scorso.
I dati di adesione allo sciopero sono stati significativi: Centro Lavorazione Carni Terremerse 98%, Agrintesa 100%, Granfrutta Zani 90%, Caviro 100%, Ma.Ge.Ma gruppo Martini 70%, Apofruit 95%. Laura Mazzesi della Flai-Cgil, Alessandro Mazza della Uila-Uil e Mirko Michelini della Fai-Cisl hanno lanciato messaggi alle centrali cooperative dal presidio di Ravenna, sottolineando che i lavoratori, durante la pandemia, erano chiamati eroi per garantire i beni primari sugli scaffali dei supermercati e sulle tavole delle famiglie. Tuttavia, ora non vedono riconosciuto il giusto valore del loro lavoro.
I sindacalisti hanno chiesto come sia possibile sperare di cambiare il mercato del lavoro agricolo, caratterizzato da lavoro sottopagato, nero e sfruttato, se nemmeno le eccellenze rappresentate dalle centrali cooperative si schierano contro il lavoro povero. Dal palco a Ravenna, i vertici di Legacoop Romagna hanno ricevuto una delegazione sindacale e hanno ribadito la disponibilità a riprendere il dialogo al tavolo nazionale, auspicando l’apertura di una nuova fase di confronto fino al raggiungimento di un’intesa sostenibile per entrambe le parti.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale per i lavoratori delle cooperative e dei consorzi agricoli ha scatenato una serie di proteste e scioperi in tutta Italia. La richiesta principale dei lavoratori è un aumento salariale di 210 euro in tre anni per compensare la perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione. La partecipazione massiccia agli scioperi dimostra l’importanza della questione e la determinazione dei lavoratori a vedere riconosciuta la loro dignità e professionalità.
Nozione base di agricoltura: La rotazione delle colture è una pratica agricola fondamentale che consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno per migliorare la fertilità del suolo e ridurre l’incidenza di parassiti e malattie.
Nozione avanzata di agricoltura: L’agricoltura di precisione utilizza tecnologie avanzate come i droni, i sensori e i sistemi di gestione dei dati per monitorare e ottimizzare le pratiche agricole, migliorando l’efficienza e la sostenibilità delle coltivazioni.
La situazione attuale mette in luce la necessità di un dialogo costruttivo tra le parti per garantire condizioni di lavoro dignitose e sostenibili nel settore agricolo, essenziale per la vita di tutti i cittadini.