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- La produzione agricola in Sicilia ha subito un calo tra il 75% e l’80% a causa della siccità.
- Le perdite di fatturato complessive superano i 2,5 miliardi di euro, con settori come i frutteti e i vigneti che hanno perso rispettivamente 379 milioni e 487 milioni di euro.
- Il prezzo dell'acqua trasportata dalle autobotti è raddoppiato, passando da 100 euro a 180 euro per 10mila litri.
La Sicilia sta affrontando una delle peggiori crisi idriche della sua storia recente. La siccità, combinata con temperature elevate, ha messo in ginocchio il settore agricolo dell’isola. Secondo il direttore del Dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta, la situazione è critica: “Più che per salvare i frutti, è per non far morire gli alberi”. La relazione tecnica inviata al governo nazionale e a Bruxelles ha confermato uno scenario rosso, con ammanchi di produzione stimati tra il 75% e l’80%. Se il deficit pluviometrico si prolungherà, le perdite potrebbero aumentare ulteriormente, mettendo a rischio non solo il raccolto ma anche le piante stesse.
Le precipitazioni registrate poco prima di Ferragosto, inferiori ai 30 millimetri, non sono state sufficienti a migliorare la situazione. Le perdite di fatturato complessive superano i 2,5 miliardi di euro, con i frutteti che registrano perdite per 379 milioni di euro, il comparto agrumicolo per 329 milioni, i vigneti per 487 milioni e le colture in serra per 397 milioni. Anche la cerealicoltura e l’olivicoltura sono in grave difficoltà, con perdite rispettivamente di 215 e 140 milioni di euro. Per evitare ulteriori danni, sono state disposte irrigazioni di soccorso, come quella recente a Ribera e Bivona, che ha coinvolto circa un milione di metri cubi d’acqua.
Il Boom dei Prezzi dell’Acqua e le Autobotti
La crisi idrica ha portato a un aumento esponenziale dei prezzi dell’acqua trasportata dalle autobotti. In molti comuni siciliani, la distribuzione idrica è gestita in modo autonomo, senza una regia complessiva, il che ha contribuito a creare un mercato selvaggio. La Protezione civile regionale ha cercato di mettere ordine, ma i risultati sono stati limitati. A Trapani, l’emergenza è stata risolta tornando ad approvvigionarsi dai vecchi pozzi della città, ma questa soluzione non è replicabile in tutta l’isola.
Il prezzo dell’acqua trasportata dalle autobotti è raddoppiato, passando da 100 euro a 180 euro per 10mila litri. Questo aumento ha colpito duramente agricoltori e albergatori, che devono affrontare costi aggiuntivi per mantenere in vita le loro attività. Graziano Scardino, presidente della Confederazione italiana agricoltori in Sicilia, ha denunciato la speculazione: “Le autobotti private si approvvigionano di acqua pubblica, ma i costi variabili del trasporto non giustificano un tale aumento dei prezzi”.
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Interventi e Soluzioni Temporanee
Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha dichiarato che la priorità è tutelare le produzioni d’eccellenza dell’isola e supportare agricoltori e allevatori. Il commissario delegato per l’emergenza idrica in agricoltura, Dario Cartabellotta, ha firmato un’ordinanza per la seconda irrigazione di soccorso delle coltivazioni di arance di Ribera Dop e pesche di Bivona Igp, coprendo un’area di 7 mila ettari in provincia di Agrigento.
Nonostante gli sforzi, la situazione rimane critica. La Protezione civile ha suggerito di seguire il modello di Trapani, dove l’emergenza è stata tamponata riallacciando i vecchi pozzi alla rete idrica. Tuttavia, questa soluzione è solo temporanea e non risolve il problema strutturale delle condutture vetuste, che causano la perdita del 50% delle risorse idriche durante il trasporto.
La Guerra della Sete
La crisi idrica ha creato tensioni tra la popolazione, con limitazioni al libero accesso all’acqua che alimentano un mercato sommerso e penalizzano le fasce più deboli. I deputati regionali Angelo Cambiano del M5s e Michele Catanzaro del Pd hanno denunciato la situazione, definendola una “guerra tra poveri”. La Protezione civile ha cercato di intervenire, ma le soluzioni adottate finora sono state insufficienti.
Ad Agrigento, gli agricoltori hanno inscenato un sit-in per chiedere alla Regione Siciliana di avere un milione e mezzo di metri cubi di acqua dalle dighe Castello e Raia di Prizzi. L’assessorato all’Agricoltura ha risposto destinando 400 mila mc all’irrigazione dei campi, ma questa quantità è solo una frazione di quanto richiesto.
Bullet Executive Summary
La crisi idrica in Sicilia ha messo in luce la fragilità del sistema agricolo e idrico dell’isola. La mancanza di una gestione centralizzata delle risorse idriche ha portato a un aumento dei prezzi dell’acqua e a tensioni sociali. Le soluzioni temporanee adottate finora sono insufficienti per risolvere un problema strutturale che richiede interventi a lungo termine.
In agricoltura, una nozione base correlata al tema è l’importanza della rotazione delle colture, che può aiutare a mantenere il suolo fertile e a ridurre la dipendenza dall’irrigazione. Una nozione avanzata è l’uso di tecnologie di irrigazione di precisione, come i sistemi di irrigazione a goccia, che possono ottimizzare l’uso dell’acqua e ridurre gli sprechi.
La situazione in Sicilia ci invita a riflettere sull’importanza di una gestione sostenibile delle risorse naturali e sulla necessità di investire in infrastrutture moderne e resilienti. Solo attraverso una pianificazione attenta e interventi mirati sarà possibile garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura e per le comunità locali.
- Sito ufficiale dell'Assessorato regionale dell'agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea della Regione Sicilia, per informazioni sulla gestione delle risorse idriche e sulle iniziative per fronteggiare la crisi idrica
- Sito della Regione Sicilia con informazioni ufficiali sulla gestione della crisi idrica in Sicilia