Company name: Dynamic Solutions s.r.l.
Address: VIA USODIMARE 3 - 37138 - VERONA (VR) - Italy

E-Mail: [email protected]

Emergenza: l’export di pollame dal Brasile sospeso per 44 paesi — Impatti globali

La conferma di un focolaio della malattia di Newcastle in Brasile ha portato alla sospensione delle esportazioni di pollame verso 44 paesi. Scopri le conseguenze per il mercato avicolo internazionale e le misure adottate.
  • Focolaio della malattia di Newcastle confermato nello Stato di Rio Grande do Sul, una delle principali regioni produttrici di carne di pollo del Brasile.
  • Sospensione delle esportazioni di pollame verso 44 paesi per 21 giorni, con possibile estensione a tutto il territorio nazionale o entro un raggio di 50 chilometri dal focolaio.
  • Nei primi sei mesi del 2024, Rio Grande do Sul ha esportato 354 mila tonnellate di pollame, generando un fatturato di 630 milioni di dollari, rappresentando il 13,82% del totale nazionale.

Il Brasile ha recentemente sospeso le esportazioni di pollame e derivati verso 44 Paesi a seguito della conferma di un focolaio della malattia di Newcastle, nota anche come pseudopeste aviaria. Questa patologia virale colpisce sia gli uccelli domestici che quelli selvatici, causando gravi preoccupazioni nel settore avicolo. Il focolaio è stato individuato nello Stato di Rio Grande do Sul, una delle principali regioni produttrici di carne di pollo del Paese.

Le autorità del governo di Rio Grande do Sul hanno adottato misure immediate, decretando una revisione della certificazione per le esportazioni secondo le norme internazionali sul commercio di prodotti avicoli. La sospensione delle vendite, prevista per 21 giorni, potrebbe riguardare allevamenti su tutto il territorio nazionale o solo quelli entro un raggio di 50 chilometri dal focolaio.

Rio Grande do Sul, già colpito da recenti alluvioni, è il terzo maggiore esportatore di carne di pollo in Brasile. Nei primi sei mesi dell’anno, lo Stato ha inviato all’estero 354 mila tonnellate di pollame, generando un fatturato di 630 milioni di dollari. Questo rappresenta il 13,82% dei 4,55 miliardi di dollari di fatturato brasiliano e il 14,1% delle 2,52 milioni di tonnellate di pollame esportato.

Il Ministero dell’Agricoltura ha rassicurato i consumatori sulla sicurezza dei prodotti avicoli controllati dal Servizio Veterinario Ufficiale, sottolineando che non vi sono controindicazioni per il consumo. L’ultima epidemia di malattia di Newcastle in Brasile risale al 2006.

Il Contesto Agricolo della Sardegna

La Sardegna, una regione con una forte tradizione agricola e zootecnica, rappresenta un esempio significativo nel panorama agricolo italiano. Secondo i dati del 7° censimento dell’agricoltura del 2022, l’Italia ha una superficie agricola utilizzata (SAU) di 12,4 milioni di ettari. La Sardegna si posiziona al terzo posto tra le regioni italiane con 1,23 milioni di ettari, quasi il 10% del totale nazionale, dietro a Sicilia (1,34 milioni) e Puglia (1,30 milioni).

Il numero di aziende agricole in Italia è di 1.133.006, con una diminuzione del 30% rispetto a dieci anni fa. In Sardegna, vi sono 47.077 aziende agricole attive, un numero ridotto rispetto all’ampiezza del territorio agricolo. La Puglia conta oltre 194 mila aziende, mentre la Sicilia ne ha oltre 143 mila. Le attività connesse all’agricoltura in Sardegna rappresentano il 3,8%, con le aziende agricole con agriturismo che costituiscono l’1,2% del totale.

Negli ultimi dieci anni, il numero di aziende agricole attive in Sardegna è diminuito da 60.812 nel 2010 a 47.077 nel 2020, rappresentando il 4,2% del totale nazionale. Tuttavia, la superficie agricola utilizzata è aumentata da 1,11 milioni di ettari a 1,23 milioni. Le aziende agricole sarde sono prevalentemente condotte da uomini di età matura, con oltre il 31% dei capi d’azienda agricola tra i 45 e i 59 anni, il 30% nella fascia 60-74 anni e il 17,5% oltre i 75 anni. Solo il 3,7% ha meno di 29 anni.

La forza lavoro nel settore è principalmente formata da membri della famiglia del capo d’azienda, con un rapporto di 217 lavoratori familiari ogni 100 non familiari. La manodopera straniera rappresenta il 21,6%.

Produzione e Vendita di Prodotti di Origine Animale in Sardegna

La Sardegna detiene il primato nell’allevamento di ovini, con una quota del 45,9% del totale nazionale di capi presenti a fine 2021, pari a 6,7 milioni. Sull’Isola sono allevati oltre 1 milione di caprini, rappresentando il 26,6% del totale nazionale. Le aziende zootecniche sarde sono massivamente impegnate nella produzione di latte di pecora e capra, con la regione che detiene il primato nazionale con quote pari al 68,3% e al 57,8% della produzione complessiva rispettivamente.

Nel 2020, la Sardegna si è posizionata al primo posto in Italia per numero di aziende zootecniche, con 24.450 unità, pari al 9,9% del totale nazionale, e al 51,9% del totale delle aziende agricole. La regione è anche al primo posto per aziende con capi di bestiame, con 24.023 aziende, pari all’11,2% del totale nazionale. Oltre la metà di queste aziende, 12.880, sono specializzate nell’allevamento di ovini.

La vendita di prodotti di origine animale, soprattutto formaggi e prodotti caseari derivati da latte ovino e caprino, è massiccia. Sull’Isola, 27.298 aziende hanno percepito ricavi dalla commercializzazione di questi prodotti, con oltre la metà, 14.859, che ha guadagnato dalla vendita di prodotti di origine animale. La Sardegna è al primo posto in Italia, seguita da Piemonte e Lombardia, per la vendita di prodotti di origine animale, ma è indietro nella commercializzazione di prodotti vegetali e di origine forestale.

L’Italia è il primo Paese in Europa per prodotti agroalimentari di qualità classificati con denominazioni Dop, Igp e Stg, con 315 riconoscimenti, seguita dalla Francia con 259. La Sardegna è una delle regioni virtuose, con il 19% del totale dei produttori di prodotti agroalimentari tutelati. I prodotti sardi di eccellenza legati all’allevamento riguardano il 40,2% delle strutture. Le specialità sarde tutelate da certificazioni riguardano principalmente il settore caseario e le carni fresche, oltre all’olio.

Iniziative di Sviluppo e Innovazione in Sardegna

Nonostante la forte tradizione agricola, le aziende agricole sarde non brillano per innovazione. Solo l’11% delle aziende ha investito in innovazione nel biennio 2018-2020, in linea con la media nazionale del 10,98%. In Piemonte e Lombardia, i tassi d’innovazione sono tra il 22% e il 23%. Oltre il 71% delle aziende agricole sarde è gestito dallo stesso conduttore da oltre 10 anni, mentre solo il 6% è condotto dal medesimo capo d’azienda da meno di 3 anni. In caso di cambio di conduzione, solo il 21,5% dei casi riguarda aziende di nuova formazione, mentre nel 63% dei casi subentra un familiare.

Il gender gap nella conduzione delle aziende agricole in Sardegna è aumentato: nel 2022, le aziende condotte da donne sono diminuite del 4,1% rispetto al 2021, un dato negativo rispetto alla percentuale media nazionale che ha visto un aumento modesto dello 0,7% nelle regioni del Mezzogiorno e dello 0,2% a livello nazionale.

I governi regionali hanno predisposto strumenti per lo sviluppo del sistema agroalimentare e delle aree rurali della Sardegna. Il Piano per lo Sviluppo Rurale (PSR 2014-2022) e il Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale (CSR 2023-2027), cofinanziati da Stato, Regione e Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), comprendono iniziative per sostenere le aziende del settore, offrendo opportunità di finanziamento per progetti di investimento nelle aree rurali e interventi a sostegno della sostenibilità ambientale, climatica e del benessere animale. Il 26 giugno 2024, è stato autorizzato il pagamento di oltre 3,3 milioni di euro per 888 domande al fondo FEASR del CSR Sardegna 2023-2027, di cui 877 per interventi di tecniche di lavorazione ridotta dei suoli e 11 per il benessere degli allevamenti regionali.

Bullet Executive Summary

La sospensione delle esportazioni di pollame dal Brasile a causa della malattia di Newcastle rappresenta un evento di grande rilevanza per il settore avicolo internazionale. La Sardegna, con la sua forte tradizione agricola e zootecnica, offre un interessante contesto di confronto, evidenziando come le regioni possano affrontare sfide simili con approcci diversi. La situazione attuale sottolinea l’importanza di misure preventive e di gestione delle emergenze sanitarie nel settore agricolo.

Nel contesto agricolo, una nozione di base correlata al tema principale è l’importanza della biosicurezza negli allevamenti avicoli per prevenire la diffusione di malattie come la malattia di Newcastle. Una nozione avanzata è l’implementazione di sistemi di tracciabilità e monitoraggio sanitario che permettono di identificare rapidamente i focolai e di adottare misure tempestive per contenere la diffusione delle malattie.

In conclusione, la gestione delle emergenze sanitarie nel settore agricolo richiede un approccio integrato che combini misure preventive, tecnologie avanzate e una solida infrastruttura di supporto. La situazione in Brasile e le pratiche agricole in Sardegna offrono spunti di riflessione su come migliorare la resilienza e la sostenibilità del settore agricolo a livello globale.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
0
Ci interessa la tua opinione, lascia un commento!x