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5 motivi per cui i pomodori cinesi minacciano la produzione italiana

Scopri come l'importazione di pomodori cinesi sta influenzando la produzione italiana e mettendo a rischio i simboli della Dieta Mediterranea.
  • Arrivo di 40 container di concentrato di pomodoro cinese nel porto di Salerno.
  • Importazioni minacciano la produzione italiana di 54 milioni di quintali di pomodori all'anno.
  • Esportazioni italiane di prodotti alimentari raggiungono un valore record di 64 miliardi di euro nel 2023.
  • Aumento del 800% delle importazioni di grano turco e 1000% di grano russo nel 2023.
  • 38.000 aziende agricole in Puglia a rischio per il calo delle quotazioni del grano sotto i costi di produzione.

Il 30 maggio 2024, il porto di Salerno è stato teatro di una manifestazione organizzata dalla Coldiretti contro l’importazione di pomodori cinesi. Una nave carica di 40 container di concentrato di pomodoro cinese, partita il 29 aprile dalla regione autonoma dello Xinjiang, è giunta a destinazione dopo un viaggio di oltre un mese. L’arrivo del carico è stato accolto da gommoni della Coldiretti e dalla vedetta della Capitaneria di Porto, in un’azione simbolica per denunciare l’invasione di “oro rosso” cinese che rischia di “italianizzarsi” e mettere in ginocchio i prodotti simbolo della Dieta Mediterranea.

La Coldiretti ha sottolineato come il comparto del pomodoro da industria in Italia, che produce 54 milioni di quintali all’anno, sia minacciato dall’importazione selvaggia. La Campania, dove operano 60 delle 110 industrie di trasformazione italiane, è particolarmente vulnerabile. La denuncia riguarda non solo la concorrenza sleale, ma anche il rischio che il concentrato cinese venga utilizzato per prodotti da esportazione, offuscando l’immagine delle vere produzioni alimentari italiane, che lo scorso anno hanno raggiunto un valore record di 64 miliardi di euro sui mercati esteri.

Il Viaggio del Pomodoro Cinese

Il carico di pomodoro cinese ha seguito un percorso complesso: dalla regione autonoma dello Xinjiang, è stato trasportato tramite il China-Europe Railway Express, poi trasbordato in Turchia e infine giunto in Italia. Questo concentrato rappresenta quasi il 25% del prodotto fresco nazionale e arriva in grandi quantità in Italia, dove vige l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima solo per passate, pelati e cubetti, ma non per i sughi pronti.

La Coldiretti ha lanciato un appello per una maggiore trasparenza e reciprocità negli scambi commerciali, chiedendo che dietro ogni cibo sulle tavole italiane ci sia un percorso di qualità che tuteli i minori, il lavoro, l’ambiente e la salute. La mobilitazione non è stata isolata: contemporaneamente, al porto di Bari, un’altra nave carica di grano turco è stata oggetto di un’azione simile.

Il Caso del Grano Turco a Bari

Al porto di Bari, la nave ‘fantasma’ Alma, carica di grano duro turco, è stata circondata dai gommoni della Coldiretti. La nave, dopo aver lasciato la Tunisia e toccato le coste greche, è giunta a Bari con un carico che ha sollevato preoccupazioni tra gli agricoltori italiani. Le importazioni di grano duro dalla Turchia sono aumentate di oltre l’800% nel 2023, mentre quelle dalla Russia sono cresciute del 1000% e dal Kazakistan del 170%.

Le quotazioni del grano sono scese al di sotto dei costi di produzione, mettendo a rischio la sopravvivenza di 38.000 aziende agricole in Puglia, nota come il “Granaio d’Italia”. La Coldiretti ha denunciato la concorrenza sleale e ha chiesto l’introduzione del principio di reciprocità per garantire che i prodotti importati rispettino gli stessi standard ambientali, sanitari e di lavoro del mercato interno.

Diritti Umani e Lavoro Forzato

Un altro aspetto drammatico della questione riguarda i diritti umani. Il concentrato di pomodoro cinese proviene dalla regione dello Xinjiang, dove l’attività agricola è svolta con il ricorso al lavoro forzato degli uiguri, una minoranza etnica musulmana. Le associazioni per i diritti umani hanno sollevato il caso, sollecitando un’indagine per verificare l’origine dei prodotti sulla nave e ricordando all’Italia la responsabilità di garantire pratiche commerciali etiche.

La Commissione Europea ha varato provvedimenti per stringere le maglie sulle importazioni di prodotti realizzati con lavoro forzato, ma i tempi per l’operatività sono lunghi. La Coldiretti ha lanciato una “vertenza” forte sull’agricoltura, chiedendo reciprocità negli scambi commerciali e una maggiore trasparenza nelle etichette dei prodotti alimentari.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la questione delle importazioni di pomodoro cinese e grano turco solleva preoccupazioni non solo economiche, ma anche etiche e sociali. La Coldiretti ha evidenziato come l’invasione di prodotti stranieri possa mettere in crisi il settore agroalimentare italiano, simbolo della Dieta Mediterranea, e ha chiesto maggiore trasparenza e reciprocità negli scambi commerciali.

Una nozione base di agricoltura correlata al tema è l’importanza della rotazione delle colture per mantenere la fertilità del suolo e ridurre l’incidenza di parassiti e malattie. Una nozione avanzata è l’uso di tecnologie di precisione per monitorare e ottimizzare l’uso delle risorse, migliorando la sostenibilità e la produttività delle coltivazioni.

La riflessione personale che emerge è la necessità di un equilibrio tra globalizzazione e tutela delle produzioni locali, garantendo al contempo il rispetto dei diritti umani e degli standard etici.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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