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- I sistemi agroalimentari sono responsabili di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra.
- Nel 2022, le emissioni del settore hanno raggiunto 16,2 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente.
- Per adattare i sistemi agroalimentari, è necessario investire 1,15 trilioni di dollari all'anno fino al 2030.
Nel contesto della Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso a Baku, emerge con forza il ruolo centrale dei sistemi agroalimentari nella crisi climatica globale. Stando alle stime fornite dalla FAO, i sistemi agroalimentari sono responsabili di circa un terzo delle emissioni di gas serra provocate dall’uomo a livello mondiale. Queste emissioni provengono principalmente da tre fasi: la produzione agricola e zootecnica, il cambiamento di uso del suolo e i processi pre e post-produzione. Nel 2022, le emissioni del settore agroalimentare globale hanno raggiunto i 16,2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente, segnando un aumento del 10% rispetto al 2000.
La presidenza della Cop29 ha messo in evidenza l’importanza di trovare soluzioni per i sistemi agroalimentari che abbattano l’impronta ecologica, favoriscano la biodiversità e rendano più sicura la disponibilità di cibo. A tal fine, è stata lanciata l’iniziativa congiunta Baku Harmoniya sul clima per gli agricoltori, con l’obiettivo di facilitare la trasformazione dei sistemi agroalimentari. Tuttavia, la presenza di numerosi lobbisti del settore agroalimentare alla conferenza solleva preoccupazioni riguardo alla capacità di implementare cambiamenti significativi.
Le Sfide dell’Insicurezza Alimentare e della Perdita di Biodiversità
Il rapporto “Agrifood Systems in Nationally Determined Contributions: Global Analysis” della FAO, presentato alla Cop29, evidenzia che quasi tutti i Paesi considerano i sistemi agroalimentari una priorità per l’adattamento e la mitigazione del cambiamento climatico. Tuttavia, l’insicurezza alimentare e la perdita di biodiversità emergono come i principali rischi correlati al clima, segnalati nell’88% degli NDC. Questi rischi sono particolarmente gravi nell’Africa subsahariana, dove il cambiamento climatico sta aggravando la fame e la povertà.
Il rapporto sottolinea che le disuguaglianze all’interno dei sistemi agroalimentari rappresentano una barriera significativa per l’adattamento e le transizioni eque. Solo una frazione degli NDC si concentra sulle vulnerabilità specifiche di diversi segmenti della popolazione agroalimentare. Senza affrontare questi divari socioeconomici, i gruppi più emarginati rischiano di essere ulteriormente esposti agli impatti del cambiamento climatico.
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Le Lacune di Mitigazione e il Gap Finanziario
Nonostante l’agricoltura e i sistemi alimentari siano una delle principali fonti di emissioni di gas serra, gli attuali NDC affrontano solo circa il 40% di queste emissioni. Le emissioni del bestiame e quelle pre e post-produzione sono particolarmente trascurate. Senza colmare queste lacune, sarà quasi impossibile raggiungere gli obiettivi di temperatura globale stabiliti dall’Accordo di Parigi.
Il rapporto della FAO evidenzia anche l’immenso costo finanziario dovuto a decenni di relativa inazione climatica nei sistemi agroalimentari. L’agricoltura ha subito perdite pari al 5% del PIL agricolo globale negli ultimi 30 anni. Per adattare i sistemi agroalimentari alle pressioni dettate dai cambiamenti climatici, sarà necessario investire 1,15 trilioni di dollari all’anno fino al 2030, ma, al momento, i fondi disponibili si limitano a soli 28,5 miliardi di dollari all’anno.
Un Futuro Sostenibile per i Sistemi Agroalimentari
La FAO ribadisce che i sistemi agroalimentari sono vitali per la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza e le economie, ma rimangono particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico. Nonostante le sfide, offrono un potenziale enorme per la mitigazione e l’adattamento climatico. Un terzo degli NDC collega già esplicitamente le soluzioni agroalimentari a obiettivi di sviluppo più ampi, offrendo opportunità uniche per un cambiamento trasformativo.
Per liberare e valorizzare il potenziale latente nei sistemi agroalimentari, è imprescindibile disporre di progetti ambiziosi orientati dai dati e un supporto economico appropriato. I Paesi devono colmare le lacune in termini di emissioni, equità e finanza per proteggere questi sistemi e realizzare il loro potenziale come pietra angolare della resilienza climatica e dello sviluppo sostenibile.
Conclusione: Verso una Nuova Agricoltura
La complessità dei sistemi agroalimentari e il loro impatto sul cambiamento climatico richiedono un approccio integrato e innovativo. È fondamentale comprendere che l’agricoltura non è solo una fonte di cibo, ma anche un elemento chiave nella lotta contro il cambiamento climatico. Un concetto di base da considerare è quello della rotazione delle colture, una pratica che può migliorare la fertilità del suolo e ridurre la necessità di fertilizzanti chimici, contribuendo così a ridurre le emissioni di gas serra.
In un contesto più avanzato, l’adozione di tecnologie di agricoltura di precisione può ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre l’impatto ambientale. Queste tecnologie permettono di monitorare in tempo reale le condizioni del suolo e delle colture, consentendo interventi mirati e riducendo gli sprechi.
Riflettendo su questi aspetti, è chiaro che la trasformazione dei sistemi agroalimentari è non solo necessaria, ma anche possibile. È un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con la terra e costruire un futuro più sostenibile per le generazioni future.