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- Il progetto MICROx2 punta alla coltivazione di micro-ortaggi nello spazio per supportare missioni estese.
- ENEA ha sviluppato un sistema di coltivazione con tecnologie avanzate di irrigazione e illuminazione LED.
- Prototipi testati con simulazioni su Marte dimostrano l'efficacia delle tecnologie in condizioni estreme.
Con il progetto MICROx2 l’agricoltura nello spazio ha conseguito nuovi sviluppi; l’impresa è coordinata dall’Università Federico II di Napoli con l’appoggio dell’Agenzia Spaziale Italiana. L’iniziativa si propone di creare sistemi biorigenerativi per coltivare micro-ortaggi come ravanelli e cavoli verza nell’ambiente spaziale, a supporto delle esigenze alimentari degli astronauti nelle missioni più estese. Tale progetto sarà presentato nella data del 16 dicembre durante la Giornata Nazionale dello Spazio: evento celebrativo in onore del lancio nel 1964 del primo satellite italiano, San Marco 1.
Il Ruolo di ENEA e le Tecnologie Avanzate
Con la collaborazione del CNR e delle università romane Tor Vergata e napoletana Federico II, ENEA ha sviluppato un nuovo metodo agricolo che include tecnologie di irrigazione e illuminazione a LED. Questi sistemi sono sotto il controllo di una rete intelligente che offre diagnosi non invasive, così come il monitoraggio costante della condizione delle colture e degli elementi ambientali come umidità dell’aria, temperatura interna ed esterna e livelli di CO2. Tale approccio punta a ottimizzare efficacemente le risorse limitate in spazi ristretti, accrescendo sia la resa delle coltivazioni sia la sicurezza nell’approvvigionamento alimentare.
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Prototipi e Sperimentazioni per il Futuro dell’Agricoltura Spaziale
Durante il New Space Economy Expoforum, ENEA ha presentato innovativi prototipi di giardini spaziali destinati alla coltivazione di microverdure nello spazio extraterrestre. Un esempio è rappresentato da un sistema idroponico completamente automatizzato che integra luci LED full-spectrum e un braccio robotico; tale sistema è stato ideato per operare all’interno di una tenda autoportante gonfiabile. L’efficacia di queste tecnologie è stata testata attraverso simulazioni delle condizioni su Marte durante la missione Amadee-24 organizzata in Armenia, dimostrando la loro efficacia anche in contesti estremamente sfidanti.
Conclusioni: Verso una Nuova Era dell’Agricoltura Spaziale
Gli scienziati italiani stanno esplorando percorsi innovativi nell’agricoltura cosmica, cercando di assicurare che le missioni future siano sostenibili e migliorino il tenore di vita degli astronauti. Crescere vegetali freschi nello spazio consente una riduzione della dipendenza dalle forniture terrestri, spianando così la strada all’esplorazione umana oltre i confini dell’orbita bassa terrestre. Queste avanzate tecnologie non solo agevolano le imprese spaziali ma offrono anche soluzioni inventive per affrontare i problemi agricoli sul nostro pianeta.
In agricoltura terrestre, si sa quanto sia cruciale la rotazione delle colture, tecnica che aiuta a mantenere fertile il suolo ed evitare proliferazioni parassitarie. Nell’ambiente spaziale, questa strategia potrebbe essere adattata per massimizzare le limitate risorse disponibili, garantendo raccolti stabili nel tempo. Le tecniche sofisticate come quelle basate sui sistemi idroponici e aeroponici permettono alle piante di crescere senza terreno con nutrienti solubili in acqua che minimizzano notevolmente il consumo idrico necessario. La rilevanza di questa tecnologia è particolarmente marcata nel contesto delle missioni spaziali, dove la limitatezza sia dello spazio che delle risorse costituisce una sfida continua. Riflettendo su queste innovazioni, si può prevedere un avvenire in cui i progressi tecnologici concepiti per lo spazio possono riverberarsi positivamente sull’agricoltura del nostro pianeta, incoraggiando pratiche che siano al contempo più sostenibili e robuste.