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Scopri come il settore apistico italiano sta trasformandosi: numeri e sfide da affrontare

Il numero degli alveari in Italia è aumentato del 57% in dieci anni, ma il settore deve affrontare la concorrenza estera e i cambiamenti climatici. Scopri i dettagli della crescita e le sfide del mercato del miele.
  • Nel 2022, la produzione di miele ha raggiunto 23.000 tonnellate, un notevole incremento rispetto alle 12.450 tonnellate del 2021.
  • L'Italia importa circa 26.500 tonnellate di miele all'anno, per un valore superiore ai 100 milioni di euro.
  • Il numero di alveari è aumentato del 57% dal 2010 al 2020, raggiungendo oltre 1,6 milioni.
  • La programmazione 2023-2027 ha destinato 83,8 milioni di euro alla filiera delle api e del miele italiane.

La Crescita del Settore Apistico in Italia

L’Italia si posiziona al sesto posto in Europa per la numerosità degli alveari, con oltre 1,6 milioni di arnie gestite da più di 22.000 aziende agricole. Circa l’80% di queste arnie è curato da apicoltori professionali, un dato che evidenzia un trend in continua crescita. Secondo i dati degli ultimi due censimenti Istat, dal 2010 al 2020 si è registrato un incremento del 57% degli alveari a livello nazionale. Dal 2016, l’istituzione della Banca Dati Apistica ha permesso di ottenere rilevazioni più precise e sistematiche, mostrando una crescita costante non solo delle aziende, ma anche degli apicoltori, che oggi sono circa 72.000, e degli alveari, che superano il milione e mezzo.

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Produzione e Sfide del Mercato del Miele

Nel 2022, la produzione di miele nel paese ha toccato circa 23.000 tonnellate, indicando una notevole ripresa dopo che nel 2021 la produzione aveva totalizzato solo 12.450 tonnellate. Tuttavia, questa produzione non è sufficiente a soddisfare la domanda interna, portando le importazioni a circa 26.500 tonnellate, per un valore superiore ai 100 milioni di euro. Il settore apistico italiano deve affrontare diverse problematiche di mercato, tra cui l’aumento dei costi di produzione e la concorrenza di mieli esteri di qualità inferiore. Inoltre, le aziende apistiche sono fortemente esposte ai cambiamenti climatici, che rappresentano una minaccia significativa per la loro sostenibilità.

Distribuzione Geografica e Sostegno Istituzionale

La metà delle aziende apistiche italiane si concentra nelle regioni del Centro Nord, mentre quelle del Sud, sebbene numericamente inferiori, tendono ad avere dimensioni più grandi. Tuttavia, oltre il 50% di queste aziende non supera un ettaro di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). La maggioranza delle imprese ha una configurazione produttiva diversificata, incorporando sia attività agricole che di allevamento. Negli ultimi anni, c’è stata una crescente attenzione alle api e agli impollinatori, con azioni e programmi di sostegno sia a livello nazionale che europeo. Per la programmazione 2023-2027, sono stati destinati 83,8 milioni di euro alla filiera delle api e del miele italiana, con il 30% delle risorse stanziate dalla PAC e il 70% cofinanziate con risorse nazionali.

Un Patrimonio di Biodiversità e Qualità

L’Italia vanta una grande varietà di mieli uniflorali, oltre 30, e diversi millefiori, fortemente caratterizzati dal territorio. Questo patrimonio di ambienti e biodiversità conferisce ai prodotti italiani una qualità e una distintività uniche. Il Rapporto Crea esplora la filiera del miele con un approccio integrato e multidisciplinare, analizzando aspetti strutturali, dinamiche di mercato, sostenibilità e qualità delle produzioni. Le api e altri insetti impollinatori sono essenziali per la preservazione della diversità biologica e per la sicurezza alimentare, un fatto riconosciuto universalmente sia dalla comunità scientifica che dal pubblico generale.

In conclusione, il settore apistico italiano rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia, l’ambiente e la salute umana. Le api, con il loro ruolo insostituibile nell’impollinazione, contribuiscono significativamente al valore economico delle produzioni vegetali. Una nozione base di agricoltura correlata a questo tema è l’importanza dell’impollinazione per la produttività delle colture. Senza le api, molte delle piante che forniscono cibo non potrebbero riprodursi efficacemente. Una nozione avanzata è l’integrazione dell’apicoltura con pratiche agricole sostenibili, che può migliorare la resilienza degli ecosistemi agricoli ai cambiamenti climatici. Riflettendo su questi aspetti, emerge l’importanza di sostenere e proteggere le api, non solo per il loro contributo diretto alla produzione di miele, ma anche per il loro ruolo cruciale nella conservazione della biodiversità e nella sicurezza alimentare globale.

Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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