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- La produzione agricola ha subito una riduzione del 20-30% delle ore lavorative nei settori più colpiti, come la cerealicoltura.
- I centri dialisi stanno acquistando acqua a proprie spese, con costi che superano i 70 mila euro a settimana.
- La siccità ha portato a perdite del raccolto che superano il 50% in alcune aree della Sicilia.
Un mese fa l’impatto era inimmaginabile, ma oggi la Sicilia sta affrontando una crisi idrica senza precedenti che sta soffocando le terre e i pascoli, causando una contrazione nell’offerta di lavoro nei comparti agricolo e zootecnico. Le difficoltà nel trovare manodopera per coltivazioni e allevamenti sono diventate prevedibili e inevitabili.
Le associazioni di categoria, come la Cia, hanno segnalato il problema. Graziano Scardino, presidente regionale della Cia, ha spiegato che la mancanza di pioggia e acqua ha determinato un ammanco produttivo in vari segmenti, con meno raccolto e meno aziende che necessitano di occupati stagionali. Questo vale soprattutto per la cerealicoltura, uno dei settori più colpiti dall’emergenza, con una riduzione delle ore lavorative tra il 20 e il 30%. In alcuni areali, come le Basse Madonie, il Nisseno, l’Ennese e l’Agrigentino, il raccolto del grano si avvicina a quota zero, con perdite che possono superare il 50%.
Scardino ha sottolineato che il taglio delle giornate di lavoro comporta una diminuzione dei contributi versati, influenzando negativamente i futuri assegni di disoccupazione per i braccianti, con un conseguente impoverimento sociale destinato ad allargarsi. Anche i contoterzisti impiegati nella trebbiatura e nelle attività di fienagione sono colpiti: “Se non c’è prodotto da raccogliere, chi li chiamerà?” si chiede retoricamente Massimo Primavera, direttore della Coldiretti di Caltanissetta.
Il problema riguarda anche la zootecnia, dove permane una storica difficoltà a trovare manodopera per badare agli animali. Le rare persone disposte a lavorare nelle stalle non sono più contrattualizzate a causa della riduzione dei capi di bestiame, mandati al macello per la penuria di acqua e foraggio. Le aziende hanno meno risorse e meno soldi in cassa per i lavoratori stagionali.
Siccità in Sicilia, senza acqua niente dialisi: la Regione la compra dai privati
La crisi idrica in Sicilia non colpisce solo l’agricoltura, ma anche il settore sanitario. Tremila pazienti sono a rischio per la siccità che ha colpito l’isola dall’inizio di giugno. Nonostante non sia ancora piena estate, l’allerta è alta: i campi sono secchi, il grano si sgretola tra le mani e le stalle dipendono dal “fieno solidale” proveniente dalle regioni del Nord.
I centri dialisi privati, che coprono il 75% dei pazienti della Regione Sicilia, sono costretti a comprare l’acqua a proprie spese con costi esorbitanti. L’Associazione Dialisi Sicilia, che copre metà dei centri, ha spiegato che molti centri dialisi non hanno riserve idriche sufficienti per superare qualche settimana. Un paziente ha bisogno di 150 litri di acqua a seduta, e un turno di dialisi giornaliero per 20 pazienti richiede tra i 22 e i 24 mila litri d’acqua.
Ad Alcamo, i centri dialisi hanno iniziato ad acquistare l’acqua ogni settimana. Il costo di un’autobotte da 10 mila litri è di 110 euro, e ne servono almeno due per ogni giornata di trattamento, per un totale di circa 70 mila euro a settimana. Alcuni Comuni assistono nel rifornimento, ma le riserve una volta consumate non si riempiono di nuovo.
Il governo regionale, guidato dal presidente Renato Schifani, ha dichiarato che la Sicilia sta affrontando “la più grave siccità degli ultimi 50 anni”. Sono state avviate iniziative come la richiesta dello stato di emergenza nazionale e l’assegnazione di 20 milioni di euro per interventi urgenti. Tuttavia, i sanitari chiedono risposte rapide per garantire la vita dei pazienti.
Salta Commissione Ars che doveva approvare i voucher per gli allevatori
Incredulità e sconcerto sono i sentimenti delle organizzazioni di categoria Agrinsieme Sicilia (Confagricoltura, CIA e Copagri) dopo che la Commissione Attività Produttive dell’Ars, che doveva deliberare i voucher per gli allevatori siciliani colpiti dalla siccità, è stata rinviata per mancanza di numero legale. Agrinsieme Sicilia ha commentato che si tratta di un fatto gravissimo che denota un’irresponsabilità imbarazzante della classe politica regionale.
Durante una riunione del 3 giugno scorso con il presidente Schifani, era stato giudicato lo strumento del voucher poco efficace, suggerendo ristori economici diretti agli allevatori. Tuttavia, l’irresponsabilità della classe dirigente ha fatto vacillare anche quel poco ottenuto, mentre animali muoiono e le produzioni sono a rischio.
Agrinsieme ha concluso che i tempi per la sopravvivenza di animali e piante senza acqua sono più stretti di quelli della politica, richiamando la classe politica regionale alle proprie responsabilità nei confronti degli allevatori e agricoltori siciliani.
Siccità, in Sicilia sale la tensione: fondi bloccati all’Ars e dighe a secco
La tensione tra gli agricoltori siciliani è alle stelle a causa della siccità e del blocco dei fondi stanziati un mese fa. Coldiretti Sicilia ha lanciato l’allarme sulla mancanza di foraggio per gli animali, criticando l’assenza di numerosi deputati regionali che ha bloccato i fondi stanziati per il sostegno agli allevatori.
Dieci milioni di euro erano stati stanziati col decreto “foraggio” per l’acquisto del fieno, ma serve il parere della commissione sul provvedimento. Solo con questo passaggio le risorse possono essere sbloccate “in 24 ore”, come confermato dal dirigente del dipartimento Agricoltura, Dario Cartebellotta.
Confagricoltura ha chiesto una gestione più funzionale dell’invaso Ragoleto-Dirillo, che serve il sub comprensorio Acate-Pedalino, dove operano circa 1.200 aziende che danno lavoro a migliaia di operai e coprono migliaia di ettari. In passato, dalla diga Ragoleto venivano erogati 3 milioni di metri cubi di acqua, ma adesso non si andrà oltre i 600 mila metri cubi, una quantità insufficiente per le esigenze fisiologiche delle imprese agricole del territorio.
Confagricoltura ha contestato anche l’impianto Enichem, il cui dissalatore non è in funzione, ma che continua a erogare 1.800.000 metri cubi di acqua, una quantità spropositata rispetto ai fabbisogni dello stabilimento a basso regime. Il direttore di Confagricoltura Ragusa, Giovanni Scucces, ha dichiarato che è necessario un intervento risolutivo immediato per evitare la morte delle aziende agricole e zootecniche.
Bullet Executive Summary
La crisi idrica in Sicilia sta avendo un impatto devastante su vari settori, dall’agricoltura alla sanità. La mancanza di pioggia e acqua ha ridotto la produzione agricola, diminuendo la necessità di manodopera stagionale e impoverendo ulteriormente la regione. Anche i centri dialisi stanno affrontando gravi difficoltà, costretti a comprare acqua a costi esorbitanti per garantire i trattamenti salva-vita. La situazione è aggravata dall’inefficienza politica, con fondi bloccati e mancanza di azioni concrete per affrontare l’emergenza.
Una nozione base di agricoltura correlata al tema principale dell’articolo riguarda l’importanza dell’irrigazione per la crescita delle colture. Senza un adeguato apporto idrico, le piante non possono completare il loro ciclo di crescita, portando a raccolti scarsi o nulli.
Una nozione avanzata di agricoltura applicabile al tema dell’articolo è l’uso di tecnologie di irrigazione di precisione. Queste tecnologie permettono di ottimizzare l’uso dell’acqua, riducendo gli sprechi e garantendo che ogni pianta riceva la quantità di acqua necessaria. In un contesto di siccità, l’adozione di queste tecnologie può fare la differenza tra la sopravvivenza e la perdita delle colture.
In conclusione, la crisi idrica in Sicilia è un problema complesso che richiede soluzioni immediate e innovative. È fondamentale che le istituzioni e le comunità locali lavorino insieme per trovare modi sostenibili per gestire le risorse idriche e garantire la sopravvivenza delle attività agricole e sanitarie. La riflessione personale che possiamo trarre da questa situazione è l’importanza di una gestione responsabile e lungimirante delle risorse naturali, per garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.