Trasformazione agricola: il contributo cinese rivoluziona São Tomé e Príncipe

São Tomé e Príncipe, un minuscolo arcipelago situato nel cuore del Golfo di Guinea, vanta una storia agricola strettamente legata al passato coloniale. Scoperte dai navigatori portoghesi nel 1470, queste isole divennero un fulcro cruciale per la produzione di cacao grazie al suolo vulcanico ricco di nutrienti e al clima mite e umido. Tuttavia, la pesante eredità coloniale ha lasciato in eredità una grande dipendenza dalle importazioni alimentari, causando insicurezza alimentare a oltre la metà degli abitanti. L’agricoltura rimane una componente fondamentale dell’economia locale, sebbene le tecniche tradizionali risultino spesso poco efficienti. In questo contesto, l’assistenza tecnica di esperti agricoli provenienti dalla Cina ha fornito nuove prospettive positive per il settore agricolo di queste isole.

Il Contributo Cinese allo Sviluppo Agricolo

A partire dal 2017, la Cina ha lanciato un programma di supporto tecnico volto a migliorare le tecniche agricole a São Tomé e Príncipe. Coinvolgendo quattro gruppi di specialisti cinesi esperti in coltivazione di verdure, allevamento e lavorazione dei prodotti alimentari, questo impegno ha preso piede. Un esempio notevole di questa cooperazione è rappresentato dalla collaborazione con l’agricoltrice locale Jamaika Martins. Grazie ai suggerimenti degli esperti cinesi, Jamaika ha introdotto nuove colture tra cui Bok Choy cinese, zucchine e peperoni, aumentando notevolmente il raccolto e i profitti della famiglia. Gli specialisti hanno anche insegnato pratiche agricole sostenibili, come il compostaggio delle infestanti, riducendo così l’uso di fertilizzanti chimici.

Progetti di Cooperazione e Sviluppo Locale

Oltre alla collaborazione cinese, São Tomé e Príncipe trae vantaggio da varie iniziative di cooperazione internazionale destinate a rafforzare la produzione agricola autoctona. Un esempio è l’iniziativa “Fluta Non è La Nostra Frutta” guidata dalla Alisei Ong-Onlus e dalla Diocesi di São Tomé e Príncipe. Scopo di questo progetto è migliorare l’elaborazione agricola e promuovere prodotti di qualità a costi contenuti. Trasformando ingredienti freschi in farine e frutta secca, il progetto favorisce coltivazioni chiave come banana, matabala, manioca e papaia. In più, mira ad incrementare le opportunità lavorative, soprattutto per le donne, e ad assicurare la sicurezza alimentare per i bambini.

Un Futuro Sostenibile per l’Agricoltura di São Tomé e Príncipe

Il destino dell’agricoltura a São Tomé e Príncipe dipende dalla capacità di fondere tecnologie avanzate con pratiche sostenibili. Come spiegato dal ministro dell’Agricoltura, Abel da Silva Bom Jesus, l’istruzione degli agricoltori rappresenta un elemento essenziale per potenziare le capacità operative e aumentare i livelli di produzione. La disponibilità di risorse agricole essenziali, quali sementi di alta qualità e concimi, insieme alle innovazioni per contrastare parassiti e malattie, costituisce il pilastro fondamentale per il conseguimento dei risultati sperati. La collaborazione in essere con la Cina segna un passo decisivo verso la modernizzazione dell’agricoltura, ma è indispensabile proseguire gli investimenti in progetti di cooperazione internazionale e sviluppo locale per garantire un futuro prospero e sostenibile per il settore agroalimentare del Paese.

Nel contesto agricolo di São Tomé e Príncipe, è fondamentale comprendere il valore della rotazione delle colture, una tecnica che aiuta a preservare la fertilità del terreno e a prevenire la proliferazione di parassiti e patogeni. Se applicata correttamente, questa strategia può aumentare le rese agricole e sostenere la salute del suolo nel lungo termine. L’implementazione di sistemi di irrigazione a goccia rappresenta una soluzione efficiente per ottimizzare l’uso dell’acqua — cruciali particolarmente in regioni con lunghe stagioni aride. Questi sistemi, fornendo acqua direttamente alle radici delle piante, minimizzano sprechi migliorando l’efficienza della gestione idrica. Invitando a riflettere su queste pratiche, si riscontra la centralità di un approccio olistico e sostenibile all’agricoltura, in grado di garantire sicurezza alimentare e conservazione delle risorse naturali per le future generazioni.