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Il dialogo mancato a Gela: agricoltura e industria

A Gela, per oltre mezzo secolo, l'industria e l'agricoltura hanno coesistito senza interagire, perdendo opportunità di crescita sostenibile. L'articolo esplora i motivi di questo divario e le occasioni mancate di collaborazione.
  • Il petrolchimico di Gela impiegava circa 10.000 persone, superando di gran lunga l'occupazione agricola.
  • Nel 2014, la riconversione industriale verso la decarbonizzazione non ha favorito sinergie con l'agricoltura.
  • Eni ha scelto di sviluppare agri hub in Africa, lasciando Gela senza supporto per un'economia circolare locale.

Per oltre mezzo secolo, la città di Gela ha rappresentato un caso emblematico di come due settori fondamentali per l’economia locale, l’industria pesante e l’agricoltura, abbiano convissuto senza mai interagire in modo significativo. L’arrivo del petrolchimico ha segnato un cambiamento radicale, portando con sé una crescita economica che, tuttavia, non ha mai raggiunto il suo pieno potenziale. La mancanza di dialogo tra il settore agricolo, un tempo pilastro dell’economia locale, e l’industria emergente ha impedito una vera e propria sinergia che avrebbe potuto favorire uno sviluppo più equilibrato e sostenibile.

L’espansione industriale ha portato a un aumento della popolazione non residente, con un impatto significativo sul commercio e sui servizi locali. Tuttavia, l’agricoltura non ha beneficiato di questa crescita, subendo invece la perdita di terreni e risorse idriche a favore dell’industria. Nel momento di massimo splendore, il petrolchimico impiegava circa 10.000 persone, superando di gran lunga il numero di occupati nel settore agricolo. Nonostante i benefici economici derivanti dalle alte retribuzioni nel settore industriale, l’agricoltura ha continuato a soffrire, senza ricevere compensazioni adeguate per le perdite subite.

La Svolta del 2014 e le Opportunità Mancarate

Il 2014 ha segnato un punto di svolta con la decisione di Eni di riconvertire il sito industriale verso un modello più sostenibile, introducendo concetti come decarbonizzazione ed economia circolare. Tuttavia, le opportunità di dialogo tra agricoltura e industria sono state nuovamente perse. Un progetto di ricerca condotto da Versalis sulla coltivazione del guayule, una pianta dalle molteplici applicazioni industriali, avrebbe potuto rappresentare un ponte tra i due settori. Nonostante le potenzialità, la piana di Gela è stata esclusa dalle prime sperimentazioni, che si sono concentrate altrove.

La bioraffineria di Gela, parte del protocollo del 2014, rappresenta un esempio di come i due settori avrebbero potuto collaborare. La produzione di biocarburanti da materie prime di scarto avrebbe potuto integrare l’agricoltura locale, ma le sinergie necessarie non si sono mai concretizzate. Invece, Eni ha scelto di sviluppare agri hub in Africa, lasciando il territorio siciliano senza il supporto necessario per un’economia circolare locale.

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Le Sfide dell’Agricoltura Italiana nel Contesto Globale

L’agricoltura italiana, in particolare nel Meridione, affronta da oltre vent’anni sfide significative dovute a cambiamenti socio-economici globali. La stagnazione dei prezzi delle derrate agricole, l’aumento dei costi di produzione e la concorrenza sleale da parte di paesi esteri hanno messo in difficoltà molte imprese agricole. La mancanza di un supporto istituzionale adeguato ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando gli agricoltori a lottare da soli contro un sistema che spesso li vede come merce di scambio per favorire altri settori.

Le politiche agricole nazionali ed europee non sono riuscite a fornire il sostegno necessario per affrontare queste sfide. Gli accordi commerciali internazionali, come il TTIP e il CETA, hanno spesso penalizzato il settore agricolo, favorendo invece interessi di altre industrie. La mancanza di una strategia chiara e di un supporto adeguato ha portato a una situazione di incertezza e precarietà per molti agricoltori, che si trovano a dover competere in un mercato sempre più globalizzato e competitivo.

Un Futuro da Costruire: Sinergie e Innovazione

Il futuro dell’agricoltura italiana dipende dalla capacità di costruire sinergie tra diversi settori e di innovare per affrontare le sfide globali. È fondamentale che politica, imprenditoria agricola e industria collaborino per sviluppare strategie che valorizzino le specificità territoriali e promuovano la sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile garantire un futuro prospero per l’agricoltura e per l’economia locale.

In questo contesto, una nozione base di agricoltura riguarda l’importanza della rotazione delle colture, una pratica che può migliorare la fertilità del suolo e ridurre la necessità di fertilizzanti chimici. Inoltre, un approccio avanzato come l’agricoltura di precisione, che utilizza tecnologie avanzate per monitorare e gestire le colture, può aumentare l’efficienza e la sostenibilità delle pratiche agricole.

Riflettendo su questi temi, è chiaro che il futuro dell’agricoltura dipende dalla nostra capacità di innovare e di collaborare. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile superare le sfide attuali e costruire un sistema agricolo più resiliente e sostenibile.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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