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- 703 caprini, ovini e bovini predati in Veneto nel 2021.
- Decisione UE del 25 settembre 2024 per declassare la protezione del lupo.
- Popolazione di lupi in Italia stimata a circa 3.600 esemplari.
Entro l’anno sono stati documentati attacchi da predatori, coinvolgendo in particolare caprini, ovini e bovini.
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Lupi in aumento: l’appello di Coldiretti per salvare gli allevamenti
La recente decisione della Commissione UE di modificare la Convenzione di Berna, declassando la protezione del lupo da rigorosa a semplice, ha suscitato un acceso dibattito. Coldiretti Ravenna ha evidenziato come il vero rischio non sia più la sopravvivenza del lupo, ma quella dell’agricoltura di montagna e alta collina. Questi territori, cruciali per l’economia locale e la tutela della biodiversità, sono minacciati dall’abbandono a causa delle crescenti difficoltà degli allevatori.
Secondo Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna, è essenziale aprire un confronto serio con tutti gli organi preposti per trovare soluzioni che proteggano pastori e allevatori. Senza i pascoli, le montagne rischiano di morire, con conseguenze devastanti per l’ambiente e la sicurezza del territorio.
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La situazione in Veneto e il voto europeo
Il Veneto è una delle regioni italiane più colpite dalle predazioni dei lupi. Nel 2021, sono stati registrate 989 predazioni, di cui 703 ai danni di capre, pecore e bovini. Nel 2022, il numero è sceso a 823, ma il problema resta grave. La presenza dei lupi è diventata sempre più visibile, con avvistamenti anche in aree urbane e agricole.
Il 25 settembre 2024, gli Stati membri UE hanno votato per il declassamento dello status di protezione del lupo, con solo Spagna e Irlanda contrarie e quattro astensioni. Questa decisione riflette la necessità di strumenti di gestione più flessibili per affrontare la coesistenza tra lupi e comunità umane.
Le reazioni degli allevatori e delle associazioni ambientaliste
Gli allevatori italiani, in particolare quelli della Toscana, hanno accolto positivamente la decisione dell’UE. Mario Mori di Fedagripesca Toscana ha sottolineato come la presenza dei lupi minacci gli allevamenti e le specie autoctone, oltre a rappresentare un pericolo per le persone. La Regione Toscana ha previsto indennizzi per i danni da predazione, ma secondo Mori, serve un’azione preventiva più efficace.
D’altro canto, le associazioni ambientaliste, come Legambiente, sono fortemente contrarie al declassamento. Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente, ha definito la decisione insensata, mettendo a rischio decenni di sforzi di conservazione e il ritorno del lupo dopo un periodo di quasi estinzione.
Un futuro incerto per la coesistenza tra lupi e comunità umane
La presenza del lupo in Italia è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, con una popolazione stimata di circa 3.600 esemplari. Questo aumento ha portato a un incremento delle predazioni e a una crescente preoccupazione tra gli allevatori. La decisione dell’UE di declassare lo status di protezione del lupo potrebbe portare a nuove misure di gestione e controllo, ma resta da vedere come queste saranno implementate e quali saranno le loro conseguenze.
Conclusioni: la necessità di un equilibrio sostenibile
La questione della coesistenza tra lupi e comunità umane è complessa e richiede un approccio equilibrato. Da un lato, è fondamentale proteggere gli allevatori e le loro attività, che sono essenziali per l’economia e la biodiversità delle aree montane e collinari. Dall’altro, è altrettanto importante preservare la fauna selvatica e i progressi fatti nella conservazione del lupo.
In agricoltura, una nozione base correlata al tema è la gestione integrata delle risorse naturali. Questa pratica mira a bilanciare le esigenze di produzione agricola con la conservazione dell’ambiente, promuovendo tecniche sostenibili e rispettose della biodiversità.
Una nozione avanzata è l’uso di tecnologie di monitoraggio e gestione dei predatori. Attraverso l’uso di droni, sensori e sistemi di allarme, è possibile monitorare i movimenti dei lupi e adottare misure preventive per proteggere gli allevamenti. Queste tecnologie possono aiutare a ridurre i conflitti tra lupi e comunità umane, promuovendo una coesistenza più armoniosa.
Riflettendo su questi temi, emerge l’importanza di trovare soluzioni innovative e sostenibili che possano garantire la sopravvivenza delle attività agricole e la protezione della fauna selvatica. Solo attraverso un dialogo costruttivo e l’adozione di misure equilibrate sarà possibile affrontare le sfide poste dalla coesistenza tra lupi e comunità umane.
- DallaColdirettil'approfondimento sull'emergenza lupo e la protezione degli allevamenti
- Testo ufficiale della Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa
- Sito della Commissione Europea sulla Direttiva Habitat, per approfondire sulla Convenzione di Berna e sul declassamento dello status di protezione del lupo.
- Sito ufficiale dell'Unione Europea sulla direttiva habitat e sulla conservazione delle specie