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Agricoltura biologica: come proteggere il suolo per un futuro sostenibile?

Scopri le minacce che incombono sul suolo, le conseguenze del degrado e le soluzioni innovative come l'agricoltura rigenerativa per ripristinare la fertilità dei terreni e garantire un'agricoltura più sostenibile.
  • Quasi la metà del territorio italiano è sottoposto a una o più forme di degrado, secondo il Rapporto sulla salute del suolo in Italia di Re Soil Foundation.
  • L'80% dei terreni agricoli italiani, pari al 23% del territorio nazionale, è interessato da fenomeni erosivi, con perdite annuali di suolo che superano le 10 tonnellate per ettaro all'anno.
  • La copertura artificiale del suolo ha raggiunto il 7,14% del territorio nazionale, superando la media UE del 4,2%, evidenziando un'eccessiva impermeabilizzazione del suolo.

Il ruolo cruciale del suolo nell’agricoltura biologica

Il suolo, spesso considerato un mero supporto per le piante, rappresenta in realtà un ecosistema complesso e dinamico, fondamentale per il successo dell’agricoltura biologica. La sua salute, la sua biodiversità e la sua capacità di trattenere acqua e nutrienti sono elementi imprescindibili per garantire produzioni agricole sostenibili e di qualità. Un suolo vivo, brulicante di microrganismi, funghi, batteri, lombrichi e insetti, è in grado di nutrire le piante in modo naturale, senza la necessità di ricorrere a fertilizzanti chimici di sintesi. La biodiversità del suolo, un vero e proprio tesoro nascosto, è la chiave per la sua fertilità e resilienza, permettendo al terreno di adattarsi ai cambiamenti climatici e di resistere alle malattie. Un suolo sano è un serbatoio di carbonio, essenziale per mitigare i cambiamenti climatici, e svolge un ruolo cruciale nella regolazione del ciclo dell’acqua, prevenendo l’erosione e riducendo il rischio di siccità.

L’agricoltura biologica, che si basa su principi di sostenibilità e rispetto dell’ambiente, riconosce l’importanza del suolo come risorsa fondamentale e si impegna a preservarne la salute e la fertilità attraverso pratiche agricole appropriate. Queste pratiche includono la rotazione delle colture, l’uso di compost e letame, la semina di sovesci e la lotta biologica ai parassiti. L’obiettivo è quello di creare un sistema agricolo resiliente e in grado di produrre cibo sano e nutriente, senza compromettere la salute del suolo e dell’ambiente.

Le minacce al suolo e le loro conseguenze

Le pratiche agricole intensive, caratterizzate dall’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti chimici, rappresentano una grave minaccia per la salute del suolo. Questi prodotti, infatti, impoveriscono il terreno, uccidendo la sua biodiversità e alterandone la struttura. L’erosione, causata dalla deforestazione e da tecniche di lavorazione inadeguate, porta via lo strato superficiale fertile, rendendo i terreni sterili e improduttivi. L’inquinamento industriale e agricolo contamina i suoli, rendendoli inadatti alla coltivazione e mettendo a rischio la salute umana.

Le conseguenze del degrado del suolo sono drammatiche: perdita di fertilità, aumento della vulnerabilità alle malattie, diminuzione della resa delle colture, desertificazione e perdita di biodiversità. Il Rapporto sulla salute del suolo in Italia di Re Soil Foundation evidenzia come quasi la metà del territorio italiano sia sottoposto a una o più forme di degrado. L’ottanta per cento dei terreni agricoli, pari al 23% del territorio nazionale, è interessato da fenomeni erosivi, mentre il 68% ha perso più del 60% del carbonio organico originariamente presente. Si stima che le perdite annuali di suolo superino le 10 tonnellate per ettaro all’anno, con punte di oltre 100 tonnellate in alcune aree. Questi dati allarmanti dimostrano come il degrado del suolo rappresenti una sfida urgente e complessa, che richiede interventi immediati e coordinati per preservare questa risorsa fondamentale per il futuro dell’agricoltura e per la nostra stessa sopravvivenza. Il problema del degrado è un tema di grande rilevanza poiché il 95% del cibo globale viene prodotto direttamente o indirettamente dal suolo.
Inoltre, il consumo di suolo, dovuto all’urbanizzazione e alla costruzione di infrastrutture, sottrae preziose aree agricole alla produzione alimentare, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale. L’impermeabilizzazione del suolo, causata dalla copertura artificiale, impedisce l’infiltrazione dell’acqua, aumentando il rischio di alluvioni e riducendo la disponibilità di risorse idriche per l’agricoltura. La copertura artificiale del suolo è arrivata al 7,14% del territorio nazionale, mentre la media UE è del 4,2%. In Lombardia, Veneto e Campania si supera già il 10% di impermeabilizzazione.

Agricoltura rigenerativa: una soluzione per ripristinare la salute del suolo

Di fronte alle minacce che incombono sul suolo, l’agricoltura rigenerativa emerge come una soluzione promettente per ripristinare la fertilità dei terreni degradati e promuovere un’agricoltura più sostenibile e resiliente. Questo approccio si basa su principi ecologici e mira a migliorare la salute del suolo, la biodiversità e la capacità degli ecosistemi agricoli di adattarsi ai cambiamenti climatici. L’agricoltura rigenerativa si fonda su una serie di pratiche agricole innovative, che includono:
* La riduzione al minimo della lavorazione del suolo*, per preservarne la struttura e la biodiversità.
* La *
rotazione delle colture
, per prevenire l’esaurimento del suolo e ridurre la diffusione di parassiti e malattie.
* L’uso di colture di copertura (sovescio), per proteggere il suolo dall’erosione, migliorare la sua fertilità e aumentare la sostanza organica.
* L’integrazione di bestiame negli sistemi agricoli*, per favorire il ciclo dei nutrienti e migliorare la struttura del suolo.
La
promozione della biodiversità, attraverso la creazione di habitat per impollinatori e altri organismi utili.
L’*utilizzo di compost e ammendanti organici
, per migliorare la fertilità del suolo e aumentare la sua capacità di trattenere acqua.

Un esempio virtuoso di agricoltura rigenerativa è rappresentato dal progetto LenS, attivo nel Triveneto. Questo progetto, promosso dal gruppo Purina, coinvolge più di cinquanta aziende agricole in Veneto e Friuli Venezia Giulia, per un totale di oltre 2 mila ettari. Gli agricoltori coinvolti adottano pratiche come la coltura di copertura, la piantumazione di siepi e barriere verdi, e il recupero di tecniche tradizionali per arricchire i suoli di nutrienti, preservarli dall’erosione e favorire la biodiversità. Le coltivazioni principali sono frumento, mais e soia, che sono la base per le farine con cui viene prodotto il pet food secco. Questo tipo di agricoltura guarda ai meccanismi che la natura mette in campo, e che si erano persi per via dell’agricoltura intensiva. **Il network LenS serve proprio per andare incontro alle prime esigenze delle aziende, sostenendo per esempio una parte dei costi di avviamento, a partire dalla fornitura delle sementi.**

Verso un futuro sostenibile: la sfida di proteggere il suolo

La salvaguardia del suolo rappresenta una sfida cruciale per il futuro dell’agricoltura e per la nostra stessa sopravvivenza. È necessario un cambio di paradigma, che abbandoni la logica della produzione intensiva a tutti i costi e adotti pratiche agricole più sostenibili e rispettose dell’ambiente. È fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecniche per ripristinare la fertilità dei suoli degradati e promuovere un’alimentazione più consapevole, che valorizzi i prodotti biologici e locali, coltivati nel rispetto del suolo e dell’ambiente.

La sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza del suolo è un altro elemento chiave per promuovere un cambiamento culturale e incentivare comportamenti più responsabili. È necessario informare i cittadini sui benefici di un’agricoltura sostenibile e sui rischi del degrado del suolo, incoraggiandoli a fare scelte consapevoli e a sostenere gli agricoltori che si impegnano a proteggere questa risorsa preziosa. Un approccio partecipativo e percorsi condivisi, oltre al problema del recupero delle aree contaminate, possono essere molto efficaci per curare anche molti altri mali del suolo. A partire dall’esigenza della possibilità di poter contare su un minimo data set di indicatori da riunire in un indice di qualità del suolo.

Infine, è necessario un quadro normativo adeguato, che promuova la protezione del suolo e incentivi le pratiche agricole sostenibili. La mancanza di una legislazione specifica sul suolo rappresenta un ostacolo alla sua tutela e richiede un intervento urgente da parte delle istituzioni. E’ necessario intervenire sul suolo perché per ogni euro investito sul ripristino dei suoli si ottiene un risparmio di mancati costi attorno ai 30 euro.

Riconnettersi alla terra: un imperativo etico e sociale

L’importanza del suolo non si limita alla sua funzione produttiva, ma si estende alla sua valenza ecologica, culturale e sociale. Il suolo è un elemento fondamentale del paesaggio, un serbatoio di biodiversità e un custode della memoria storica. La sua protezione rappresenta un imperativo etico e sociale, che coinvolge tutti i cittadini e richiede un impegno concreto per preservare questa risorsa per le generazioni future. Il suolo, infatti, non è solo un substrato inerte, ma un sistema complesso e dinamico che interagisce con l’aria, l’acqua e gli organismi viventi, influenzando il clima, la qualità dell’acqua e la salute umana.

Nel mondo dell’agricoltura, una nozione base fondamentale è quella della rotazione delle colture. Questa tecnica, apparentemente semplice, consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno nel corso degli anni. I benefici sono molteplici: si previene l’esaurimento del suolo, si riduce la diffusione di parassiti e malattie, si migliora la struttura del terreno e si aumenta la sua fertilità. Una nozione più avanzata è quella dell’agroforestazione, che consiste nell’integrare alberi e arbusti all’interno dei sistemi agricoli. Gli alberi, infatti, offrono numerosi vantaggi: proteggono il suolo dall’erosione, migliorano la sua fertilità, aumentano la biodiversità e forniscono ombra e riparo al bestiame.

Ma al di là delle tecniche e delle pratiche agricole, è necessario un cambiamento di mentalità, una riscoperta del valore del suolo e un rinnovato rispetto per la terra. Dobbiamo riconnetterci alla terra, riscoprire il piacere di coltivare il nostro cibo, di camminare a piedi nudi nel suolo e di respirare il suo profumo. Solo così potremo comprendere appieno l’importanza del suolo e impegnarci a proteggerlo per il futuro. La sfida è quella di costruire un’agricoltura più umana, più sostenibile e più rispettosa dell’ambiente, un’agricoltura che sappia nutrire il corpo e l’anima, che sappia riconnetterci alla terra e che sappia preservare il nostro pianeta per le generazioni future.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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