E-Mail: [email protected]
- Calo drastico dei prezzi del grano duro, con un minimo di 183,5 euro per tonnellata su Euronext.
- Diminuzione di 130mila ettari di grano duro segnalata per il 2024, indicando un raccolto tra i più bassi mai registrati.
- L'Italia importa il 40% del fabbisogno di grano duro, evidenziando una maggiore dipendenza dall'estero.
Il settore cerealicolo italiano sta affrontando una crisi senza precedenti, con un calo drastico dei prezzi e delle semine che hanno raggiunto livelli minimi storici. Questa situazione è aggravata dall’incremento record delle importazioni da paesi come Turchia, Russia e Ucraina, che mettono a rischio la sostenibilità della cerealicoltura nazionale. Le quotazioni del grano duro, in particolare, hanno subito un crollo significativo, con il prezzo sul mercato europeo Euronext che ha toccato il minimo da agosto 2020, fissandosi a 183,5 euro per tonnellata.
La diminuzione di 130mila ettari di grano duro segnalata dai primi dati della CIA Agricoltori Italiani per il 2024, unita ai cambiamenti climatici, preannuncia un raccolto tra i più bassi mai registrati. Questa perdita di terreno nell’agricoltura del grano è sintomatica di una maggiore dipendenza dall’estero, con l’Italia che importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di grano tenero e il 55% di mais.
La situazione è particolarmente critica in Puglia, la principale regione produttrice di grano duro italiano, dove i costi di produzione superano nettamente i ricavi. La discrepanza tra produzione e importazione ha un impatto significativo sull’agricoltura italiana, evidenziando una contraddizione nel panorama agricolo del paese, che vede una crescente richiesta da parte dei consumatori di prodotti totalmente italiani.
La risposta del settore e le proposte per il futuro
Di fronte a questa crisi, le organizzazioni agricole italiane chiedono maggiore trasparenza sui mercati e il riconoscimento dei costi ai cerealicoltori. La mancata istituzione del registro telematico sulle giacenze dei cereali, Granaio Italia, è stata denunciata come un ostacolo fondamentale per una tracciabilità più accurata. Inoltre, si sollecita l’implementazione di uno strumento che certifichi i costi di produzione per definire in modo chiaro i termini di contrattazione.
La necessità di affrontare la situazione con misure urgenti è evidente, considerando gli impatti negativi sia sull’agricoltura nazionale che sulla sicurezza alimentare della popolazione. La Coldiretti ha evidenziato un aumento drammatico delle importazioni di cereali dal Canada, trattati con glifosato secondo modalità vietate a livello nazionale, e ha sottolineato come gli accordi commerciali agevolati rappresentino una minaccia per la salute dei cittadini e causino una depressione dei prezzi pagati ai produttori.
Per contrastare la crisi, si propone di utilizzare parte dei fondi UE messi a disposizione per l’emergenza ucraina per acquistare e stoccare in magazzini europei i prodotti cerealicoli, evitando così la destabilizzazione del mercato comunitario e valorizzando il ruolo geopolitico dell’Europa nella lotta all’insicurezza alimentare.
Implicazioni per la sicurezza alimentare e l’economia locale
La crisi del grano duro non riguarda solo i produttori ma ha implicazioni dirette sulla sicurezza alimentare e sull’economia locale. La dipendenza dalle importazioni espone il paese a rischi legati alle fluttuazioni dei mercati internazionali e alle politiche agricole di altri paesi. Inoltre, la perdita di biodiversità e la diminuzione delle superfici coltivate a grano duro hanno un impatto negativo sull’ambiente e sulla capacità del paese di garantire la propria sicurezza alimentare.
La situazione richiede una risposta coordinata a livello nazionale ed europeo, con politiche volte a sostenere i produttori locali, garantire prezzi equi che coprano i costi di produzione e promuovere la produzione di cereali sostenibile. È fondamentale anche lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero attraverso l’innovazione e l’adozione di pratiche agricole più efficienti e sostenibili.
Bullet Executive Summary
La crisi del grano duro in Italia evidenzia la fragilità del settore cerealicolo nazionale di fronte all’aumento delle importazioni e al crollo dei prezzi. Questa situazione mette a rischio la sicurezza alimentare del paese e richiede una risposta urgente per garantire la sostenibilità della produzione nazionale. È essenziale promuovere una maggiore trasparenza sui mercati e riconoscere i costi ai cerealicoltori italiani per affrontare efficacemente la crisi.
Una nozione base di agricoltura correlata al tema principale dell’articolo è l’importanza della sovranità alimentare, ovvero la capacità di un paese di produrre cibo sufficiente per nutrire la propria popolazione. Una nozione di agricoltura avanzata applicabile al tema è l’adozione di tecnologie agricole innovative per aumentare la resa delle colture, ridurre i costi di produzione e minimizzare l’impatto ambientale, contribuendo così a rendere il settore cerealicolo più competitivo e sostenibile.
- La natura speculativa della crisi del grano: un’arma geopolitica? - ilSole24ORE
- La crisi del grano, da problema locale a crisi globale | Euronews
- Guerra Ucraina, crisi del grano: le rotte e i Paesi più esposti
- Crisi del grano, i produttori di farine penalizzati da costi delle materie prime e distribuzione - Il Sole 24 ORE
- Il problema del grano in Italia - Panorama
- Raddoppia l’import di grano duro mentre frena l’export di pasta