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Fotovoltaico vietato nelle colline del vino nuove regole per il fondovalle

decisione storica per salvaguardare le colline del vino vietando gli impianti fotovoltaici a terra e proteggendo anche il fondovalle
  • 10 mila metri quadrati di superficie occupata da impianti fotovoltaici a Canelli, Regione San Giovanni a Calamandrana.
  • La rendita di un impianto fotovoltaico può raggiungere i 4 mila euro per ettaro, attirando fondi speculativi.
  • La decisione di vietare i pannelli a terra è stata accolta positivamente da Coldiretti per proteggere suolo agricolo e produzioni locali.

Le colline del vino, rinomate per la loro bellezza paesaggistica e per il turismo enogastronomico, sono state al centro di un acceso dibattito riguardante l’installazione di impianti fotovoltaici. A Canelli, in Regione San Giovanni a Calamandrana, lungo la strada Nizza-Canelli, sono stati realizzati impianti fotovoltaici che occupano oltre 10 mila metri quadrati di superficie. Sebbene la normativa consenta la realizzazione di tali impianti in aree industriali, l’impatto ambientale disarmonico ha sollevato preoccupazioni tra gli agricoltori e i residenti locali.

La rendita di un impianto fotovoltaico si aggira attorno ai 4 mila euro per ettaro, rappresentando un’opportunità per fondi speculativi e player energetici che puntano sul business delle energie rinnovabili. Tuttavia, il decreto del Consiglio dei ministri ha stabilito che i pannelli fotovoltaici per la produzione di energia solare non potranno più essere installati a terra nelle zone agricole. Questa decisione è stata accolta con favore da Coldiretti, che ha manifestato la contrarietà degli agricoltori all’ulteriore occupazione di suolo agricolo per la realizzazione di impianti fotovoltaici.

Alessandro Caruso, delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa di Asti e vice regionale, ha dichiarato: “Dobbiamo evitare speculazioni e lasciare spazio alle colture, difendendo le produzioni agricole e contrastando la cementificazione nel rispetto dell’ambiente”. A Monastero Bormida, un grande impianto fotovoltaico è stato costruito in un’area agricola vicino al centro abitato, suscitando critiche per il suo impatto negativo sul paesaggio. Luigi Gallareto, sindaco di Monastero Bormida, ha definito l’impianto un “ecomostro” e ha sostenuto la tutela ambientale contro la sua realizzazione.

Fabio Chiriotti, architetto di Canelli, ha sottolineato l’importanza di armonizzare l’ambiente, l’industria, il turismo e l’agricoltura, suggerendo di limitare l’installazione di impianti fotovoltaici ai tetti degli edifici produttivi. La sensibilità verso l’impatto ambientale è particolarmente forte nelle colline astigiane del vino, un territorio riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Agrivoltaico, bollinato il decreto: salvi gli investimenti approvati in ambito Pnrr

Il decreto Agricoltura, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, ha subito piccoli ritocchi prima di essere varato. Il provvedimento stanzia risorse e vara misure di ristoro per le emergenze degli operatori dell’agricoltura e della pesca, con aiuti stanziati per le imprese danneggiate dall’escalation dei costi dovuta al conflitto russo-ucraino, ai cerealicoltori danneggiati dal boom dell’import di grano e ai pescatori colpiti dal Granchio Blu.

Uno dei punti più dibattuti del decreto riguarda i nuovi vincoli sulla realizzazione di impianti fotovoltaici “a terra”. Dopo uno scontro tra i titolari dei ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, è stato raggiunto un accordo che prevede deroghe specifiche per gli investimenti nel fotovoltaico sui terreni agricoli. Il Quirinale ha esercitato una moral suasion per mantenere intatti i punti dell’accordo e le deroghe previste.

Il decreto include una specifica relativa alla salvaguardia degli investimenti dei progetti approvati e finanziati nell’ambito del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr). Questo è uno dei punti caratterizzanti l’accordo finale, insieme al capitolo sulle comunità energetiche rinnovabili. Inoltre, il trasferimento dei Carabinieri forestali al ministero dell’Agricoltura è stato confermato nella versione finale del decreto.

L’Emilia Romagna continua la sua stretta al fotovoltaico sulle aree agricole

In Emilia Romagna, la giunta regionale ha approvato la delibera 693/2024 il 22 aprile, stabilendo criteri per individuare le aree interessate da coltivazioni certificate e le procedure di controllo per verificare la presenza di tali colture sulle superfici agricole. Questo provvedimento applica quanto stabilito dalla delibera dell’assemblea regionale, limitando l’installazione di impianti fotovoltaici a quelli agrivoltaici avanzati, con un limite del 10% di suolo occupato in alcuni casi.

Questa decisione rappresenta un ulteriore passo nella stretta al fotovoltaico sulle aree agricole, in linea con le normative nazionali che mirano a preservare il suolo agricolo e a promuovere un uso sostenibile delle risorse. La delibera della giunta regionale si inserisce in un contesto più ampio di regolamentazione e controllo, volto a garantire che l’installazione di impianti fotovoltaici non comprometta le coltivazioni certificate e la produttività agricola.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la recente normativa che vieta l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra nelle zone agricole rappresenta un importante passo avanti nella tutela del paesaggio e delle coltivazioni. La decisione di preservare le aree agricole dalle speculazioni energetiche è stata accolta con favore dagli agricoltori e dalle comunità locali, che vedono nella protezione del suolo agricolo una priorità per il futuro del settore.

Una nozione base di agricoltura correlata al tema dell’articolo riguarda l’importanza della rotazione delle colture, una pratica che aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’erosione. Questa tecnica è fondamentale per garantire una produzione agricola sostenibile nel lungo termine.

Una nozione avanzata di agricoltura applicabile al tema dell’articolo è l’agricoltura di precisione, che utilizza tecnologie avanzate come i droni e i sensori per monitorare le colture e ottimizzare l’uso delle risorse. Questa pratica può contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e a migliorare l’efficienza produttiva, in linea con gli obiettivi di sostenibilità promossi dalle recenti normative.

Riflettendo su questi sviluppi, è evidente che la tutela del paesaggio e delle risorse agricole richiede un equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto per l’ambiente. La sfida per il futuro sarà trovare soluzioni che permettano di conciliare le esigenze energetiche con la conservazione del patrimonio agricolo e paesaggistico.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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