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- Il numero di aziende agricole è diminuito da 102.373 a 44.516 in trent'anni.
- La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è scesa da 454mila a 414mila ettari tra il 2010 e il 2020.
- Il 15,3% dei terreni agricoli è coltivato a biologico, indicando un focus sulla sostenibilità.
- Solo il 7,3% delle aziende ha investito in innovazione tecnologica tra il 2018 e il 2020.
- Le imprese agricole guidate da donne rappresentano il 35% del totale, sopra la media nazionale.
Negli ultimi trent’anni, l’agricoltura abruzzese ha vissuto una trasformazione significativa, riflettendo una tendenza che si osserva in molte regioni italiane. Il numero di aziende agricole è diminuito drasticamente, passando da 102.373 a 44.516, mentre il settore ha registrato un calo di 1.200 lavoratori rispetto al 2023. Questo declino si è verificato parallelamente a una flessione nella Superficie Agricola Utilizzata (SAU), che ha visto una riduzione da 454mila ettari nel 2010 a 414mila ettari nel 2020. Nonostante queste sfide, le aziende agricole superstiti tendono a crescere in scala gestionale, con una più ampia area di coltivazione. Questo fenomeno è stato discusso durante l’incontro “Una rete per il lavoro agricolo di qualità: coltiviamo insieme il futuro”, tenutosi ad Avezzano, dove esperti del settore hanno sottolineato l’importanza di affrontare le irregolarità nel lavoro agricolo e di promuovere una formazione adeguata per i lavoratori.
Innovazione e Sostenibilità: Le Nuove Sfide
L’agricoltura abruzzese si trova di fronte a una serie di sfide che richiedono innovazione e sostenibilità. Tra il 2010 e il 2020, il numero delle aziende agricole è diminuito di un terzo, con un calo del 33,4% delle imprese. Tuttavia, il 15,3% dei terreni agricoli è coltivato a biologico, un dato che sottolinea l’importanza della sostenibilità ambientale. L’innovazione tecnologica è fondamentale per il settore, ma in Abruzzo solo il 7,3% delle aziende ha effettuato investimenti in innovazione tra il 2018 e il 2020. Questo dato colloca la regione al quindicesimo posto in Italia per incidenza di innovazione, evidenziando la necessità di un maggiore impegno in questo ambito.
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Il Ruolo dei Giovani e delle Donne nell’Agricoltura
Un aspetto interessante dell’agricoltura abruzzese è la crescente presenza di donne e giovani nel settore. Le imprese agricole guidate da donne rappresentano il 35% del totale, un dato superiore alla media nazionale. Tuttavia, le aziende condotte da giovani under 45 sono solo il 10,3%, al di sotto della media italiana. Questo scenario evidenzia la necessità di incentivare l’imprenditorialità giovanile, un obiettivo che la Regione Abruzzo sta cercando di raggiungere attraverso finanziamenti e supporto alle start-up. Inoltre, il settore vitivinicolo, in particolare, sta vedendo un crescente interesse da parte dei giovani, che stanno portando nuove idee e tecnologie per affrontare le sfide climatiche e di mercato.
Conclusioni: Verso un Futuro Sostenibile
L’agricoltura abruzzese è in una fase di transizione che richiede un equilibrio tra tradizione e innovazione. La sfida è quella di mantenere le eccellenze locali e le tradizioni, mentre si adottano pratiche sostenibili e si promuove l’innovazione tecnologica. La collaborazione tra istituzioni, aziende e lavoratori è essenziale per garantire un futuro sostenibile per il settore. La Politica Agricola Comune (PAC) e i fondi del PNRR possono svolgere un ruolo cruciale in questo processo, supportando le aziende agricole nell’affrontare le sfide del futuro.
In agricoltura, una nozione di base fondamentale è la rotazione delle colture, una pratica che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’accumulo di parassiti e malattie. Questa tecnica è particolarmente importante in un contesto come quello abruzzese, dove la sostenibilità è una priorità. A livello avanzato, l’implementazione di tecnologie di agricoltura di precisione può ottimizzare l’uso delle risorse, migliorando l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale. Riflettendo su queste pratiche, possiamo apprezzare come l’agricoltura moderna non sia solo una questione di produzione alimentare, ma anche di gestione responsabile delle risorse naturali e di innovazione continua per affrontare le sfide globali.