Agricoltura di precisione: come può salvare le coltivazioni di kiwi dalla moria?

L’agricoltura di precisione si pone come una risposta innovativa e tecnologicamente avanzata alla crescente emergenza della moria dei kiwi, un fenomeno che ha colpito oltre la metà delle coltivazioni italiane, con un impatto economico devastante stimato in 1,3 miliardi di euro, che sale a 5 miliardi considerando l’indotto. Questa tecnica si avvale di strumenti come la mappatura digitalizzata dei suoli, sensori dedicati, droni con camere multispettrali e sonde per la gestione delle acque, che consentono una distribuzione equilibrata e diversificata delle risorse idriche. Tali strumenti sono fondamentali per affrontare una delle principali emergenze del settore primario, cercando di garantire la sopravvivenza e la produttività delle colture di kiwi.

Il ruolo della ricerca e delle istituzioni

Numerosi istituti di ricerca, in collaborazione con le università, stanno conducendo studi ed esperimenti per individuare le specie di kiwi più resistenti attraverso l’uso di portainnesti. Questo processo di ricerca è essenziale per comprendere il comportamento delle piante in diverse zone produttive e per sviluppare soluzioni efficaci contro la moria. Durante un convegno a Bussolengo, esperti del settore si sono confrontati con operatori economici per discutere delle sfide e delle opportunità offerte dall’agricoltura di precisione. La mancanza di supporto finanziario da parte dello Stato e delle Regioni è stata evidenziata come un ulteriore ostacolo per gli agricoltori, che si trovano a dover affrontare da soli le conseguenze economiche della moria.

Progetti sperimentali e innovazioni tecniche

Il progetto KIMOR, avviato nel 2017 in Piemonte, ha rappresentato un passo importante per comprendere le cause della moria del kiwi e sviluppare soluzioni pratiche. Tra le tecniche sperimentate, la baulatura del terreno si è dimostrata efficace nel ridurre il ristagno idrico, mentre l’uso di compost e zeoliti ha mostrato potenzialità nel migliorare la salute delle piante. Tuttavia, nessuna soluzione si è rivelata completamente risolutiva. L’irrigazione di precisione, che consente di modulare l’apporto idrico in base alle reali necessità delle piante, è stata identificata come una pratica fondamentale per prevenire la moria. L’adozione di portinnesti resistenti, come lo Z1 Vitroplant®, è in fase di valutazione per la sua capacità di migliorare la resilienza delle colture.

Conclusioni e riflessioni future

La moria del kiwi rappresenta una sfida complessa e multifattoriale, che richiede un approccio integrato e innovativo. L’agricoltura di precisione offre strumenti promettenti per affrontare questa emergenza, ma è necessario un impegno continuo nella ricerca e nell’adozione di pratiche agronomiche sostenibili. La gestione olistica del suolo e delle risorse idriche, insieme all’uso di tecnologie avanzate, può contribuire a preservare la vitalità delle colture e garantire la sostenibilità economica del settore. In agricoltura, una nozione di base importante è il concetto di drenaggio del suolo. È imprescindibile avere un terreno ben drenante al fine di scongiurare il ristagno dell’acqua, poiché ciò potrebbe causare asfissia radicale compromettendo la vitalità delle piante. In scenari più complessi, si rivela utile impiegare tensiometri per monitorare costantemente il livello d’umidità nel terreno; questa tecnica raffinata permette di ottimizzare il processo irriguo ed evitare accumuli idrici superflui. Esaminando tali pratiche agronomiche emerge come sia fondamentale adottare un metodo consapevole e informato nella gestione delle risorse naturali, facendo la differenza tra colture floride o insuccessi agricoli.