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- Negli ultimi vent'anni, il numero di aziende agricole è calato del 53%, con una perdita di 850mila ettari di terreno coltivato.
- I danni causati da fenomeni climatici estremi hanno superato i 90 miliardi di euro negli ultimi 40 anni.
- Solo 7 euro su 100 spesi dal consumatore arrivano al produttore, evidenziando la necessità di riequilibrare la filiera agroalimentare.
L’assemblea nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, tenutasi a Roma, ha evidenziato le sfide fondamentali che il settore agricolo italiano si trova ad affrontare. Con il titolo emblematico “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce”, l’evento ha richiamato oltre 400 delegati da tutta Italia, sottolineando la necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui il settore viene gestito e supportato. Secondo il report di Nomisma, negli ultimi vent’anni il numero di aziende agricole è drasticamente calato, con una contrazione del 53%. Questo declino ha colpito principalmente le zone collinari e montuose, portando a una perdita di 850mila ettari di terreno agricolo coltivato. La situazione è resa più grave da una crescita del settore agricolo italiano inferiore alla media europea, avanzando del 24% rispetto al 41% della media UE.
Le sfide climatiche e la gestione delle risorse idriche
Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti per l’agricoltura italiana. Fenomeni estremi come siccità e alluvioni hanno causato danni per oltre 90 miliardi di euro negli ultimi 40 anni. Cia paventa cinque azioni chiave per fronteggiare questa crisi: concentrarsi sulle aree a rischio, sviluppare un nuovo Piano nazionale per la crescita dei grandi invasi, incentivare il riutilizzo delle acque reflue, approvare una legge che contrasti il consumo del suolo agricolo e promuovere la manutenzione territoriale da parte degli agricoltori. Queste misure sono particolarmente attese in regioni come la Basilicata, dove l’emergenza idrica è un problema critico non solo per l’acqua potabile, ma anche per l’irrigazione agricola.
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Valorizzazione delle aree interne e filiera agroalimentare
Le zone interne, che costituiscono il 56% della superficie coltivabile italiana, sono al centro delle preoccupazioni della Cia. Queste aree soffrono di spopolamento, riduzione dei servizi e marginalizzazione. Investire in queste zone è una priorità economica e sociale. La Cia propone una strategia nazionale che includa il potenziamento delle infrastrutture, sconti fiscali, riconoscimento dell’agricoltura familiare e un più facile accesso al credito. Inoltre, è essenziale valorizzare adeguatamente la filiera agroalimentare, dato che attualmente solo 7 euro su 100 spesi dal consumatore arrivano al produttore. Politiche per il riequilibrio e la trasparenza nei rapporti commerciali sono cruciale per sostenere l’aggregazione e migliorare la distribuzione delle risorse.
Conclusioni e Prospettive Future
L’assemblea ha evidenziato la necessità di una Politica agricola comunitaria più flessibile e attenta ai rischi, con interventi mirati per la gestione delle crisi e l’implementazione delle innovazioni. Per raggiungere la sostenibilità, il settore necessita di un adeguato supporto a livello europeo, con la creazione di un fondo specifico per la transizione ecologica, distinto dal budget destinato alla politica agricola comune. Di pari passo con lo sviluppo commerciale devono emergere politiche in grado di assicurare la reciprocità necessaria a difendere il prodotto italiano da competizioni sleali. L’agricoltura italiana è giunta a una cruciale biforcazione: le scelte attuali sono destinate a determinare il suo avvenire. È indispensabile che agricoltori e istituzioni formino un’alleanza strategica nel affrontare insieme sfide economiche, climatiche e sociali, garantendo ai posteri un modello sostenibile. Un pilastro nell’ambito agricolo contemporaneo è la rotazione delle colture, essenziale per mantenere viva la fertilità dei suoli nonché prevenire parassiti indesiderati o patologie vegetali diffuse. Questo approccio assume una rilevanza particolare nelle aree interne del Paese, ove promuovere diversificazione migliora la solidità economica delle imprese agricole locali. Parallelamente, vi è da evidenziare anche come uno dei pilastri dell’avanguardia agricola moderna consista nell’agricoltura di precisione; tramite sofisticate innovazioni tecnologiche, permette infatti controlli sempre più accurati sui campi, rendendoli assai produttivi e minimizzando nel contempo dannosi impatti ecologici complessivi. Ciò porterà vantaggi sia al sistema alimentare nazionale sia al ritorno finanziario derivante dagli investimenti settorializzati effettuati dai singoli operatori interessati in tale segmento professionale specifico. Esaminando questi elementi, diventa evidente l’importanza di adottare una strategia omnicomprensiva che armonizzi tradizione e innovazione per superare le sfide dei tempi a venire.