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Come i finanziamenti UE possono salvare i raccolti?

Scopri come l'unione europea sta investendo nella ricerca per rendere le colture più resistenti alle malattie, riducendo la dipendenza dai pesticidi e garantendo la sicurezza alimentare.
  • L'UE ha investito oltre 2 milioni di euro attraverso il programma ERA-NET per la genomica delle piante (ERA-PG) nell'ambito del Sesto Programma Quadro (6° PQ).
  • Un gruppo di ricerca britannico ha scoperto un meccanismo per rafforzare le difese immunitarie delle piante, riducendo le perdite di raccolto e minimizzando l'uso di pesticidi. Il programma ERA-PG ha supportato complessivamente 41 progetti di ricerca transnazionali.
  • Il trasferimento di recettori PRR dalla Brassica a piante di pomodoro ha dimostrato un notevole rafforzamento della resistenza contro numerosi batteri, aprendo la strada a strategie biotecnologiche per potenziare la resistenza alle malattie.

L’UE investe nella ricerca per la resilienza delle colture

La sicurezza alimentare rappresenta una sfida cruciale nel contesto di una popolazione globale in continua crescita. L’Unione Europea ha posto questa problematica al centro delle proprie priorità di ricerca, finanziando progetti innovativi volti ad incrementare la produzione agricola in modo sostenibile. Un esempio emblematico è lo studio condotto da un gruppo di ricerca britannico, che ha individuato un meccanismo per rafforzare le difese immunitarie delle piante, riducendo le perdite di raccolto causate da malattie e minimizzando l’uso di pesticidi. Questa ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Biotechnology, ha beneficiato del sostegno della rete ERA-NET (European Research Area Network) dedicata alla genomica delle piante (ERA-PG), con un finanziamento di oltre 2 milioni di euro nell’ambito del Sesto programma quadro (6° PQ). Il programma ERA-PG ha supportato complessivamente 41 progetti di ricerca transnazionali.

Il ruolo dei recettori immunitari PRR

Le malattie delle piante rappresentano una minaccia significativa per la produzione alimentare globale. Come evidenziato dagli autori dello studio, le perdite di raccolto causate da agenti patogeni microbici e parassiti impongono forti limitazioni all’agricoltura. Sebbene l’utilizzo di prodotti agrochimici sia una pratica comune per il controllo delle malattie, è imperativo sviluppare approcci più sostenibili. Un’alternativa promettente consiste nel rafforzare il sistema immunitario delle piante. La maggior parte delle piante possiede meccanismi di difesa innati contro i patogeni, ma l’efficacia di tali meccanismi varia notevolmente tra le diverse specie. Un gruppo di ricercatori del Sainsbury Laboratory, situato nel Regno Unito, in collaborazione con un consorzio internazionale, ha indirizzato le proprie indagini sui recettori immunitari PRR, o recettori di riconoscimento del modello, riscontrabili in certi vegetali, fra cui una specie selvatica della famiglia delle Brassicacee. I PRR sono in grado di riconoscere molecole essenziali per la sopravvivenza dei patogeni. Questa capacità di identificare molecole fondamentali presenti in diversi microbi conferisce alle piante la capacità di combattere una vasta gamma di agenti patogeni. Tuttavia, fino ad oggi, sono stati identificati solo pochi PRR nelle piante.

Trasferimento di recettori PRR per una maggiore resistenza

Nell’ambito dello studio, il team di ricerca ha prelevato un PRR tipico della Brassica e lo ha trasferito in due piante: Nicotiana benthamiana e Solanum lycopersicum (pomodoro). L’obiettivo era valutare se l’aggiunta di nuovi recettori di riconoscimento alla difesa dell’ospite potesse migliorare la resistenza alle malattie. Le piante trasformate sono state sottoposte a test di resistenza contro diversi tipi di agenti patogeni. I risultati hanno dimostrato un notevole rafforzamento della resistenza contro numerosi batteri, inclusi alcuni dei più pericolosi. Da questo risultato si deduce che il trasferimento di PRR tra diverse famiglie di piante è fattibile, aprendo la strada a promettenti strategie biotecnologiche per potenziare la resistenza alle malattie. Il dottor Cyril Zipfel del Sainsbury Laboratory ha sottolineato che “la forza di questa resistenza risiede nel fatto che deriva da una famiglia di piante a cui l’agente patogeno non si è ancora adattato”. Questa scoperta permette di trasferire la resistenza tra diverse specie vegetali, un’operazione impossibile con le tecniche di coltivazione tradizionali. Attualmente, il team sta applicando e verificando i risultati su altre colture altamente sensibili alle malattie batteriche, come patate, mele, manioca e banana.

Prospettive future e implicazioni per l’agricoltura

La ricerca finanziata dall’UE rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro le malattie delle piante e nella promozione di un’agricoltura più sostenibile. La capacità di trasferire recettori immunitari tra diverse specie vegetali apre nuove opportunità per lo sviluppo di colture resistenti alle malattie, riducendo la dipendenza dai pesticidi e garantendo una maggiore sicurezza alimentare. I risultati ottenuti da questo studio potrebbero avere un impatto significativo sull’agricoltura moderna, contribuendo a proteggere i raccolti e a garantire una produzione alimentare stabile e sostenibile per le generazioni future.

Verso un’agricoltura resiliente: un approccio integrato

La ricerca che abbiamo esplorato ci offre una finestra sul futuro dell’agricoltura, un futuro in cui la resilienza delle colture è potenziata dalla comprensione dei meccanismi di difesa naturali delle piante. Ma cosa significa questo in termini pratici?

Partiamo dalle basi: la rotazione delle colture. Questa pratica agricola, antica quanto l’agricoltura stessa, consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno in cicli programmati. Questo semplice accorgimento aiuta a interrompere i cicli vitali dei patogeni presenti nel suolo, riducendo la loro capacità di infettare le piante successive. È un po’ come cambiare la serratura di casa per scoraggiare i ladri!

Ora, alziamo l’asticella: l’agricoltura di precisione. Grazie all’utilizzo di sensori, droni e software avanzati, è possibile monitorare lo stato di salute delle piante in tempo reale e intervenire in modo mirato, ad esempio applicando fertilizzanti o trattamenti antiparassitari solo dove e quando necessario. Questo approccio riduce al minimo l’impatto ambientale dell’agricoltura e massimizza l’efficacia degli interventi.

La ricerca sui recettori PRR ci spinge a riflettere sul ruolo cruciale della biodiversità. Ogni specie vegetale possiede un patrimonio genetico unico, che può contenere la chiave per risolvere le sfide che l’agricoltura si trova ad affrontare. Preservare la biodiversità significa proteggere un tesoro inestimabile di soluzioni potenziali per un futuro alimentare più sicuro e sostenibile.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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