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- Il decreto è stato approvato con 99 voti a favore e 59 contrari.
- Previsti 150 milioni di euro per la continuità aziendale della ex Ilva.
- Inclusi indennizzi per le aziende agricole colpite da frane, rispondendo alle richieste di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.
- Nuove regole per impianti fotovoltaici a terra, con eccezioni per i progetti già avviati.
Il Senato ha votato la fiducia al Governo sul Decreto Legge Agricoltura, approvando un provvedimento che introduce disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale. Il decreto è stato approvato con 99 voti a favore, 59 contrari e un astenuto. Ora il provvedimento tornerà alla Camera per essere convertito in legge entro il 14 luglio.
Il decreto legge contiene un pacchetto di norme a sostegno dell’economia agricola e ittica, rafforzato durante l’esame in Senato, con l’introduzione di misure per la tutela del lavoro e il contrasto al caporalato. Tra le novità, una stretta sull’installazione di impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli, parzialmente modificata durante l’esame a Palazzo Madama.
Inoltre, il provvedimento prevede misure sulla ex Ilva, con l’introduzione di una norma a tutela dei futuri acquirenti dei compendi aziendali. Per la ex Ilva, il decreto prevede 150 milioni di euro destinati ad assicurare la continuità aziendale. Le novità introdotte in Commissione sono state confermate in Aula, tutelando i futuri acquirenti del compendio aziendale di imprese di interesse strategico nazionale in amministrazione straordinaria.
Controversie e Modifiche: Il Ruolo del Quirinale
Il decreto Agricoltura, noto anche come dl Lollobrigida, ha subito diverse modifiche e controversie. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha tentato di reinserire con emendamenti alcune misure bocciate dal Quirinale, ma è stato costretto a stralciarle. Il Quirinale aveva sollevato rilievi riguardanti la mancanza di requisiti d’urgenza e l’incoerenza con la materia trattata.
Tra le parti contestate vi erano l’installazione di pannelli solari nei campi agricoli e il passaggio del corpo dei carabinieri dal Ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura. Un altro passaggio controverso riguardava il trasferimento della società Sin (Sistema Informativo Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura) all’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura).
Nonostante le difficoltà, il decreto è stato ripresentato con modifiche e ha ottenuto il voto di fiducia al Senato. Tuttavia, alcuni emendamenti sono stati nuovamente stralciati, tra cui quelli relativi all’assicurazione dei veicoli agricoli e alla caccia.
Ristori per le Aziende Agricole Colpite da Frane
Un’importante novità del decreto riguarda i ristori per le aziende agricole colpite da frane. L’approvazione al Senato della nuova versione del decreto ha incluso un emendamento che prevede indennizzi per i danni subiti dagli agricoltori a causa delle frane. Questa misura risponde alle richieste di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, che avevano visto negare i ristori dopo aver presentato domanda ad AgriCat, poiché i danni non erano visibili dalle foto satellitari.
Carlo Carli, presidente di Confagricoltura, e i vicepresidenti Alberto Mazzoni, Matteo Brunelli e Nicola Pelliccioni hanno espresso soddisfazione per il voto di fiducia al Senato. Ad un anno dall’alluvione del 2023, le aziende agricole della collina, rimaste escluse dai ristori parziali del fondo AgriCat, possono ora guardare con fiducia all’arrivo di risorse fondamentali per ripartire.
Confagricoltura auspica l’approvazione definitiva del decreto entro il 14 luglio, per garantire un percorso certo per la richiesta dei ristori e l’erogazione delle somme dovute. L’agricoltura in collina presenta difficoltà maggiori rispetto alla pianura, a causa di infrastrutture non adeguate e vincoli morfologici. Le frane hanno minato un equilibrio già precario, ma l’emendamento recepisce le esigenze dei produttori di collina, definiti i custodi dimenticati del territorio.
Impianti Fotovoltaici a Terra: Nuove Regole
Gli ultimi emendamenti al decreto Agricoltura, approvati dalla Commissione Industria del Senato, hanno ritoccato le nuove regole per gli impianti fotovoltaici a terra. Il correttivo ha precisato l’ambito di applicazione delle nuove disposizioni: le nuove limitazioni non si applicano ai progetti che, alla data di entrata in vigore della norma, avevano già avviato almeno una delle procedure amministrative necessarie, comprese la valutazione ambientale e l’ottenimento dei titoli per la costruzione e l’esercizio degli impianti e delle opere connesse.
Questa modifica è stata accolta positivamente dalle organizzazioni dei produttori, che avevano espresso preoccupazioni riguardo alle restrizioni iniziali. Le nuove regole permettono di continuare con i progetti già avviati, garantendo così un equilibrio tra lo sviluppo delle energie rinnovabili e la tutela dei terreni agricoli.
Bullet Executive Summary
Il Decreto Agricoltura rappresenta un passo significativo per il settore agricolo italiano, introducendo misure urgenti per sostenere le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura. Nonostante le controversie e le modifiche richieste dal Quirinale, il decreto è stato approvato con fiducia dal Senato e ora attende l’approvazione definitiva alla Camera. Le nuove disposizioni includono ristori per le aziende agricole colpite da frane e regole aggiornate per gli impianti fotovoltaici a terra.
In agricoltura, è fondamentale comprendere l’importanza della gestione sostenibile delle risorse. Ad esempio, l’uso di impianti fotovoltaici può ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, ma deve essere bilanciato con la tutela dei terreni agricoli. Una nozione avanzata correlata è l’adozione di tecnologie di precisione per ottimizzare l’uso delle risorse naturali, migliorando la produttività e riducendo l’impatto ambientale.
In conclusione, il Decreto Agricoltura non solo risponde alle esigenze immediate del settore, ma pone anche le basi per un futuro più sostenibile e resiliente. È un esempio di come la legislazione possa adattarsi alle sfide moderne, bilanciando innovazione e tradizione per il bene comune.