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- Declaratoria di eccezionalità: via libera agli indennizzi statali.
- Misura 23: fino a 42.000€ per azienda danneggiata.
- Domande di indennizzo entro il 22 maggio 2025.
- Stanziati 6,4 milioni di euro per la Misura 23.
- Prevista riduzione del 68% sui contributi per le aziende alluvionate.
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della declaratoria di eccezionalità per gli eventi alluvionali che hanno funestato l’Emilia-Romagna tra settembre e ottobre del 2024 segna un punto di svolta cruciale per il settore agricolo. Questo atto formale, lungamente atteso, apre le porte all’erogazione degli indennizzi statali previsti dal Fondo di Solidarietà Nazionale, un sostegno vitale per le imprese agricole che hanno subito ingenti danni a causa delle calamità naturali.
Il via libera agli indennizzi: un respiro per le imprese agricole
La declaratoria di eccezionalità, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, è il risultato di un iter complesso avviato dalla Regione Emilia-Romagna. Dopo un’accurata ricognizione dei danni e la delimitazione delle aree colpite, la Regione ha formalmente richiesto al Governo il riconoscimento del carattere eccezionale degli eventi. Questo riconoscimento è fondamentale perché consente alle imprese agricole di accedere agli indennizzi previsti dal Decreto Legislativo n. 102/2004, finalizzati al ristoro dei danni non coperti da polizze assicurative che hanno colpito le infrastrutture delle aziende, le attrezzature, le provviste di prodotti e i suoli agricoli. Le province interessate dal provvedimento sono Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini. Le imprese agricole danneggiate avranno tempo fino al 22 maggio 2025 per presentare domanda di indennizzo al Ministero dell’Agricoltura, esclusivamente per i danni non coperti da assicurazioni agevolate o da fondi mutualistici previsti dal Piano di gestione dei rischi 2024.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha sottolineato l’importanza di questo passaggio, definendolo “un passaggio tecnico fondamentale per consentire alle imprese di accedere agli indennizzi previsti dal Fondo di solidarietà nazionale”. Mammi ha inoltre evidenziato l’impegno della Regione, che si è attivata tempestivamente per predisporre la documentazione necessaria e trasmetterla al Governo.
Misura 23: un sostegno regionale per la ripresa
Parallelamente agli indennizzi statali, la Regione Emilia-Romagna ha attivato la Misura 23 del Programma di Sviluppo Rurale, un intervento eccezionale e temporaneo volto a supportare le aziende agricole che hanno subito danni superiori al 30% della produzione o del potenziale produttivo. Questa misura prevede contributi da 600 a 4.500 euro per ettaro, fino a un massimo di 42.000 euro per azienda. Il campo di applicazione della misura si estende alle aree provinciali di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini. Le risorse stanziate, pari a 6,4 milioni di euro, sono destinate alle imprese individuate nelle ordinanze commissariali del 21 settembre e del 5 novembre 2024. L’approvazione delle richieste di sovvenzione è calendarizzata entro il mese di giugno, mentre l’erogazione dei fondi è programmata entro la fine di dicembre.

La necessità di un cambio di passo nella gestione dei rischi climatici
L’assessore Mammi ha sollevato una questione cruciale, ovvero l’adeguatezza delle normative attuali di fronte alla crescente frequenza e intensità degli eventi climatici estremi. Le regole ordinarie degli aiuti di Stato, che prevedono il superamento della soglia del 30% di danno per l’accesso agli indennizzi, si rivelano inadeguate per le realtà come quella dell’Emilia-Romagna, ripetutamente colpita da calamità naturali. Mammi ha auspicato un riconoscimento del 100% dei danni, soprattutto per le zone già provate da eventi precedenti, e ha sollecitato l’inclusione degli agriturismi e delle fattorie didattiche tra i beneficiari degli indennizzi, attualmente esclusi.
Il parlamentare Mauro Malaguti ha annunciato lo sblocco dei fondi Agricat, con l’emissione di un decreto per il rimborso di 10 milioni di euro, seguito da un altro di 27 milioni. Inoltre, è prevista un’agevolazione contributiva per le aziende situate nelle zone alluvionate nel maggio 2023, con una riduzione del 68% sui contributi.
Verso un’agricoltura resiliente: sfide e opportunità
La situazione in Emilia-Romagna mette in luce la necessità di ripensare le strategie di gestione dei rischi in agricoltura. Gli eventi alluvionali del 2023 e del 2024 hanno messo a dura prova il settore, evidenziando la sua vulnerabilità di fronte ai cambiamenti climatici. È fondamentale investire in misure di prevenzione e mitigazione, come la realizzazione di infrastrutture per la gestione delle acque, la promozione di pratiche agricole sostenibili e la diversificazione delle colture. Allo stesso tempo, è necessario semplificare e accelerare le procedure di accesso agli indennizzi, garantendo un sostegno tempestivo ed efficace alle imprese agricole colpite. La sfida è quella di costruire un’agricoltura resiliente, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e di continuare a svolgere un ruolo fondamentale per l’economia e la coesione sociale dei territori.
Un Nuovo Orizzonte per l’Agricoltura Emiliana: Resilienza e Sostenibilità
La sequenza di eventi calamitosi che ha colpito l’Emilia-Romagna ha innescato una riflessione profonda sulla necessità di un’agricoltura più resiliente e sostenibile. Non si tratta solo di riparare i danni, ma di costruire un futuro in cui il settore agricolo possa affrontare le sfide del cambiamento climatico con strumenti adeguati e una visione lungimirante.
L’agricoltura conservativa, una pratica agricola che mira a ridurre l’erosione del suolo, aumentare la fertilità e migliorare la gestione dell’acqua, rappresenta un esempio concreto di come sia possibile coniugare produttività e sostenibilità. Questa tecnica, che prevede la minima lavorazione del terreno, la copertura del suolo con residui colturali e la rotazione delle colture, può contribuire a mitigare gli effetti delle alluvioni e a proteggere le risorse naturali.
Parallelamente, l’agricoltura di precisione, basata sull’utilizzo di tecnologie avanzate come sensori, droni e sistemi di geolocalizzazione, consente di ottimizzare l’uso delle risorse, ridurre gli sprechi e migliorare la qualità delle produzioni. Questa tecnologia può essere utilizzata per monitorare lo stato di salute delle colture, irrigare in modo efficiente e applicare i fertilizzanti in modo mirato, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura.
Questi sono solo due esempi di come l’innovazione e la ricerca possono contribuire a costruire un’agricoltura più resiliente e sostenibile. Ma la vera sfida è quella di promuovere un cambiamento culturale, che coinvolga tutti gli attori della filiera, dai produttori ai consumatori, e che metta al centro il valore del territorio e la sua tutela. Solo così potremo garantire un futuro prospero per l’agricoltura emiliana e per le generazioni future.