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- Il nuovo divieto vieta l'uso di pannelli fotovoltaici sui suoli agricoli, favorendo invece l'installazione sui tetti dei fabbricati rurali.
- Un piano governativo destinava 30 milioni di euro all'agrivoltaico per raggiungere 1,04 gigawatt di capacità installata entro il 2026.
- Solo lo 0,24% della superficie agricola sarebbe utilizzata per impianti fotovoltaici, permettendo la coesistenza con le pratiche agricole.
La questione relativa al divieto di fotovoltaico sui terreni agricoli sottolinea l’arduo compito di armonizzare gli obiettivi legati alla sostenibilità energetica con quelli concernenti la protezione delle risorse agricole. Nello sforzo del governo nel tentativo di elaborare una risposta soddisfacente per entrambe le parti coinvolte, diviene evidente che il processo della transizione verso fonti energetiche rinnovabili richiede un percorso integrato, capace non solo di garantire autonomia nella produzione energetica, ma anche di tutelare i valori intrinseci del suolo agricolo.
In agricoltura, una nozione fondamentale è la rotazione delle colture, una pratica che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’accumulo di parassiti e malattie. È imprescindibile che questa tecnica giochi un ruolo chiave nel garantire una sostenibilità duratura per le terre coltivabili. Dal punto di vista più sofisticato, integrare l’agrivoltaico rappresenta una straordinaria opportunità per mescolare le attività agricole con la generazione energetica, ottimizzando così il rendimento del suolo e favorendo contestualmente la riduzione degli inquinanti atmosferici. Analizzando tali pratiche emergenti, si sottolinea l’essenzialità di adottare una strategia globale capace di considerare tanto i bisogni immediati quanto quelli futuri; questo è cruciale per mantenere un’armonia tra gli sviluppi tecnologici e la salvaguardia dei patrimoni naturali.