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- La Toscana in ginocchio: centinaia di ettari di terreni sconvolti.
- Nel Mugello, tre agriturismi isolati dal cedimento stradale.
- In Veneto, danni ingenti al settore agricolo a Gorgo al Monticano.
- Cereali e frutta danneggiati a Trofarello, Piemonte, causa maltempo.
Il settore agricolo italiano si trova a fronteggiare una crisi senza precedenti a causa di eventi meteorologici estremi che si sono intensificati negli ultimi anni. Le conseguenze di queste calamità naturali sono devastanti, con danni ingenti alle colture, alle infrastrutture e, in definitiva, all’economia delle comunità rurali.
Un quadro desolante: la Toscana in ginocchio
La Toscana, regione rinomata per la sua bellezza paesaggistica e la sua produzione agricola di eccellenza, è stata duramente colpita da una serie di ondate di maltempo. Centinaia di ettari di terreni coltivabili, estesi dalla pianura di Pisa al Mugello e attraverso la zona di Pistoia, sono stati sconvolti da esondazioni di corsi d’acqua e canali, che hanno trasportato acqua, melma e scarti. Le frane e gli smottamenti hanno ulteriormente aggravato la situazione nelle zone collinari e montane, rendendo impossibile una stima precisa dei danni.
Nel Mugello, già provato dall’alluvione del 2023, il cedimento della strada di Marzano ha isolato tre agriturismi nella frazione di Grezzano, lasciando le famiglie senz’acqua per giorni. A Quarrata, sulle alture, uno smottamento ha seppellito le serre di un centro di giardinaggio, generando inquietudine anche nelle imprese limitrofe. Nei territori compresi tra Ponsacco, Pontedera e Montopoli, circa cinquanta appezzamenti di terra sono completamente sommersi, obbligando i coltivatori a ripetere la semina. Perfino i vivai pistoiesi non sono stati risparmiati dagli allagamenti.
La presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani, ha espresso la sua preoccupazione per le colture già in campo, come grano, orzo, ceci e ortaggi, che rischiano l’asfissia dell’apparato radicale. Ha inoltre sottolineato la necessità di investimenti nelle infrastrutture idriche e di una rete diffusa di piccoli invasi per raccogliere e redistribuire l’acqua in caso di necessità.
Dalla Calabria al Veneto: un’emergenza nazionale
La situazione critica non è limitata alla Toscana. In Calabria, le intense piogge e il vento impetuoso hanno causato danni ingenti alle strutture serricole nella fascia ionica reggina, in particolare nelle zone di Melito Porto Salvo e Marina di San Lorenzo. Colture orticole come zucchine e pomodori, prossime alla raccolta, sono state completamente distrutte, compromettendo l’intera stagione.
In Veneto, una bufera di vento roteante ha imperversato nel municipio di Gorgo al Monticano, generando danni considerevoli al settore agricolo, a immobili non idonei a copertura assicurativa agevolata e alle riserve di prodotti. La Regione Veneto ha chiesto al Ministero dell’Agricoltura l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale per risarcire gli agricoltori danneggiati.
Anche a Trofarello, in Piemonte, l’agricoltura è in ginocchio a causa di settimane di pioggia e maltempo, aggravate da una grandinata che ha ulteriormente danneggiato una situazione già critica. Cereali, grano, mais, frutta e le prime produzioni fuori serra hanno subito danni altissimi, mettendo a rischio i raccolti e compromettendo i margini di guadagno delle aziende agricole.

Le richieste degli agricoltori e le possibili soluzioni
Di fronte a questa emergenza, gli agricoltori chiedono a gran voce interventi urgenti per la messa in sicurezza idraulica del territorio e per il sostegno economico alle aziende danneggiate. La Cia e Confagricoltura hanno sollecitato la realizzazione di opere infrastrutturali, come vasche di espansione a monte e il risezionamento dei canali, per prevenire allagamenti e frane.
Antonio Troilo, titolare dell’agriturismo ‘La Tanna’ a Collesalvetti, ha denunciato l’incompiutezza dello Scolmatore, un’opera idraulica che, a suo dire, sacrifica un territorio ampio e caratterizzato da numerose aziende agricole. Federico Banti, dell’azienda agricola Aldo Banti, ha sottolineato la necessità di risolvere la situazione realizzando opere indispensabili per proteggere le colture e garantire il reddito degli agricoltori.
Resilienza e adattamento: il futuro dell’agricoltura italiana
La crisi climatica rappresenta una sfida epocale per l’agricoltura italiana, ma anche un’opportunità per ripensare il modello produttivo e adottare pratiche più sostenibili e resilienti. È necessario investire in ricerca e innovazione per sviluppare varietà resistenti agli eventi estremi, tecniche di irrigazione efficienti e sistemi di monitoraggio e allerta precoce.
Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere la diversificazione delle colture, la rotazione delle colture e l’agroecologia, per aumentare la resilienza degli ecosistemi agricoli e ridurre la dipendenza da input esterni. Infine, è indispensabile rafforzare la collaborazione tra agricoltori, istituzioni, mondo della ricerca e società civile, per costruire un futuro più sostenibile e prospero per l’agricoltura italiana.
Amici, parliamoci chiaro: l’agricoltura è un’arte delicata, un equilibrio tra uomo e natura. Una nozione base, ma fondamentale, è la gestione del suolo. Un terreno sano, ricco di sostanza organica, è come una spugna: assorbe l’acqua in eccesso e la rilascia gradualmente, proteggendo le colture dalle alluvioni e dalla siccità.
E per un’agricoltura avanzata? Pensiamo all’agricoltura di precisione. Sensori, droni, satelliti: strumenti che ci permettono di monitorare le condizioni del terreno e delle piante in tempo reale, intervenendo in modo mirato per ottimizzare l’uso dell’acqua e dei fertilizzanti.
Ma la tecnologia non basta. Serve un cambio di mentalità, una maggiore consapevolezza del valore del nostro territorio e della necessità di proteggerlo. Perché, in fondo, la terra è la nostra casa, e dobbiamo prendercene cura come faremmo con un figlio.