E-Mail: [email protected]
- La Repubblica Democratica del Congo possiede 80 milioni di ettari di terre coltivabili, ma il 22% della popolazione soffre di grave insicurezza alimentare.
- La provincia del Sud Ubangi ospita circa 987 mila attività agricole, ma la mancanza di infrastrutture limita la distribuzione del cibo.
- Tra il 2002 e il 2023, la RDC ha perso 6,86 milioni di ettari di foresta primaria umida, l'agricoltura è responsabile dell'85% delle perdite.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) rappresenta un caso emblematico di crisi alimentare in un contesto di abbondanza potenziale. Nonostante la sua vasta disponibilità di terre coltivabili, pari a 80 milioni di ettari, il paese si trova in cima alle classifiche mondiali delle crisi alimentari. Con oltre 25 milioni di persone, il 22% della popolazione, che soffre di grave insicurezza alimentare, il Congo vive un paradosso agricolo. Le cause di questa situazione complessa sono molteplici: conflitti, carenza di risorse economiche, strumenti e infrastrutture, che ostacolano la capacità degli agricoltori di produrre cibo sufficiente per sfamare la popolazione.
Jean Guillaume Ngbanga Masolo, ispettore provinciale per l’agricoltura nella provincia del Sud Ubangi, evidenzia che la comunità locale è laboriosa ma si scontra con difficoltà legate alla disponibilità di materiali e competenze tecniche. La provincia, situata lungo il bacino del fiume Congo, è un’area a vocazione agropastorale con circa 987 mila attività agricole. Tuttavia, la mancanza di infrastrutture adeguate rende difficile la produzione e la distribuzione del cibo.
Modelli Agricoli a Confronto
Il viaggio attraverso la provincia del Sud Ubangi rivela due modelli agricoli distinti: le piccole attività familiari e le grandi piantagioni industriali. A Budjala, un gruppo di piccoli agricoltori coltiva arachidi, fagioli, soia e banane su un terreno di 10 ettari, ma la mancanza di infrastrutture di stoccaggio e trasformazione limita la loro capacità di vendere i prodotti oltre i villaggi limitrofi. Un progetto di cooperazione, sostenuto da ONG locali e internazionali, offre piccoli prestiti e formazione per migliorare le condizioni di lavoro.
In contrasto, la piantagione industriale Miluna, fondata nel 1911 e rilanciata nel 2007, si estende su circa 25 mila ettari e produce gomma, olio di palma, cacao e caffè. La produzione è destinata principalmente all’export, mentre i lavoratori locali lamentano salari insufficienti e condizioni di lavoro precarie. Questo modello agro-industriale, sostenuto da fondi pubblici e internazionali, è oggetto di critiche per la sua scarsa attenzione alle esigenze delle comunità locali.
- 🌿 Un futuro sostenibile è possibile per la RDC se......
- 😟 Le critiche al modello agro-industriale sono giustificate perché......
- 🌍 Un'innovativa soluzione al paradosso agricolo potrebbe essere......
Impatto Ambientale e Sviluppo Sostenibile
L’agricoltura nella RDC ha un impatto significativo sulla foresta tropicale, uno degli ultimi polmoni verdi del pianeta. Tra il 2002 e il 2023, il paese ha perso 6,86 milioni di ettari di foresta primaria umida, con l’agricoltura come secondo principale motore della deforestazione. A differenza di altre regioni del mondo, in Africa Centrale l’agricoltura su piccola scala è la principale causa di perdita di foreste, responsabile dell’85% delle perdite nella RDC.
La promozione dell’agroecologia è vista come una soluzione per migliorare la gestione forestale e la sostenibilità agricola. Tuttavia, la mancanza di supporto adeguato per i piccoli agricoltori limita la loro capacità di adottare pratiche sostenibili. Progetti di formazione e sostegno tecnico potrebbero aiutare a migliorare la produttività e ridurre l’impatto ambientale.
Verso un Futuro Sostenibile
La crisi alimentare nella RDC richiede un approccio integrato che coinvolga il governo, le organizzazioni internazionali e le comunità locali. La FAO e il World Food Programme (WFP) sottolineano l’urgenza di potenziare l’assistenza per affrontare l’insicurezza alimentare acuta che colpisce circa 27 milioni di persone. Le iniziative di sostegno devono concentrarsi sull’aumento della resilienza e della produttività, migliorando l’accesso a sementi di qualità, attrezzature e infrastrutture.
La nozione di agricoltura sostenibile è fondamentale per affrontare le sfide attuali. Essa implica l’adozione di pratiche che preservano l’ambiente, migliorano la produttività e garantiscono la sicurezza alimentare a lungo termine. Un esempio di pratica avanzata è l’agroforestry, che combina colture agricole e alberi per migliorare la fertilità del suolo e ridurre la deforestazione.
Riflettendo su queste tematiche, è evidente che la soluzione alla crisi alimentare nella RDC non può essere trovata in un unico modello agricolo. È necessaria una combinazione di approcci che valorizzino le risorse locali, promuovano la sostenibilità e garantiscano un futuro migliore per le comunità agricole. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione a lungo termine sarà possibile trasformare il potenziale agricolo del Congo in una realtà che sfama la sua popolazione e protegge il suo ambiente.