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- Il fatturato del settore biologico ha superato i 9 miliardi di euro nel 2023.
- L'export del settore è raddoppiato in un decennio, passando da 1,8 miliardi nel 2012 a 3,6 miliardi nel 2023.
- Obiettivo di raggiungere il 25% di superficie agricola a biologico entro il 2030.
Negli ultimi anni, il settore dei prodotti biologici in Italia ha registrato una crescita significativa, con un fatturato che ha superato i 9 miliardi di euro. Questo incremento è stato trainato principalmente dal mercato estero, con l’export che ha raddoppiato il suo valore in un decennio, passando da 1,8 miliardi di euro nel 2012 a 3,6 miliardi nel 2023. Secondo i dati presentati da Nomisma, il volume delle vendite è aumentato del 4,9% e il valore del 4,5% negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, nonostante questi risultati positivi, il settore deve affrontare sfide significative, tra cui la necessità di semplificare la burocrazia e stabilire un “giusto prezzo” per i prodotti biologici.
La Necessità di un Sistema Unico di Certificazione
Uno dei principali ostacoli che il settore biologico italiano deve superare è la complessità burocratica legata alla certificazione dei prodotti. Attualmente, il sistema di certificazione è frammentato e gestito da diversi organismi privati, il che complica il processo per i produttori. Le associazioni di settore, tra cui FederBio, chiedono l’istituzione di un sistema unico di certificazione che preveda piani di controllo standardizzati e tariffari uniformi, approvati dall’Autorità competente nazionale. Questo approccio non solo ridurrebbe la burocrazia, ma migliorerebbe anche la trasparenza e la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici.
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Verso un Marchio Biologico Italiano
Un altro passo fondamentale per il settore è la creazione di un marchio biologico italiano, che potrebbe aumentare la riconoscibilità e il valore dei prodotti biologici sia sul mercato interno che estero. Recentemente, il governo ha chiuso un bando per la creazione di questo marchio, ricevendo oltre 300 proposte. La commissione incaricata di valutare le proposte si è già costituita e inizierà presto i lavori. Un marchio nazionale potrebbe fungere da catalizzatore per la crescita del settore, promuovendo la qualità e la sicurezza dei prodotti italiani e sostenendo la transizione verso un’agricoltura più sostenibile.
Obiettivi Futuri e Sfide da Affrontare
Il settore biologico italiano si trova di fronte a sfide significative, tra cui l’obiettivo di raggiungere il 25% di superficie agricola coltivata a biologico entro il 2030, come richiesto dalla strategia europea “From Farm to Fork”. Attualmente, l’Italia si avvicina al 20%, ma per raggiungere questo obiettivo è necessario un impegno concertato da parte di tutti gli attori coinvolti. Inoltre, il settore deve affrontare le sfide legate al cambiamento climatico, che hanno già avuto un impatto negativo sulla produzione agricola. Per superare queste difficoltà, è essenziale che il settore continui a innovare e a promuovere pratiche agricole sostenibili.
In conclusione, il settore biologico italiano è in crescita, ma deve affrontare sfide significative per mantenere questo slancio. La creazione di un sistema unico di certificazione e di un marchio nazionale potrebbe rappresentare un passo importante verso una maggiore sostenibilità e competitività. È fondamentale che il settore continui a innovare e a promuovere pratiche agricole sostenibili per affrontare le sfide future e contribuire alla transizione ecologica.
Per chi si avvicina al mondo dell’agricoltura biologica, è importante comprendere che questa pratica si basa su principi di sostenibilità ambientale e sociale. L’agricoltura biologica promuove la biodiversità, la fertilità del suolo e il benessere degli animali, evitando l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici. Una nozione avanzata correlata è l’importanza della rotazione delle colture, una pratica che aiuta a mantenere la salute del suolo e a prevenire l’accumulo di parassiti e malattie. Riflettendo su questi aspetti, possiamo apprezzare come l’agricoltura biologica non sia solo una scelta di consumo, ma un impegno verso un futuro più sostenibile.