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- Il fabbisogno irriguo delle colture in Puglia è pari a 810 milioni di metri cubi, ma solo il 18% di tale esigenza è soddisfatto dalle risorse superficiali.
- La capacità massima della diga di Monte Cotugno è di 530 milioni di metri cubi, ma attualmente ne contiene solo 152,79 milioni.
- La disponibilità di acqua nelle dighe è pari a 66 milioni di metri cubi, con ridimensionamenti della disponibilità di acqua nelle autobotti attive dal lunedì al sabato.
La Puglia si trova di fronte a una crisi idrica senza precedenti, con invasi e pozzi svuotati che minacciano di lasciare la regione senz’acqua già durante l’inverno 2025. La Regione Puglia, in collaborazione con Acquedotto Pugliese e Acque del Sud, ha approvato un Piano per l’emergenza idrica che sottolinea la necessità di adottare provvedimenti immediati per evitare uno scenario emergenziale.
L’allerta è stata confermata durante l’ultima seduta dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, tenutasi il 29 luglio scorso. Gli esperti hanno dichiarato un livello di severità idrica alto per il comparto irriguo di Puglia, Calabria e Basilicata, e basso tendente al medio per il comparto potabile. Questo significa che la carenza d’acqua per irrigare i campi è così diffusa e profonda che sarà sempre più difficile evitare danni gravi e prolungati al sistema.
Le cause della crisi e le misure adottate
Il deficit idrico riguarda in particolare gli invasi lucani di Monte Cotugno e del Pertusillo, le sorgenti campane del Sele e del Calore, da cui viene prelevato circa il 70% del complessivo fabbisogno potabile pugliese. Per le sorgenti campane, fino al prossimo dicembre, è prevista una riduzione della portata d’acqua pari al 5,6% per Caposele e al 21,6% per Cassano Irpino e il fiume Calore. Per tutti gli invasi – Monte Cotugno, Occhito sul Fiume Fortore, Locone e Conza – si prevede un deficit del 20% annuo.
La situazione è ulteriormente aggravata dalle diffuse criticità strutturali degli invasi, alcuni dei quali sono interessati da lavori di messa in sicurezza e manutenzione. Ad esempio, la diga di Monte Cotugno, la più grande d’Europa in terra battuta, paga lo scotto di uno stato di fessurazione del manto impermeabile del paramento di monte della diga, che annulla la sua capacità di accumulare acqua negli anni di grande afflusso per rilasciarla in quelli di minore afflusso. La capacità massima della diga è di 530 milioni di metri cubi, ma oggi ne contiene soltanto 152,79 milioni.
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Impatto sull’agricoltura e sull’economia regionale
La scarsità d’acqua ha già avuto un impatto devastante sull’agricoltura pugliese. Il fabbisogno irriguo delle colture è pari a circa 810 milioni di metri cubi, ma solo il 18% di tale esigenza è soddisfatto dalle risorse superficiali, ovvero invasi, fiumi e laghi. Il resto viene dalla falda acquifera, che è sempre più salina a causa dello svuotamento progressivo. Le zone più colpite sono Capitanata, Alta Murgia e Tarantino, dove ortaggi, pomodoro e colture arboree sono stati fortemente danneggiati.
La Regione Puglia avvisa che si possono prevedere danni all’agricoltura per svariati milioni di euro. Soltanto il comparto di pomodoro da industria, in Capitanata, ha un fatturato che supera ampiamente i 160 milioni di euro all’anno. Le coltivazioni di uva, pesche, mele e olive, la cui raccolta inizierà non prima del mese di settembre, sono a rischio di irreparabile compromissione.
Richieste di intervento e soluzioni proposte
Coldiretti Puglia ha denunciato la situazione di emergenza nelle campagne e nelle stalle a causa della prolungata assenza di piogge. La disponibilità di acqua nelle dighe è pari a 66 milioni di metri cubi, una cifra che comporta anche il ridimensionamento della disponibilità di acqua nelle autobotti attive dal lunedì al sabato. Coldiretti sottolinea che non è solo la siccità la causa dello stato emergenziale, ma anche le opere irrigue incomplete e spesso in stato precario, con perdite pari a un litro di acqua su due.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha dichiarato che è urgente investire nelle infrastrutture idriche. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha recentemente annunciato la disponibilità di 12 miliardi di risorse per i bacini di accumulo, ma Prandini sostiene che queste infrastrutture vanno fatte in quattro anni. Prandini propone anche uno stanziamento di risorse da parte di Bruxelles, simile a un Repower Ue, ma dedicato alle sfide climatiche.
Bullet Executive Summary
La crisi idrica in Puglia rappresenta una delle emergenze più gravi degli ultimi anni, con un impatto devastante sull’agricoltura e sull’economia regionale. La carenza d’acqua è così diffusa e profonda che sarà sempre più difficile evitare danni gravi e prolungati al sistema. La Regione Puglia, in collaborazione con Acquedotto Pugliese e Acque del Sud, ha approvato un Piano per l’emergenza idrica che sottolinea la necessità di adottare provvedimenti immediati. Coldiretti Puglia e Anbi hanno denunciato la situazione di emergenza e richiesto interventi urgenti per migliorare le infrastrutture idriche e ridurre le perdite d’acqua.
La nozione base di agricoltura correlata al tema principale dell’articolo riguarda l’importanza della gestione sostenibile delle risorse idriche. L’acqua è una risorsa fondamentale per l’agricoltura, e una gestione inefficiente può avere conseguenze devastanti sulle colture e sull’economia agricola.
Una nozione di agricoltura avanzata applicabile al tema dell’articolo è l’uso di tecnologie di irrigazione di precisione. Queste tecnologie permettono di ottimizzare l’uso dell’acqua, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza dell’irrigazione. L’adozione di sistemi di irrigazione a goccia, sensori di umidità del suolo e software di gestione dell’irrigazione può contribuire a mitigare gli effetti della siccità e garantire una produzione agricola sostenibile.
In conclusione, la crisi idrica in Puglia ci ricorda l’importanza di una gestione sostenibile delle risorse naturali e la necessità di investire in infrastrutture moderne e efficienti. Solo attraverso una pianificazione attenta e l’adozione di tecnologie avanzate possiamo affrontare le sfide climatiche e garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura e l’economia regionale.