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- 1% di riduzione media nella resa agricola globale a causa delle variazioni climatiche.
- La produzione di soia ha visto un incremento del 3,5%, mentre la palma da olio è calata del 13,4%.
- Il 54% delle emissioni di metano nell'UE è causato dall'agricoltura, con l'allevamento che contribuisce al 73% dell'inquinamento idrico agricolo.
Il cambiamento climatico sta ridisegnando la mappa globale dell’agricoltura, influenzando profondamente le coltivazioni e le abitudini alimentari. Durante l’evento “Cambiare con il clima: la nuova mappa del cibo”, tenutosi il 12 novembre presso Eataly Smeraldo a Milano, esperti come Luca Mercalli e Sara Roversi hanno discusso delle sfide e delle opportunità che il settore agricolo deve affrontare. Le temperature in aumento e gli eventi climatici estremi stanno costringendo le coltivazioni a spostarsi geograficamente, con conseguenze dirette sulle popolazioni che dipendono da esse. Mercalli ha sottolineato l’importanza di non superare la soglia dei 2 gradi di aumento della temperatura globale entro la fine del secolo, poiché oltre questo limite si entrerebbe in un territorio sconosciuto con gravi rischi per l’umanità.
Impatto dei Cambiamenti Climatici sulla Produzione Agricola
Uno studio pubblicato su PLOS ONE ha evidenziato come i cambiamenti climatici abbiano già influenzato negativamente la produzione delle principali colture mondiali, tra cui orzo, mais, e riso. Le variazioni climatiche hanno causato una riduzione media dell’1% nella resa agricola globale, con la palma da olio che ha subito un calo del 13,4%, mentre la soia ha visto un leggero aumento del 3,5%. L’impatto è particolarmente negativo in Europa, Africa meridionale e Australia, mentre l’America meridionale ha registrato effetti leggermente positivi. La metà dei Paesi non autosufficienti nella produzione alimentare ha subito una riduzione della produzione, aumentando la dipendenza da importazioni esterne.
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Produzione Intensiva e Sostenibilità
L’agricoltura intensiva e l’allevamento industriale sono responsabili di una parte significativa delle emissioni di gas serra e rappresentano una minaccia per la biodiversità e la salute umana. L’agricoltura è responsabile del 54% delle emissioni di metano di origine antropica nell’UE, mentre l’allevamento intensivo contribuisce al 73% dell’inquinamento idrico agricolo. Oltre il 70% del suolo agricolo è destinato alla produzione di foraggi per animali, piuttosto che cibo per le persone. Greenpeace Italia sottolinea l’importanza di una transizione verso un modello agroecologico, che promuova pratiche sostenibili e riduca l’impatto ambientale.
Verso un Futuro Alimentare Sostenibile
L’agricoltura e l’allevamento sono tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra a livello globale. Uno studio pubblicato su Nature Food ha stimato che nel 2019 le emissioni legate alla produzione alimentare abbiano raggiunto i 36 miliardi di tonnellate. La carne bovina è la principale responsabile, seguita dalla risicoltura, che contribuisce significativamente a causa dei batteri metanogeni nelle risaie allagate. Per ridurre le emissioni, è necessario adottare pratiche agricole più sostenibili, come la rotazione delle colture e l’uso efficiente dei fertilizzanti.
In conclusione, il cambiamento climatico rappresenta una sfida complessa per l’agricoltura moderna. Una nozione di base correlata è l’importanza della rotazione delle colture, una pratica che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a ridurre la dipendenza dai fertilizzanti chimici. Un concetto avanzato è l’agricoltura rigenerativa, che mira a ripristinare la salute del suolo attraverso tecniche come il compostaggio e la copertura vegetale. Riflettendo su questi temi, emerge la necessità di un cambiamento culturale e strutturale nel modo in cui produciamo e consumiamo cibo, per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.