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- 302mila chilometri quadrati: La superficie dei terreni agricoli italiani regolamentata dai piani regolatori.
- 1700 capannoni industriali abbandonati nel Padovano che potrebbero ospitare impianti fotovoltaici secondo l'analisi di Confartigianato.
- Il dibattito tra produttività agricola e installazione di pannelli fotovoltaici nei campi è al centro delle politiche di sostenibilità.
Il tema dell’agrivoltaico, ovvero l’integrazione di pannelli solari nei campi agricoli, è al centro di un acceso dibattito in Italia. La questione ha suscitato polemiche e discussioni tra vari attori, tra cui il governo, le associazioni di produttori di energie rinnovabili e i rappresentanti del settore agricolo. I ministri Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente ed Energia) hanno recentemente smentito le indiscrezioni su un presunto scontro tra di loro, ribadendo che l’obiettivo del Decreto Agricoltura del 6 maggio è chiaro: evitare che i terreni agricoli produttivi vengano trasformati in parchi fotovoltaici.
Il punto centrale del dibattito è che un campo coperto da pannelli solari non può più essere utilizzato per coltivare o pascolare bestiame. Questo lo rende più simile a una centrale elettrica che a una terra agricola. I piani regolatori esistono per stabilire cosa si può fare o non fare sui 302mila chilometri quadrati del suolo italiano, un bene comune che non può essere privatizzato indiscriminatamente. Molti ritengono che piazzare pannelli fotovoltaici possa essere più redditizio che coltivare la terra, ma la redditività non può essere l’unico criterio nella gestione del territorio nazionale.
Le posizioni del governo e delle associazioni
Il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione del Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, ha ribadito la posizione del governo sugli impianti fotovoltaici nei campi agricoli. Secondo De Carlo, anziché consumare suolo, si dovrebbero sfruttare i migliaia di capannoni industriali abbandonati presenti sul territorio. Un’analisi di Confartigianato ha rilevato che nel Padovano ci sono oltre 17 mila capannoni industriali utilizzabili, di cui 1700 abbandonati.
De Carlo ha sottolineato che in Italia ci sono quasi 4 milioni di ettari di terreno abbandonati, che potrebbero essere utilizzati per sfamare la popolazione e aumentare la produttività agricola del paese. L’uso delle superfici dei capannoni permetterebbe di non consumare suolo e di restituire produttività alle aree agricole. “I terreni devono tornare ad essere produttivi, rendendo il lavoro agricolo redditizio e interessante per le nuove generazioni”, ha evidenziato De Carlo.
Il quadro normativo e le sfide dell’agrivoltaico
Il quadro normativo attuale presenta diverse sfide per l’implementazione dell’agrivoltaico. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso l’intenzione di non firmare il decreto-legge “Agricoltura”, noto anche come decreto-legge “Lollobrigida”, che contiene misure per bloccare gli espropri dei terreni agricoli per uso come campi fotovoltaici. La decisione di Mattarella è legata al fatto che non ravvisa il carattere di urgenza del decreto.
Il decreto prevede lo stop agli espropri solo per impianti fotovoltaici, lasciando fuori impianti eolici e a biomasse. Questo ha suscitato critiche da parte di vari attori, che ritengono che la norma debba essere estesa a tutti i tipi di impianti per il bene dell’ambiente. Il ministro Lollobrigida ha espresso l’intenzione di interloquire con il Quirinale per espungere le norme controverse dal decreto e lasciarle alla discussione in disegni di legge ad hoc.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il dibattito sull’agrivoltaico in Italia è complesso e coinvolge vari attori con interessi diversi. Da un lato, c’è la necessità di aumentare la produzione di energia rinnovabile per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC). Dall’altro, c’è la preoccupazione di non compromettere la produttività agricola e di non consumare suolo inutilmente.
Una nozione base di agricoltura correlata al tema principale dell’articolo è l’importanza della rotazione delle colture. Questa pratica agricola aiuta a mantenere la fertilità del suolo e a prevenire l’erosione, rendendo i terreni più produttivi nel lungo termine.
Una nozione di agricoltura avanzata applicabile al tema dell’articolo è l’agricoltura di precisione. Questa tecnica utilizza tecnologie avanzate come i droni e i sensori per monitorare e gestire le colture in modo più efficiente, riducendo l’uso di risorse e aumentando la produttività.
Riflettendo su questi aspetti, è evidente che la soluzione migliore potrebbe risiedere in un equilibrio tra la produzione di energia rinnovabile e la preservazione della produttività agricola. Solo attraverso un dibattito serio e informato si potrà trovare una strada che soddisfi entrambe le esigenze.