E-Mail: [email protected]
- Risparmio energetico minimo del 3% per ottenere il credito d'imposta, che varia dal 35% al 45% per investimenti fino a 2,5 milioni.
- Eccezione per le macchine agricole: sostituire un trattore di Stage I con uno di Stage V per ottenere lo sgravio fiscale.
- Disponibili 12,7 miliardi per incentivare investimenti che riducono i consumi energetici entro il 2025.
Macchine addette a un solo processo accedono più facilmente al credito d’imposta. Sono finalmente arrivate le regole attuative per Agricoltura 5.0, o per meglio dire Piano di Transizione 5.0. Il decreto che le contiene è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 6 agosto scorso da parte del Ministero per le Imprese e il Made in Italy. Il Gse ha aperto, il giorno dopo, il portale attraverso cui è possibile presentare le richieste di accesso alla misura.
Fondamentalmente, Agricoltura 5.0 riprende l’impianto di Agricoltura 4.0, almeno per quanto riguarda i requisiti generali (per esempio, i beni ammessi all’agevolazione). Con un’aggiunta importante, tuttavia: il nuovo bene strumentale dovrà consentire un risparmio energetico almeno del 3% se vorrà ottenere un credito d’imposta. L’ammontare di quest’ultimo varia inoltre in base al risparmio energetico ottenuto. Per investimenti fino a 2,5 milioni – presumibilmente quelli che interessano il settore agricolo – si va da un minimo del 35% dell’investimento (per un risparmio energetico di almeno il 3%) fino a un credito massimo del 45% per un risparmio di oltre il 10%. Questi valori si riferiscono all’intera struttura produttiva, dunque all’azienda agricola o agromeccanica nel suo complesso. Se la macchina è utilizzata in un solo processo (per esempio, una mietitrebbia), invece, è necessario garantire un risparmio minimo del 5% per ottenere il beneficio più basso e di almeno il 15% per arrivare allo sconto massimo (45%, come scritto).
Chiaramente, soprattutto per un’azienda che dispone di diversi mezzi, è molto più semplice conseguire un risparmio energetico attorno al 10% su un singolo processo, come la trebbiatura, che un minor consumo energetico del 3% calcolato però sull’intero fabbisogno aziendale. È tuttavia necessario che il bene sia utilizzato in un solo processo, eventualità che ben difficilmente riguarda i trattori.
Combustibili fossili: un’eccezione per l’agricoltura
La versione industriale del Piano prevede che non siano finanziabili macchine alimentate con combustibili fossili. È stata tuttavia fatta un’eccezione per le macchine agricole, non essendovi al momento un valido sostituto per i motori a gasolio. Il legislatore ha però posto un vincolo: per ottenere lo sgravio fiscale è necessario sostituire un trattore di Stage I o precedenti con un mezzo che sia di Stage V. Non sono quindi ammessi cambi di mezzi, realizzatisi in più occasioni con Agricoltura 4.0, che vedano la cessione di un trattore vecchio di pochi anni per acquistarne uno nuovo. Sono finanziabili investimenti effettuati nel 2024 e 2025, portandoli in compensazione entro il 31 dicembre del prossimo anno. Vi sono poi cinque anni di tempo per utilizzare tutto il credito d’imposta, suddividendolo in quote di pari valore.
- 🌱 Ottima iniziativa per l'agricoltura sostenibile......
- 🔴 Ancora troppi incentivi senza reale valutazione......
- 🤔 Interessante eccezione sui combustibili fossili in agricoltura......
Transizione 5.0: troppi incentivi senza valutare l’impatto
Sono 12,7 i miliardi da spendere entro il 2025 per Transizione 5.0, il piano di incentivi alle imprese che fanno investimenti per ridurre i consumi di energia. In pratica, il nuovo macchinario di un’azienda potrà essere pagato fino al 45% dallo Stato sotto forma di credito d’imposta. Ci sta: le transizioni digitale ed energetica vanno supportate. Ma abbiamo valutato l’impatto che avranno questi fondi sul reale rilancio del sistema produttivo? No. E abbiamo predisposto un sistema di valutazione ex post della «resa» degli incentivi? No. Questo è un doppio limite.
Gli incentivi non sono buoni per definizione: l’esperienza del superbonus insegna. I limiti degli incentivi sono due. Il primo: in parte finiscono ad aziende che quegli interventi li avevano già preventivati pagandoli volentieri di tasca propria. Il secondo: in parte vanno a imprese che sono già decotte e non sopravviveranno. A questi due limiti tecnici (che possono essere arginati, dipende da come si strutturano gli incentivi stessi) se ne può aggiunge un terzo, tutto politico: quando un governo introduce un incentivo, l’esecutivo successivo difficilmente lo toglie, anche se non ha funzionato, per non perdere voti. La valutazione d’impatto può sottrarre l’uso della spesa pubblica all’inerzia legata al consenso.
Nell’ottobre dello scorso anno è stata approvata una legge delega (la numero 160) per la revisione del sistema degli incentivi. I decreti legislativi da adottare entro fine 2025 dovranno essere orientati alla misurabilità ex ante ed ex post dell’impatto. La stessa Ue ci chiede di intervenire in questo senso. Qualche primo passo per la verità è stato fatto. Inapp ha fatto una prima analisi degli incentivi introdotti nel 2021 con l’evoluzione di Impresa 4.0. Ne risulta che a sfruttare l’opportunità sono state soprattutto le imprese più grandi, in gran parte concentrate al Nord. Tra le aziende che hanno utilizzato forme di incentivazione, circa il 54% ha dichiarato che, senza agevolazioni, non avrebbe effettuato l’investimento o ne avrebbe effettuato uno minore. Elementi di conoscenza di cui tenere conto.
Periti industriali, ‘pronti a partecipare a Transizione 5.0’
Attiva la piattaforma; Esposito, ‘Noi abilitati a certificare’. Il Consiglio nazionale dei periti industriali ricorda, in una nota, che è “attiva dalle ore 12 del 7 agosto la piattaforma online gestita dal Gestore dei servizi energetici (Gse) per la presentazione delle comunicazioni preventive dirette alla prenotazione del credito d’imposta “Transizione 5.0″ e delle comunicazioni di conferma relative all’effettuazione degli ordini accettati dal venditore. I crediti di imposta riguardano progetti di innovazione che garantiscono risparmio energetico”, si legge.
Il Piano, recita ancora la nota dei professionisti, “vede i periti industriali in campo tra i soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni obbligatorie previste dalla disciplina” e il presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali Giovanni Esposito dichiara: “Siamo pronti a fare la nostra parte e a dare il nostro contributo per garantire al Paese un futuro sostenibile”.
Bullet Executive Summary
Il Piano di Transizione 5.0 rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione dell’agricoltura italiana, con un forte focus sull’efficienza energetica e la sostenibilità. L’introduzione di crediti d’imposta per l’acquisto di macchinari avanzati, che garantiscono un risparmio energetico, offre alle aziende agricole un’opportunità unica per migliorare le proprie operazioni e ridurre i costi. Tuttavia, è essenziale che le aziende valutino attentamente l’impatto di questi investimenti e si preparino adeguatamente per sfruttare al meglio le nuove tecnologie.
Nozione base di agricoltura correlata: La rotazione delle colture è una pratica agricola fondamentale che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a ridurre la diffusione di parassiti e malattie. Questa tecnica può essere integrata con l’uso di macchinari avanzati per ottimizzare i tempi di semina e raccolta, migliorando così l’efficienza complessiva dell’azienda agricola.
Nozione avanzata di agricoltura correlata: L’agricoltura di precisione utilizza tecnologie come i droni, i sensori e i sistemi di gestione delle informazioni per monitorare e gestire le colture in modo più accurato. Questo approccio consente di applicare fertilizzanti e pesticidi solo dove e quando necessario, riducendo gli sprechi e migliorando la sostenibilità ambientale. Integrando queste tecnologie con i nuovi macchinari previsti dal Piano di Transizione 5.0, le aziende agricole possono ottenere un significativo vantaggio competitivo.
In conclusione, il futuro dell’agricoltura italiana sembra promettente, con nuove opportunità che emergono grazie all’adozione di tecnologie avanzate e sostenibili. Tuttavia, è fondamentale che le aziende agricole si adattino e investano nella formazione del personale per garantire un’implementazione efficace e conforme alle normative vigenti. Solo così sarà possibile realizzare una transizione verso un’agricoltura più efficiente, sostenibile e competitiva.