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- Il governo italiano mira a 25% di campi biologici entro il 2027, anticipando l'obiettivo europeo del 2030.
- Il nuovo decreto permette tolleranze per contaminazioni accidentali, con pesticidi come il glifosato tollerati fino a 20 volte il limite attuale.
- L'assenza di un Piano d'Azione Nazionale aggiornato complica la gestione sostenibile dei pesticidi dal 2019.
Il settore dell’agricoltura biologica in Italia sta affrontando una sfida significativa a causa delle nuove normative proposte dal governo. Con l’obiettivo di raggiungere il 25% di campi biologici entro il 2027, l’Italia ha anticipato l’obiettivo europeo fissato per il 2030. Tuttavia, la questione delle contaminazioni accidentali da pesticidi rappresenta un ostacolo critico. Il recente decreto del governo, ancora in bozza, introduce la possibilità di certificare prodotti biologici anche in presenza di contaminazioni accidentali, purché i residui siano mantenuti entro limiti rigorosi. Questo approccio mira a tutelare i produttori biologici, spesso penalizzati da contaminazioni provenienti da coltivazioni convenzionali vicine. Tuttavia, la mancanza di un Piano d’Azione Nazionale aggiornato per l’uso sostenibile dei pesticidi, scaduto nel 2019, complica ulteriormente la situazione.
Il Decreto Contaminazioni e le Sue Implicazioni
Il decreto ministeriale in preparazione, noto come “decreto contaminazioni”, ha sollevato preoccupazioni significative tra gli operatori del settore biologico. L’articolo 3 del decreto introduce sanzioni per la presenza accidentale di pesticidi, anche in tracce minime, mentre l’articolo 5 concede una tolleranza inedita per concentrazioni superiori a 0,01 mg/kg, includendo sostanze come il glifosato. Questo erbicida, classificato come probabile cancerogeno dall’IARC-OMS, potrebbe essere tollerato fino a 20 volte il limite attuale in alcune colture. La contraddizione tra i due articoli crea un cortocircuito normativo che rischia di minare la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici, costruita con anni di impegno nel garantire cibi privi di pesticidi.
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Le Reazioni delle Organizzazioni e delle Istituzioni
Le reazioni al decreto non si sono fatte attendere. Eleonora Evi, deputata del Partito Democratico, ha sollevato interrogazioni al ministro dell’Agricoltura, chiedendo spiegazioni sul perché penalizzare il settore biologico. Anche il WWF Italia ha espresso preoccupazioni, sottolineando che le norme proposte sono incoerenti e penalizzanti per gli agricoltori biologici. La mancanza di misure efficaci per prevenire le contaminazioni accidentali, come distanze di sicurezza adeguate e barriere verdi, è vista come una lacuna significativa. Le associazioni di categoria, come FederBio e AIAB, sono state invitate a prendere posizione contro questa nuova tolleranza, che rischia di compromettere la fiducia dei consumatori.
Verso un Futuro Sostenibile per l’Agricoltura Biologica
In conclusione, il settore biologico italiano si trova a un bivio cruciale. La necessità di un quadro normativo chiaro e coerente è essenziale per proteggere gli agricoltori biologici e garantire la qualità dei prodotti. L’applicazione del principio “chi inquina paga” potrebbe essere una soluzione per responsabilizzare chi utilizza pesticidi e prevenire contaminazioni accidentali. La transizione verso tecniche agricole più sostenibili richiede un sostegno economico adeguato e una revisione delle politiche agricole, per garantire che l’agricoltura biologica possa prosperare senza compromettere i suoi principi fondamentali.
Nel contesto dell’agricoltura biologica, una nozione base è l’importanza di mantenere la biodiversità del suolo. Questo non solo migliora la salute delle piante, ma contribuisce anche a un ecosistema più resiliente. Un aspetto avanzato dell’agricoltura biologica è l’uso di tecniche di agricoltura rigenerativa, che mirano a migliorare la salute del suolo attraverso pratiche come la rotazione delle colture e l’uso di compost. Queste tecniche non solo riducono la necessità di input chimici, ma aumentano anche la capacità del suolo di sequestrare carbonio, contribuendo alla mitigazione del cambiamento climatico. Riflettendo su queste pratiche, possiamo apprezzare come l’agricoltura biologica non sia solo una scelta di produzione alimentare, ma una filosofia che abbraccia la sostenibilità e la responsabilità ambientale.