Company name: Dynamic Solutions s.r.l.
Address: VIA USODIMARE 3 - 37138 - VERONA (VR) - Italy

E-Mail: [email protected]

Decenni di promesse tradite: la vera storia della lotta al caporalato in agricoltura

Scopri perché numerosi decreti e commissioni non sono riusciti a eliminare il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori agricoli in Italia.
  • Il procuratore di Foggia sottolinea l'importanza dell'applicazione delle leggi esistenti e della prevenzione efficace, partendo dall'eliminazione dei ghetti.
  • Il prefetto di Latina Maurizio Falco è stato nominato commissario con il compito di spendere 200 milioni di euro del Pnrr per affrontare la questione degli insediamenti abusivi.
  • Solo 6.521 aziende agricole su oltre 120.000 sono iscritte alla Rete del lavoro agricolo di qualità, un numero decisamente esiguo.
  • Stanziati 35 milioni di euro dal Pnrr per il superamento degli insediamenti abusivi di migranti, con progetti avviati in otto comuni siciliani.
  • Il Movimento 5 Stelle ha presentato un'interrogazione parlamentare sui 200 milioni di euro del Pnrr non spesi per il superamento dei ghetti nei campi.

Negli ultimi decenni, il panorama legislativo italiano ha visto un susseguirsi di tavoli tecnici, commissioni, protocolli, linee guida, commissari, decreti e circolari, tutti volti a contrastare il fenomeno del caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. Tuttavia, i risultati ottenuti sono stati scarsi, spesso ridotti a mere dichiarazioni di intenti senza un’effettiva applicazione pratica. Il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, uno dei magistrati più impegnati nella lotta allo sfruttamento, ha sottolineato come non siano necessarie nuove norme o l’inasprimento delle pene, ma piuttosto l’applicazione delle leggi esistenti e una prevenzione efficace, partendo dall’eliminazione dei ghetti.

L’ultimo provvedimento del governo riguarda proprio questi “insediamenti informali”. Il prefetto di Latina, Maurizio Falco, è stato nominato commissario per il loro superamento, come previsto dal decreto legge 19 del 2 marzo 2024. Tuttavia, la nomina è arrivata con un mese di ritardo rispetto ai 30 giorni previsti. Falco ha dichiarato che la sua priorità sarà spendere i 200 milioni di euro del Pnrr destinati ai Comuni per affrontare la questione degli insediamenti, fondi che finora non sono stati utilizzati.

Non è la prima volta che viene nominato un commissario per questo scopo. Già con il “decreto Sud” 91 del 20 giugno 2017 erano stati nominati tre commissari per le aree di Manfredonia, San Ferdinando e Castel Volturno, dove i ghetti erano particolarmente grandi e indegni. Tuttavia, questi commissari, tra cui Iolanda Rolli, prefetto di Macerata, hanno lamentato la mancanza di personale, stanze e fondi, rendendo il loro lavoro praticamente impossibile. Dopo un anno, i commissari sono stati eliminati dal governo gialloverde e sono diventati prefetti di Caserta, Foggia e Reggio Calabria.

Dal 2014, con il decreto legge 91, è stata istituita la Rete del lavoro agricolo di qualità presso l’Inps, con l’obiettivo di selezionare le imprese agricole virtuose. Tuttavia, la Rete non includeva il Viminale. Due anni dopo, con la “legge anticaporalato” 199 del 29 ottobre 2016, la composizione è stata ampliata per includere il ministero dell’Interno e sono state create sezioni territoriali e provinciali. Attualmente, ci sono 48 sezioni su 107 tra province e città metropolitane, distribuite in tutte le regioni tranne Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Umbria, Abruzzo e Molise. Tuttavia, solo 6.521 aziende agricole su oltre 120.000 sono iscritte alla Rete, un numero decisamente esiguo.

Stanziamenti e progetti per il superamento degli insediamenti abusivi

Recentemente, sono stati stanziati 35 milioni di euro dal Pnrr per il superamento degli insediamenti abusivi di migranti, destinati alla costruzione e ristrutturazione di alloggi e servizi di trasporto. Otto comuni siciliani delle province di Agrigento, Trapani, Ragusa, Siracusa e Catania (Ribera, Mazara del Vallo, Castelvetrano, Salemi, Petrosino, Ispica, Siracusa, Scordia) hanno fatto richiesta per avviare progetti relativi. La Cgil Flai siciliana ha chiesto alle prefetture e ai comuni di convocare il consiglio territoriale per l’immigrazione per monitorare la situazione ed evitare il rischio di perdere queste risorse.

Tonno Russo, segretario generale della Flai Sicilia, e Francesco Lucchesi, segretario regionale della Cgil, hanno sottolineato l’importanza di ripristinare condizioni di accoglienza civile per i migranti, che spesso lavorano nei campi in condizioni di sottosalario, sfruttamento e soggezione. Mettere a disposizione alloggi e servizi dignitosi è un passo avanti significativo nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro e il caporalato. Tuttavia, hanno anche evidenziato la necessità di ulteriori iniziative per garantire i diritti dei lavoratori, come il collocamento agricolo pubblico per una maggiore trasparenza e l’abolizione della legge Bossi-Fini.

Interrogazioni parlamentari e fondi non spesi

Il Movimento 5 Stelle ha recentemente presentato un’interrogazione parlamentare riguardante i 200 milioni di euro del Pnrr destinati al superamento dei ghetti nei campi, fondi che finora non sono stati utilizzati. La questione dei fondi non spesi è emblematica di una gestione inefficace delle risorse destinate alla lotta contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. Nonostante le numerose iniziative e i fondi stanziati, i risultati concreti tardano ad arrivare, lasciando migliaia di lavoratori in condizioni di estrema vulnerabilità.

La storia recente è costellata di protocolli e linee guida che, pur avendo buone intenzioni, sono rimasti sulla carta. Ad esempio, il “Protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura” del 27 maggio 2016, firmato dai ministri dell’Interno, del Lavoro e dell’Agricoltura, prevedeva la stipula di convenzioni per i trasporti dei braccianti, l’istituzione di presidi sanitari mobili, la destinazione di immobili confiscati a centri di servizio e assistenza, e l’attivazione di sportelli informativi e corsi di italiano. Tuttavia, molte di queste iniziative non sono mai state attuate.

Un altro esempio è il protocollo firmato il 14 luglio 2021, che riprendeva le stesse finalità del protocollo del 2016, ma che ha visto la costituzione di una commissione presieduta dall’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, deceduto dopo un anno. Con il cambio di governo, non è stato nominato un nuovo presidente della commissione, che non si è mai riunita. Anche le “Linee-Guida nazionali di identificazione, protezione e assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura”, approvate dalla Conferenza unificata Stato/Regioni il 7 ottobre 2021, non hanno visto l’attuazione prevista, con nessuna regione che ha predisposto il proprio piano entro i sei mesi stabiliti.

Bullet Executive Summary

La lotta al caporalato in agricoltura è una questione complessa e di lunga data, caratterizzata da numerosi provvedimenti legislativi e iniziative che, tuttavia, hanno spesso fallito nel raggiungere risultati concreti. Nonostante i fondi stanziati e le buone intenzioni, la mancanza di coordinamento e l’inefficacia nell’applicazione delle leggi esistenti hanno lasciato migliaia di lavoratori in condizioni di sfruttamento e vulnerabilità. La recente nomina di un nuovo commissario e lo stanziamento di ulteriori fondi rappresentano un’opportunità per un cambiamento reale, ma solo se accompagnati da un’effettiva volontà politica e da un’azione coordinata e incisiva.

In agricoltura, una nozione base è quella della rotazione delle colture, una pratica che consiste nell’alternare diverse colture sullo stesso terreno per migliorare la fertilità del suolo e ridurre l’incidenza di parassiti e malattie. Applicata al tema del caporalato, questa nozione ci ricorda l’importanza di un approccio diversificato e sostenibile nella gestione delle risorse umane e delle politiche agricole.

Una nozione avanzata è quella dell’agricoltura di precisione, che utilizza tecnologie avanzate come i droni, i sensori e l’analisi dei dati per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la produttività. Questo approccio potrebbe essere applicato anche alla gestione dei lavoratori agricoli, utilizzando strumenti tecnologici per monitorare le condizioni di lavoro e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.

In conclusione, la lotta al caporalato richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutte le parti coinvolte. Solo attraverso un’azione concertata e l’applicazione efficace delle leggi esistenti sarà possibile garantire condizioni di lavoro dignitose e porre fine allo sfruttamento dei lavoratori agricoli.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
2 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
2
0
Ci interessa la tua opinione, lascia un commento!x