E-Mail: [email protected]
- La Giunta regionale del Piemonte sta lavorando a un disegno di legge per gestire il periodo di vuoto normativo.
- Entro 180 giorni dal 4 luglio, le amministrazioni locali devono definire le aree idonee per gli impianti.
- L'agrivoltaico potrebbe creare 150mila nuovi posti di lavoro in Italia.
Nella seduta del 24 ottobre, la Terza Commissione del Consiglio Regionale del Piemonte ha affrontato una questione di crescente importanza: la regolamentazione delle aree destinate al fotovoltaico e all’agrivoltaico. Questo dibattito si inserisce nel contesto del decreto del Ministero dell’Ambiente del 21 giugno, che stabilisce criteri per l’individuazione di superfici idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. L’obiettivo è raggiungere una potenza aggiuntiva di 80 GW da fonti rinnovabili entro il 2030, rispetto ai dati del 2020. Il decreto mira a definire modalità per minimizzare l’impatto ambientale e stabilire limiti per l’occupazione del suolo da parte di tali impianti.
Il presidente della Commissione, Claudio Sacchetto, ha sottolineato l’importanza di proteggere le aree agricole e paesaggistiche da speculazioni. La Giunta regionale sta lavorando a un disegno di legge per gestire il periodo di vuoto normativo, durante il quale potrebbero sorgere richieste di autorizzazione speculative. Entro 180 giorni dal 4 luglio, le amministrazioni locali dovranno definire le superfici idonee e non idonee, con una procedura accelerata per le prime. Il Decreto Ministeriale, inoltre, limita drasticamente la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici su terreni agricoli, introducendo divieti per zone non specificamente individuate.
Il Valore dell’Agrivoltaico per lo Sviluppo del Made in Italy
L’Alleanza per il Fotovoltaico sostiene che agricoltura e rinnovabili non debbano essere viste in contrapposizione, ma come elementi complementari. Il fotovoltaico in area agricola può recuperare terreni incolti, senza compromettere la biodiversità. In Italia, su 16,5 milioni di ettari di superficie agricola, 3,5 milioni sono incolti. Anche realizzando 110-120 GW di impianti, si utilizzerebbe solo lo 0,5% della superficie nazionale. L’agrivoltaico potrebbe creare 150mila nuovi posti di lavoro, valorizzando le competenze locali e contribuendo alla crescita del Made in Italy.
L’Alleanza sottolinea l’importanza di un piano di lungo termine per attrarre investimenti e sviluppare una filiera specializzata. L’agrivoltaico rappresenta un paradigma ideale per la transizione energetica, integrando agricoltura e rinnovabili. Questo approccio potrebbe incidere per almeno il 30% sull’ultima manovra governativa, consolidando l’Italia come leader nella transizione energetica in Europa e nel mondo.
- L'agrivoltaico è un'opportunità incredibile... 🌞🍇...
- Troppi rischi per le aree agricole... ⚠️🚜...
- E se l'agrivoltaico diventasse attrazione turistica? 🤔🌿...
Le Controversie sull’Agrivoltaico nelle Zone Unesco
La questione degli impianti agrivoltaici nelle aree Unesco è stata sollevata dai sindaci di Cortiglione, Bruno e Mombercelli, che hanno incontrato gli assessori regionali per discutere dei progetti già approvati. Nonostante le nuove normative, i progetti esistenti non possono essere fermati. I sindaci esprimono preoccupazione per l’impatto sul turismo e sull’ambiente, in particolare nelle zone con certificazioni Dop, Docg e Igp.
Il Comitato per la Valtiglione si oppone agli impianti a Cortiglione, temendo che vengano realizzati prima che le aree siano dichiarate non idonee. La normativa attuale protegge solo la core-zone Unesco, lasciando altre aree vulnerabili. La situazione evidenzia la necessità di una regolamentazione più chiara e di un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni.
Conclusioni e Riflessioni sul Futuro dell’Agrivoltaico
L’agrivoltaico rappresenta una sfida e un’opportunità per l’Italia. La sua integrazione con l’agricoltura può portare benefici economici e ambientali, ma richiede una pianificazione attenta e una regolamentazione chiara. La tutela delle aree agricole e paesaggistiche è fondamentale per evitare speculazioni e garantire uno sviluppo sostenibile.
In agricoltura, una nozione di base è la rotazione delle colture, una pratica che migliora la fertilità del suolo e riduce la necessità di fertilizzanti chimici. Nell’ambito dell’agrivoltaico, una pratica avanzata è l’agroforestazione, che combina alberi e colture per ottimizzare l’uso del suolo e migliorare la biodiversità.
Riflettendo su questi temi, è evidente che la transizione energetica non può prescindere dalla sostenibilità ambientale e sociale. L’agrivoltaico offre un modello di sviluppo che integra innovazione e tradizione, ma richiede un impegno collettivo per superare le sfide normative e garantire un futuro prospero per le comunità locali.