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- Centinaia di casi confermati di lingua blu in tutta la Sardegna.
- Le aree più colpite includono Cagliaritano, Sulcis, Oristanese e Gallura.
- Critiche alla Regione Sardegna per la mancata somministrazione tempestiva dei vaccini.
La Sardegna sta affrontando una delle peggiori epidemie di lingua blu degli ultimi anni. La Coldiretti ha lanciato un allarme riguardante la diffusione di questa malattia virale, che ha colpito pesantemente gli allevamenti ovini dell’isola. Secondo l’associazione, ci sono “centinaia di casi conclamati e molti altri in fase di accertamento”, con focolai estesi in tutta la regione. La situazione è passata da pochi casi isolati a una diffusione capillare in un breve lasso di tempo, causando gravi perdite di animali e ingenti danni economici agli allevatori.
Le Aree Più Colpite
La situazione più critica si registra nel Cagliaritano, ma la lingua blu non risparmia nessuna zona dell’isola. Dal Sulcis, dove sono stati individuati i primi focolai, il virus si è propagato rapidamente agli allevamenti di Iglesiente, Guspini e Arbus, fino a toccare la fascia del Campidano e il Sarrabus-Gerrei. Nell’Oristanese, i focolai sono in forte espansione, colpendo aree che vanno da Ghilarza a Cuglieri, Sedilo a Bonarcado, e includendo Paulilatino, San Nicolò Gerrei, Uras e Marrubiu. Anche la provincia di Nuoro non è indenne, con molti casi in via di accertamento e casi conclamati in Baronia e Ogliastra. La Gallura, nel nord della Sardegna, rimane una delle zone più colpite, mettendo in crisi anche il settore bovino da carne a causa del blocco delle movimentazioni.
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Le Critiche alla Gestione della Crisi
La Coldiretti ha puntato il dito contro la Regione Sardegna, accusandola di non aver attivato tempestivamente un piano per la somministrazione dei vaccini e di non aver sostenuto gli allevatori nell’acquisto di antiparassitari. L’immobilismo degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità ha portato a una situazione insostenibile per gli allevamenti, con gravi responsabilità attribuite ai rispettivi assessorati. Nonostante le sollecitazioni, tutto è rimasto fermo, aggravando ulteriormente la crisi.
Le Misure di Contenimento e le Dichiarazioni Ufficiali
L’Assessore regionale dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, ha cercato di rassicurare gli allevatori, dichiarando che non esiste alcun blocco alla movimentazione dei capi bovini nelle zone colpite. Tuttavia, ha sottolineato che sono state raccomandate misure di mitigazione del rischio di diffusione della malattia, come la subordinazione delle movimentazioni all’esito favorevole del test PCR sui capi e il trattamento con insetto repellente sette giorni prima della partenza. Queste misure, adottate a livello nazionale, mirano a limitare il rischio di diffusione della malattia. Nonostante ciò, la situazione rimane critica, con casi di lingua blu accertati anche in altre regioni italiane come Piemonte, Liguria, Lombardia, Calabria e Sicilia.
Bullet Executive Summary
La diffusione della lingua blu in Sardegna ha raggiunto proporzioni devastanti, colpendo duramente gli allevamenti ovini e causando gravi perdite economiche. La Coldiretti ha criticato la gestione della crisi da parte della Regione, accusandola di immobilismo e di non aver attivato tempestivamente le misure necessarie per contenere l’epidemia. Nonostante le rassicurazioni dell’Assessore regionale dell’Agricoltura, la situazione rimane critica e richiede un monitoraggio costante e misure efficaci per evitare ulteriori danni.
In agricoltura, la prevenzione delle malattie è fondamentale per garantire la salute degli animali e la sostenibilità economica degli allevamenti. La vaccinazione tempestiva e l’uso di antiparassitari sono strumenti essenziali per prevenire la diffusione di malattie come la lingua blu. Tuttavia, è altrettanto importante adottare misure di biosicurezza, come il controllo degli insetti vettori e la limitazione delle movimentazioni degli animali, per ridurre il rischio di contagio.
In conclusione, la crisi della lingua blu in Sardegna ci ricorda l’importanza di una gestione proattiva e coordinata delle emergenze sanitarie in agricoltura. Solo attraverso una collaborazione efficace tra le autorità sanitarie, gli allevatori e le associazioni di categoria sarà possibile affrontare e superare le sfide poste da epidemie come questa.