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- Il 30 settembre 2024 è stata piantata la prima vite Tea in Europa, presso Villa Eugenia di San Floriano.
- Sono state piantate 5 piante di Chardonnay Tea e 5 piante di controllo non modificate, con l'obiettivo di verificare la resistenza alla peronospora senza l'uso di fitosanitari.
- Il progetto ha visto la partecipazione di un team dell'Università di Verona e ha coinvolto collaborazioni internazionali con atenei e istituzioni di vari paesi.
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Una svolta epocale nella viticoltura europea
Il 30 settembre 2024 potrebbe essere ricordato come una giornata storica per l’agricoltura europea. In quella data, a Verona, è stata piantata la prima vite modificata con tecniche di evoluzione assistita (Tea) in Europa. Questo evento segna un primato per l’Italia e potrebbe rappresentare un punto di svolta anche a livello mondiale, sebbene manchino informazioni dettagliate sulla ricerca in Cina. La sperimentazione si è svolta presso Villa Eugenia di San Floriano, una sede distaccata dell’Università di Verona situata nei vigneti della Valpolicella.
Il progetto è stato realizzato da un team di studenti e docenti dell’ateneo veronese, che hanno lavorato per anni allo sviluppo della tecnologia Tea. L’obiettivo è migliorare geneticamente le piante per renderle più resistenti e produttive. Sono state piantate 5 piante di Chardonnay Tea e 5 piante di controllo non modificate. Nei prossimi mesi, altre piante verranno aggiunte fino a formare un lungo filare. L’area è protetta da una rete metallica e sorvegliata 24 ore su 24 per prevenire atti vandalici, come quelli avvenuti lo scorso giugno nel campo sperimentale di Pavia.
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Test senza fitosanitari: una sfida per la resistenza
Un aspetto cruciale della sperimentazione è l’assenza di fitosanitari, sostanze chimiche utilizzate per proteggere le piante da organismi nocivi. L’obiettivo è verificare la resistenza delle piante Tea alla peronospora, uno dei principali agenti patogeni della vite, e ridurre l’uso di questi prodotti chimici. Il prossimo incontro sarà in primavera, momento in cui si potrà determinare se le viti Tea hanno superato l’inverno e hanno cominciato a germogliare i primi boccioli. Sarà necessario attendere fino al 2026 per i primi grappoli d’uva. Sarà essenziale verificare se lo sviluppo, la crescita e la produttività delle viti Tea rimangono comparabili alle piante controllate, anch’esse non trattate con fitosanitari.
Le tecniche di evoluzione assistita: un’innovazione genetica
La messa a dimora delle viti Tea all’aria aperta rappresenta l’ultimo atto di una ricerca iniziata nel 2012 con la scoperta del sistema Crispr-Cas9, che permette di modificare geneticamente qualsiasi tipo di cellula vegetale, animale e umana. Nel 2019 è stata mutata una singola cellula e, l’anno successivo, è stato definito il termine Tea, che indica le tecniche per modificare direttamente il genoma della pianta senza inserire DNA estraneo, a differenza degli OGM.
Nel 2020, il gruppo di genetica agraria dell’Università di Verona, coordinato da Mario Pezzotti, ha fondato Edivite, una società spin-off dell’ateneo con la partecipazione di soci privati. Nel 2022, sono stati compiuti due passi fondamentali: la piantumazione della prima vite geneticamente modificata in laboratorio e il deposito del brevetto per le viti Tea.
Collaborazioni internazionali e prospettive future
Le aspettative per questo progetto sono elevate, con la possibilità di eliminare o ridurre significativamente l’uso di fitosanitari per proteggere i vigneti da peronospora e oidio, due patologie che causano gravi danni alle piante. Attualmente, l’uso di pesticidi è concentrato in questa attività specifica, che rappresenta una piccola frazione del suolo agricolo totale. Sara Zenoni, docente di Genetica Agraria dell’Università di Verona, ha dichiarato che l’obiettivo è estendere la sperimentazione ad altri vitigni come Corvina, Garganega e Cabernet Sauvignon, creando una rete di collaborazioni territoriali.
Oltre al Veneto, sono in programma collaborazioni con altri atenei italiani e internazionali. L’Università di Napoli è interessata a realizzare il progetto per i vitigni Aglianico e Falanghina, mentre richieste di supporto scientifico sono arrivate anche dalla California e dalla Francia. Questo interesse internazionale sottolinea l’importanza e il potenziale delle tecniche di evoluzione assistita.
Conclusioni: un futuro sostenibile per la viticoltura
Le tecniche di evoluzione assistita rappresentano una risposta alle sfide della viticoltura moderna, come la sostenibilità e il cambiamento climatico. Giovanni Battista Tornielli, docente di Viticoltura dell’Università di Padova, ha sottolineato l’importanza di ridurre gli input energetici e fitosanitari, mantenendo al contempo l’identità genotipica delle varietà territoriali. Rafforzare l?identità genetica delle piante è fondamentale per preservare le varietà legate ai territori.
Tra coloro presenti all’incontro erano anche Luca De Carlo, senatore e presidente della nona commissione del Senato, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Cristiano Fini, presidente della Cia, Silvio Salvi, presidente della Società di Genetica Agraria Italiana e Mario Pezzotti, docente di Genetica Agraria dell’Università di Verona.
In conclusione, la sperimentazione delle viti Tea in Valpolicella rappresenta un passo significativo verso un’agricoltura più sostenibile e innovativa. La riduzione dell’uso di fitosanitari non solo protegge l’ambiente, ma migliora anche la qualità dei prodotti agricoli. La collaborazione tra università, enti di ricerca e aziende private è fondamentale per il successo di questi progetti.
La potatura è una tecnica di base in viticoltura che consiste nel tagliare parti della pianta per favorire una crescita sana e produttiva. Questa pratica è essenziale per mantenere la forma della vite e per garantire una buona esposizione al sole, migliorando così la qualità dell’uva.
In un contesto più avanzato, la selezione clonale è una tecnica utilizzata per migliorare le caratteristiche genetiche delle viti. Consiste nel selezionare e propagare piante che mostrano caratteristiche desiderabili, come resistenza alle malattie o alta produttività. Questa tecnica è complementare alle Tea e può essere utilizzata per sviluppare varietà di vite ancora più resistenti e produttive.
Riflettendo su queste innovazioni, possiamo vedere come la scienza e la tecnologia stiano trasformando l’agricoltura, rendendola più sostenibile e resiliente. Queste tecniche non solo migliorano la produttività, ma contribuiscono anche a preservare l’ambiente, offrendo soluzioni innovative alle sfide globali.