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- L'epidemia di blue tongue ha causato la morte di 53.993 capi ovini, con 3.908 focolai registrati.
- La perdita economica stimata ammonta a 85 milioni di euro, con un mancato reddito per 238.042 animali non produttivi.
- Coldiretti Sardegna richiede indennizzi per almeno 35 milioni di euro per coprire le perdite.
L’epidemia di blue tongue ha colpito duramente la Sardegna, con un bilancio drammatico di 53.993 capi ovini morti e 3.908 focolai registrati fino all’8 novembre 2024. Questi dati, forniti dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale, non specificano quanti focolai siano ancora attivi, ma la situazione è chiaramente critica. Le autorità regionali della Sardegna hanno distribuito un fondo di 13,5 milioni di euro per compensare le perdite, una cifra che Coldiretti Sardegna considera inadeguata. In risposta, la Giunta regionale ha istituito un tavolo tecnico congiunto per monitorare l’evoluzione della malattia e coordinare gli interventi necessari. Questo tavolo coinvolge diverse istituzioni, tra cui le direzioni generali degli assessorati competenti e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, e si avvale della collaborazione dei Dipartimenti di Medicina Veterinaria e di Agraria dell’Università di Sassari.
Impatto Economico e Sociale
L’epidemia ha avuto un impatto devastante sull’economia agricola dell’isola. Si stima che 238.042 animali non porteranno guadagni alle imprese zootecniche locali, con 184.049 esemplari affetti da malattia che non saranno produttivi di latte e agnelli, oltre ai 53.993 animali deceduti. Questo rappresenta un mancato reddito calcolato in ragione del 17% delle greggi sarde, considerando che all’inizio dell’epidemia vi erano circa 1,4 milioni di capi. Coldiretti Sardegna ha stimato un danno economico di 85 milioni di euro, con la necessità di indennizzi per almeno 35 milioni di euro per coprire parte delle perdite. La crisi ha colpito anche il mercato del lavoro, con un calo delle entrate per le aziende e una minore offerta occupazionale, oltre a un calo dei consumi e del gettito fiscale regionale.
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Critiche e Proposte di Coldiretti Sardegna
Coldiretti Sardegna ha criticato l’inadeguatezza delle risorse stanziate e l’assenza di un piano emergenziale efficace. L’organizzazione agricola ha sottolineato che i provvedimenti adottati finora non sono sufficienti a contenere la crisi e ha richiesto un intervento finanziario massiccio e la creazione di una task force regionale operativa. La diffusione della blue tongue è iniziata a giugno, con un aumento esponenziale dei focolai da settembre in poi, particolarmente nelle aree del Sulcis, Campidano, Oristanese, Nuorese, Gallura e Sassarese. Coldiretti Sardegna ha evidenziato la necessità di un approccio strutturale per evitare il ripetersi di emergenze simili in futuro.
Verso una Soluzione Sostenibile
La crisi della blue tongue in Sardegna evidenzia la necessità di un approccio integrato e sostenibile per affrontare le emergenze sanitarie nel settore agricolo. È fondamentale che le istituzioni collaborino per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e gestione delle epidemie, garantendo al contempo il sostegno economico necessario agli allevatori colpiti. La creazione di una task force dedicata e l’implementazione di un piano finanziario adeguato sono passi essenziali per evitare il ripetersi di situazioni simili in futuro.
Nel contesto agricolo, una nozione base correlata al tema è l’importanza della biosicurezza, che comprende pratiche e misure adottate per prevenire l’introduzione e la diffusione di malattie negli allevamenti. Questo concetto è fondamentale per proteggere la salute degli animali e garantire la sostenibilità economica delle aziende agricole.
Un aspetto avanzato da considerare è l’uso di tecnologie di monitoraggio avanzato, come i sistemi di tracciamento e analisi dei dati, che possono aiutare a rilevare precocemente i focolai di malattie e a gestire le risposte in modo più efficace. Queste tecnologie possono migliorare la capacità di risposta alle emergenze sanitarie e contribuire a una gestione più sostenibile delle risorse agricole.
Riflettendo su questi aspetti, emerge l’importanza di un approccio olistico che integri innovazione tecnologica, collaborazione istituzionale e supporto economico per affrontare le sfide del settore agricolo in modo sostenibile e resiliente.