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- Nuove linee guida dell'Abi per la valutazione degli immobili agricoli, incorporando considerazioni climatiche.
- Eventi estremi in Italia hanno causato danni per 6 miliardi di euro nel 2022.
- Solo il 5% delle aziende italiane possiede polizze contro calamità naturali, mentre il 97% delle grandi aziende è coperto.
- Dal 2025, obbligo di copertura assicurativa per le imprese italiane contro eventi calamitosi.
L’Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha recentemente diffuso le Linee guida per la valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, segnando un avanzamento rilevante verso l’incorporazione di considerazioni climatiche nell’ambito agricolo. Questa nuova direttiva si avvale della collaborazione dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali e sottolinea due punti essenziali: l’impatto diretto esercitato dalle alterazioni climatiche sulle aziende agricole e l’importanza di aderire ai parametri di sostenibilità ambientale. Tali fattori sono destinati a influenzare significativamente il valore delle proprietà immobiliari nel corso dell’intero periodo del mutuo ipotecario, ponendo attenzione agli effetti duraturi del cambiamento climatico. In Italia, eventi meteorologici estremi come la siccità registrata nel 2022 hanno arrecato danni quantificabili in 6 miliardi di euro; le previsioni relative al 2024 suscitano analoghi timori. Le imprese agricole devono fronteggiare non solo danneggiamenti immediati ma anche una crescita nei costi necessari ad adeguarsi alle nuove condizioni atmosferiche sfavorevoli, compromettendo i loro profitti e il valore patrimoniale immobiliare.
Adattamento al Cambiamento Climatico: Sfide e Soluzioni
Le trasformazioni climatiche costituiscono un problema crescente per le realtà imprenditoriali, che devono evolversi per preservare resilienza e sostenibilità a lungo termine. Con l’innalzamento delle temperature globali verso 1,5°C, episodi meteorologici estremi come alluvioni e siccità diventano sempre più comuni e impattanti su economia e infrastrutture. Al fine di ridurre al minimo i rischi potenziali, numerose imprese italiane ed europee implementano azioni di adattamento oltre a esaminare soluzioni assicurative contro calamità naturali. Le nuove regolamentazioni dell’Unione Europea insieme a quelle italiane stimolano le aziende nello sviluppo di strategie specializzate volte ad attenuare gli effetti della crisi climatica così come nel consolidamento della loro competitività sul mercato.
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Il Ritardo dell’Italia nelle Polizze Catastrofali
In Italia, si riscontra una bassa penetrazione dell’acquisto di polizze contro calamità naturali. Solo una minima porzione del tessuto imprenditoriale italiano – precisamente il 5% su un totale di 4,5 milioni di attività economiche – possiede protezioni finanziarie per danni derivanti da eventi severi, nonostante un quarto (25%) dei piccoli-medi operatori affronti rilevanti minacce idrogeologiche. Sul fronte opposto si collocano le grandi aziende che registrano un elevatissimo grado di copertura (97%), mentre via via che si scende nella scala dimensionale il ricorso ad assicurazioni diminuisce drasticamente: lo documentano i dati relativi al settore medio (72%), piccolo (19%) fino al livello minimo presso le microimprese con appena un coinvolgimento del 4%. Parallelamente, anche il contesto familiare italiano mostra similitudini nel limitato utilizzo dei prodotti assicurativi: infatti, solo uno sparuto numero pari al 6% dei nuclei domestici sottoscrive polizze volte a tutelare dalle avversità catastrofiche, malgrado la vulnerabilità appaia significativa raggiungendo una soglia dell’80%.
Verso un Futuro Resiliente
Le recenti regolamentazioni emanate in Europa e in Italia mirano ad accrescere la capacità delle società nel fronteggiare la crisi climatica in corso. Documenti come la Strategia di Adattamento dell’UE del 2021 e il PNACC ratificato nel 2023 costituiscono esempi pratici di progetti volti a incentivare l’eco-sostenibilità e l’invulnerabilità aziendale. Tali regolamenti sottolineano il bisogno impellente di colmare il deficit protettivo nei confronti degli effetti climatici avversi, incentivando contemporaneamente l’impiego della copertura assicurativa nella gestione dei rischi climatici. Il bilancio statale previsto per il 2024 introduce altresì l’obbligatorietà dal 2025 per le imprese italiane di dotarsi di copertura assicurativa contro eventi calamitosi: un passo essenziale verso una più solida salvaguardia del tessuto imprenditoriale italiano.
In agricoltura, una nozione di base correlata al tema è l’importanza della rotazione delle colture, una pratica che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a ridurre i rischi di malattie e parassiti. Nell’attuale scenario segnato dai mutamenti climatici, questa pratica acquisisce ulteriore importanza nel sostenere la robustezza delle colture.
Una nozione avanzata comprende l’impiego di tecnologie di precisione, strumenti capaci di migliorare il controllo e l’amministrazione delle risorse agricole con maggiore efficienza. Attraverso tali tecnologie, gli agricoltori sono in grado di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua e dei fertilizzanti, limitando allo stesso tempo gli effetti ambientali negativi, mentre si accresce la produttività. Meditando su queste metodiche emergono chiaramente i benefici derivanti da un approccio sinergico che unisce le pratiche tradizionali con quelle innovative per affrontare al meglio le difficoltà poste dai cambiamenti climatici.