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Allarme viticoltura: rischio estinzione per il 90% delle aree costiere italiane

Legambiente avverte: senza interventi urgenti, il cambiamento climatico potrebbe distruggere la viticoltura costiera. Ecco le soluzioni proposte dagli esperti.
  • Il 90% delle aree costiere e pianeggianti che producono vino rischia l'estinzione a causa dell'aumento delle temperature.
  • La produzione agricola in Italia è calata del 3,9% nel 2023, con una diminuzione del 17,4% per il vino.
  • Le temperature medie globali potrebbero aumentare di oltre 2 gradi entro la fine del secolo, mettendo in pericolo la viticoltura.

Legambiente ha lanciato un allarme significativo durante la FestAmbiente a Ripescia, Grosseto, riguardo al rischio di estinzione per il 90% delle aree costiere e pianeggianti che producono vino. Secondo i dati di Nature Reviews Earth & Environment, se le temperature globali dovessero aumentare di oltre 2 gradi entro la fine del secolo, le conseguenze sarebbero disastrose. In Italia, nel 2023, si è già registrato un calo della produzione agricola del 3,9%, con il vino che ha pagato il conto più salato in termini di volumi (-17,4%), seguito da frutta (-11,2%) e olio d’oliva (-3%).

Lo spostamento dei vigneti verso Nord e in altitudine è già una realtà, come dimostra la nuova mappa vitivinicola sempre più protesa verso la viticoltura dei Paesi del Nord Europa: dall’Irlanda alla Scandinavia. Legambiente ha esortato gli agricoltori a smettere di opporsi al Green Deal, sottolineando che la riconversione ecologica del settore agricolo non è più rimandabile. Gli eventi climatici estremi richiedono azioni immediate per adattarsi e contrastare la crisi climatica.

Il friulano di Harvard che salva le viti dal clima impazzito

Marco Simonit, noto potatore di vigne, ha tenuto una lezione all’università di Harvard durante il simposio “Vine to mind: decanting wine’s future with data Science & AI”. Simonit ha discusso la progettazione del vigneto di fronte al cambiamento climatico, evidenziando la necessità di spostare la produzione di vino in altitudine o a latitudini più alte. Ha sottolineato che il cambiamento climatico è già qui, con innalzamento delle temperature medie e eventi estremi come siccità e tempeste che colpiscono i principali distretti vitivinicoli.

Simonit ha proposto la ricerca di nuove aree viticole nelle zone più fresche e l’impianto di vigneti ad altitudini più elevate. Ha anche suggerito di favorire la resilienza delle piante alle variabili climatiche, preservando l’efficienza del sistema di conduzione dell’acqua nelle piante e migliorando le riserve nel legno vivo. Le densità di impianto dovrebbero essere riconsiderate per ridurre l’uso di acqua e risorse.

Cosa ne pensi?
  • Un passo avanti per la sostenibilità 🌿......
  • Una tragedia annunciata 😔......
  • E se fosse un'opportunità nascosta? 🤔......

Mattia Filippi (Uva Sapiens): “Tra siccità e caldo la viticoltura a una svolta epocale”

Mattia Filippi, di Uva Sapiens, ha sottolineato che il mondo della viticoltura è a un bivio, soprattutto nel Sud Italia. L’estate rovente e la siccità impongono nuovi modelli produttivi e scelte drastiche. Dal 2015, le temperature hanno subito un incremento mondiale di un grado e mezzo, costante durante tutto l’anno. Filippi ha proposto soluzioni innovative, come la viticoltura a quote più alte e l’esplorazione di nuovi territori per la viticoltura.

Uva Sapiens propone un approccio multidisciplinare per affrontare le nuove criticità, suggerendo la sperimentazione di varietà estremamente precoci o tardive e il concetto di agricoltura mista. Filippi ha anche evidenziato l’importanza della biodiversità e della rivalutazione del concetto di suolo attraverso la sostanza organica e la fertilità.

Situazione drammatica: “Non c’è acqua, tagliamo l’uva per salvare le viti”

Fausto Albanesi, vignaiolo in Abruzzo, ha descritto una situazione drammatica a Loreto Aprutino, dove le temperature raggiungono i 40 gradi e la pioggia non cade da mesi. Albanesi è costretto a ridurre il carico produttivo delle sue vigne per salvarle dalla siccità. Ha descritto come le vecchie vigne, con radici profonde fino a 3 metri, siano in sofferenza totale per la mancanza di acqua.

Albanesi ha adottato misure drastiche, come l’iniezione di acqua nel suolo a 20 centimetri di profondità, ma ha sottolineato che queste soluzioni sono solo palliativi. La situazione è resa ancora più difficile dalle temperature estreme e dalla mancanza di precipitazioni. Albanesi ha espresso preoccupazione per il futuro della viticoltura in queste condizioni estreme.

Bullet Executive Summary

La viticoltura moderna si trova di fronte a sfide senza precedenti a causa del cambiamento climatico. Le temperature in aumento e la siccità stanno mettendo a rischio la produzione di vino nelle aree costiere e pianeggianti, costringendo i viticoltori a spostare i vigneti verso Nord e in altitudine. Esperti come Marco Simonit e Mattia Filippi stanno proponendo soluzioni innovative per adattarsi a queste nuove condizioni, mentre vignaioli come Fausto Albanesi stanno adottando misure drastiche per salvare le loro vigne.

In agricoltura, una nozione base correlata al tema principale è l’importanza della rotazione delle colture, che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’erosione. Una nozione avanzata è l’uso di tecniche di agricoltura di precisione, che utilizzano dati e tecnologia per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la resa delle colture. Queste tecniche possono essere particolarmente utili per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico, permettendo ai viticoltori di adattarsi rapidamente alle nuove condizioni e di mantenere la sostenibilità delle loro pratiche agricole.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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