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- Negli ultimi tre anni, la produzione di nocciole in Piemonte ha subito un calo fino al 50% a causa di condizioni climatiche avverse.
- Il prezzo di mercato delle nocciole, oscillante tra 320 e 420 euro/quintale, non copre i costi di produzione.
- Proposte per sostenere le imprese: rinnovo del parco noccioleti, sostegni per il mancato reddito e impianti di irrigazione.
Negli ultimi tre anni, la produzione di nocciole in Piemonte ha subito un drastico calo, non riuscendo a coprire i costi di produzione. Questo scenario emerge chiaramente dalla comunicazione diramata oggi da Confagricoltura Piemonte all’Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte e al presidente Cirio. Il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, ha sottolineato come il cambiamento climatico abbia avuto un impatto significativo sulla coltivazione della nocciola piemontese, con rese che non hanno soddisfatto le aspettative, mettendo a rischio la sostenibilità economica delle imprese agricole.
La siccità estrema, il mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo durante l’inverno e le abbondanti precipitazioni primaverili hanno accentuato i fenomeni di stress delle piante, amplificando la cascola fisiologica e l’insorgere di fitopatie come la citospora. Questi fattori hanno compromesso il processo di impollinazione e crescita delle piante, portando a una perdita stimata fino al 50% del raccolto. Questa problematica potrebbe costringere talune industrie dolciarie a rivolgersi ad altri mercati per soddisfare la domanda.
Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di attivare misure strategiche utilizzando i fondi del PSP per sostenere le imprese agricole. Tra le proposte vi sono il rinnovo del parco noccioleti attraverso l’espianto e il reimpianto, sostegni per il mancato reddito e la realizzazione di impianti di irrigazione. Inoltre, si è evidenziato come il prezzo di mercato, oscillante tra i 320 e i 420 euro/quintale, non riesca a coprire i costi di produzione e i rischi affrontati dagli agricoltori.
La Ricerca Contro la Cascola Pre Raccolta
Il coordinamento Agrion ha condotto numerosi monitoraggi sul territorio piemontese, rivelando un quadro complesso. Sebbene siano stati fatti progressi nella gestione dell’emergenza della cimice asiatica, la cascola precoce dei frutti rappresenta una sfida significativa per gli agricoltori. Questo fenomeno, dovuto a cause multifattoriali, ha comportato grandi perdite di produzione negli ultimi anni, minando la sostenibilità produttiva delle aziende corilicole.
La Fondazione Agrion, collaborando con l’Università di Torino, ha sviluppato una intensa ricerca finalizzata al monitoraggio e alla riduzione delle principali problematiche, inclusa la cascola pre-raccolta. Esistono due tipologie di cascola: quella tradizionale e quella dovuta al “Brownstain disorder”. La cascola tradizionale è associabile a cause fisiologiche e non, come scarsa impollinazione, squilibri nutrizionali e idrici, fattori patogenici e meteorologici. La cascola da “Brownstain disorder” è dovuta principalmente a stress termici e luminosi e squilibri nutrizionali, influenzati dall’andamento climatico.
Per migliorare la produttività del noccioleto, è fondamentale prestare attenzione alla disponibilità degli elementi nutritivi nel suolo e nella pianta, nonché effettuare potature mirate e rinnovi degli impianti. La scelta degli impollinatori è cruciale per migliorare la capacità produttiva del noccioleto, tenendo conto del periodo di fioritura e dell’abbondanza di emissione di polline.
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La Fiera della Nocciola di Castagnole delle Lanze
La Fiera della Nocciola di Castagnole delle Lanze ha confermato il suo ruolo di punto di riferimento per il mondo corilicolo. Promossa dall’Amministrazione Comunale, l’evento ha visto la partecipazione di 23 aziende agricole, che hanno portato le loro nocciole in fiera per la decima edizione del premio qualità Nocciole Lanze. Al primo posto si è piazzato Silvano Giachino di Coazzolo, seguito da Paola Fogliati di Neviglie e Davide Adriano di Lequio Berria.
Nonostante un’annata sfavorevole, caratterizzata da cascola precoce del frutto e una resa media di circa 7 quintali per ettaro, il risultato di Castagnole ha gratificato la famiglia Giachino, che raccoglie l’eredità di tre generazioni di agricoltori. L’azienda Giachino, oltre al noccioleto, possiede 8 ettari di vigneto e un allevamento di selvaggina. Grazie alla Coldiretti, l’azienda ha aderito all’accordo di filiera con la Novi Elah Dufour, garantendo un contratto quinquennale e un anticipo dell’80% sul primo prezzo definito.
Il Presidente di Coldiretti Asti, Monica Monticone, ha espresso soddisfazione per il lavoro dei soci, auspicando un adeguato aumento del prezzo per compensare i danni derivanti dai cambiamenti climatici. Coldiretti Asti offre assistenza tecnica ai propri soci, spaziando dall’aspetto fitosanitario a quello agronomico, e sottolinea l’importanza di interventi agronomici adeguati per affrontare le sfide future.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la crisi della produzione di nocciole in Piemonte evidenzia la necessità di interventi strategici per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole. La ricerca scientifica e l’adozione di nuove tecnologie sono fondamentali per affrontare le sfide del cambiamento climatico e migliorare la sostenibilità del settore corilicolo. La Fiera della Nocciola di Castagnole delle Lanze ha dimostrato l’importanza della qualità e dell’impegno degli agricoltori piemontesi, nonostante le difficoltà.
Una nozione base di agricoltura correlata al tema principale dell’articolo riguarda l’importanza della rotazione delle colture per mantenere la fertilità del suolo e prevenire l’insorgenza di malattie. In un contesto avanzato, l’implementazione di sistemi di irrigazione a goccia può ottimizzare l’uso dell’acqua, riducendo lo stress idrico delle piante e migliorando la resa produttiva.
La riflessione personale che emerge da questa analisi è che la resilienza e l’innovazione sono elementi chiave per affrontare le sfide future dell’agricoltura. Solo attraverso un impegno costante nella ricerca e nell’adozione di pratiche sostenibili, il settore corilicolo piemontese potrà continuare a prosperare, garantendo qualità e quantità di produzione in un mercato sempre più competitivo.